Rob Zombie a Milano: foto e report dal concerto all’Alcatraz, 27 Giugno 2014
Concerto ottimo, pubblico di Zombie. Cosa è andato storto nel primo show headliner di Rob a Milano?
Strana storia, quella di Rob Zombie in Italia. Osannato in tutta Europa già subito dopo lo scioglimento dei White Zombie, è passato parecchie volte nel Vecchio Continente saltando l’Italia per oltre un decennio. Nel 2011 è comparso al Sonisphere di Imola, ma ha suonato con poca soddisfazione sotto il sole del pomeriggio di fine Giugno. E’ poi tornato con un mega-tour insieme a Marilyn Manson (in cui suonava lui per primo), e ora viene con il suo primo concerto headliner. A Roma, il 26 Giugno, è finita che per motivi legati ai nubifragi (così riporta l’organizzazione) il suo concerto all’aperto è stato annullato. A Milano, il 27 Giugno, il Palco A dell’Alcatraz si riempie fino a metà. E di pubblico nemmeno troppo caldo.
Ecco, è questo il dato peggiore della serata: non il pubblico numericamente sfavorevole, ma il pubblico morto. Se non proprio morto, al massimo morto e resuscitato con l’entusiasmo di uno zombie.
Se il punto più acclamato di un concerto di un artista internazionale è la cover di Enter Sandman dei Metallica, vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Ma partiamo dall’inizio: dopo la defezione dei Megadeth, sono stati “promossi” i Powerman 5000 ed in apertura si sono inseriti gli italiani Deathless Legacy, che propongono un horror-metal ispirato tanto a Rob Zombie quanto ai Death SS. Le coreografie, le maschere, le atmosfere sono quelle giuste – il problema è la musica, che risulta parecchio insipida. E se alla fine del loro set la gente anzichè applaudire grida solo “nuda nuda” alla cantante, oltre che essere triste come spettacolo, vuole anche dire che qui l’immagine ha vinto sulla sostanza.
Sul palco arrivano poi i Powerman 5000, gruppo nu-metal di cui in Italia si erano perse le tracce ma che dimostra di saper ancora aizzare le folle, grazie al carisma di Spider One (al secolo fratello di Rob Zombie!). Sono dei tamarri incredibili, e fanno ballare in maniera incredibile la parte di pubblico teknogoth presente. Peccato che le loro canzoni suonino tutte uguali, ma quando si sta ballando e si stanno tirando i pugni verso il cielo conta solo il ritmo, non la qualità. Certo, poi un paio di bombe come Bombshell e When Worlds Collide si distaccano dal resto, ed è un piacere sentirle, anche se Spider fa una fatica incredibile a far partire i cori di “Get Up Get Up Get Up”. Una performance veramente potente, e i 30 minuti a disposizione sono giusti per evitare che subentri la noia.
Rob Zombie, quindi. Mega-scenografia, mega-luci, mega-spettacolo. Headbanging con la farina sui dreadlock, John 5 con la sua collezione di chitarre tamarre (meglio quella piena di lucine o quella trasparente e con la luce al neon?), Piggy D che si comporta come se stesse suonando in uno stadio. Bella setlist, bello tutto.
Il problema è che il pubblico non risponde. Rob è un intrattenitore nato, cerca il contatto, cerca la battuta, iniziando con il dire “C’è qualcuno di Roma qui? Mi hanno detto che laggiù non amano la pioggia!”, continuando a far battute che cadono nel vuoto. Solo qualche “yeahhhh!” dal pubblico, totalmente a caso. Quando nemmeno More Human Than Human riesce a far partire il delirio, Rob anzichè deprimersi mette fondo a tutti i trucchi da entertainer: va a cantare attaccato alle transenne, poi si fa addirittura un giro in platea (placcato da qualche ragazza, ma neanche una persona cerca di farsi un selfie!), va al mixer a salutare i tecnici di luci e suoni mentre John 5 fa un assolo, indossa una maglia della nazionale italiana di calcio (e riceve fischi)… e alla fine improvvisa una cover (ben riuscita) di Enter Sandman dei Metallica. E lì succede il delirio, il pubblico canta come se si fosse allo stadio, la gente poga, ci si strappa i capelli dall’emozione come se sul palco stesse cantando James Hetfield. Bene, finita la canzone si ipotizza che quindi la gente fosse calda, e invece subito dopo torna il silenzio. Forse i testi di Rob Zombie non sono adatti per essere cantati?
In corner, altra sorpresa: Cristina SCabbia dei Lacuna Coil arriva sul palco per cantare Am I Evil?, cover dei Diamond Head. Bel duetto, la gente è felice, e Rob dice, subito dopo: “Siete contenti ora? Forse avrei dovuto iniziare il concerto in questo modo!”.
Comunque lo spettacolo va avanti, Rob veramente si danna l’anima per coinvolgere il pubblico… e finalmente si riesce nel finale, con Lords Of Salem e We’re An American Band. Finalmente l’Alcatraz si sveglia e canta… e poi finisce il concerto.
Rob Zombie, regista di film horror, ha vissuto un mezzo incubo con uno show del genere, è sopravvissuto ma rimane il dubbio: ci sarà un sequel a questo concerto? Tornerà mai in Italia?
Ecco le foto del concerto, basta cliccare su una per far partire la gallery, da cui poi si possono ingrandire ulteriormente gli scatti… Tante altre foto del pubblico si trovano sulla pagina Facebook di MusicaMetal-Soundsblog, pronte per essere taggate nella cartella “Pubblico 2014”. Provate a cercarvi…
Deathless Legacy foto @ Alcatraz Milano, 27 Giugno 2014 – photos by Paolo Bianco
Powerman 5000 foto @ Alcatraz Milano, 27 Giugno 2014 – photos by Paolo Bianco
Rob Zombie foto @ Alcatraz Milano, 27 Giugno 2014 – photos by Paolo Bianco
Ecco qualche video di ottima qualità, già trovato su YouTube!