Uscite discografiche Ottobre 2012 (2° parte): recensioni
Godspeed You! Black Emperor – Allelujah! Don’t Bend! Ascend! : il ritorno dell’anno, non solo per la caratura della band in questione ma anche perchè è arrivato praticamente (se escludiamo il tour dello scorso anno) all’improvviso dopo dieci anni di pausa discografica. Disco diviso tra due brani prettamente post-rock (e almeno un paio di quei
Godspeed You! Black Emperor – Allelujah! Don’t Bend! Ascend! : il ritorno dell’anno, non solo per la caratura della band in questione ma anche perchè è arrivato praticamente (se escludiamo il tour dello scorso anno) all’improvviso dopo dieci anni di pausa discografica. Disco diviso tra due brani prettamente post-rock (e almeno un paio di quei momenti da brividi) e passaggi vicini al drone. Non il loro migliore, ma uno dei dischi dell’anno. (z.) Voto: 7+
Converge – All We Love We Leave Behind : gli autori di uno degli album estremi più importanti degli ultimi 15 anni (“Jane Doe”) tornano a tre anni di distanza dall’ottimo “Axe to Fall”. “All we Love We Leave Behind” è l’ennesimo album pregiato per la band americana, concentrato di post-hc, metalcore e tecnicismi math. Potente, inarrestabile, viscerale… Converge. (z.) Voto: 7+
Halls – Ark : attesissimo (almeno a livello personale) il debutto lungo del londinese Halls, uscito vincente dopo il Fragile EP e il singolone (“White Chalk”) che anticipava l’album. Gli amanti di James Blake, Thom Yorke ma anche di Burial e Bon Iver troveranno di che sfamarsi all’interno di questo album che sembra uscire da qualche cattedreale gotica. Può fare ancora meglio. (z.) Voto: 7
Bat For Lashes – The Haunted Man : passo dopo passo Bat For Lashes si è costruita una carriera di alto livello. Se nell’ultimo “Two Suns” una paio di brani (Glass e Daniel) avevano la meglio sul resto, in “The Haunted Man” si hanno meno sbalzi, tutto è più raffinato e curato nei dettagli (serie di collaborazioni dietro ai mixer impressionante) e Natasha dà l’impressione di essere maturata molto. Tre album, tutti validi… manca ancora lo zampino in grado di portarla sull’ambitissimo trono del female art-pop da tempo occupato da Kate Bush.Voto: 7
Trail Of Dead – Lost Songs : dieci anni fa i Trail Of Dead concorrevano con Mars Volta, Queens Of The Stone Age e Dredg per il trono del nuovo(non indie)rock. MV, QOTSA e Dredg si sono persi per strada, i Trail Of Dead sono ancora qui. Certo, di passi falsi e album minori ne troviamo anche nella loro discografia ma ultimamente si sono ripresi alla grande come dimostra questo “Lost Songs”, album tiratissimo e compatto. (z.) Voto: 7
Xabier Iriondo – Irrintzi : anni e anni passati tra Afterhours e mille collaborazioni di spessore. Ora Xabier si prende i meritati meriti con “Irrintzi”, un lavoro non per tutti ma assolutamente degno di nota, tra noise, avant e qualche randomica spruzzata più orecchiabile. (z.) Voto: 7
Zedd – Clarity : viene su bene Zedd, forte di collaborazioni mainstream e una proposta sonora zarra inside tra house, electro e brostep (qualcuno lo chiama “complextro”). (z.) Voto: 5+
Ellie Goulding – Halcyon : (ingiustamente e troppo) premiata ai tempi dell’esordio “Lights” Ellie Goulding nel secondo album “Halcyon” sembra essere ancora indecisa sul da farsi, una via di mezzo tra pop da classifica e pseudo attitudine più “arty” che per il momento non convince. (z.) Voto: 5/6
Mac DeMarco – 2 : il mattacchione della Captured Tracks, debutta “ufficialmente” in formato lungo (il precedente “Rock and Roll Night Club”, uscito quest’anno non viene considerato un album vero e proprio, nonostante fondamentalmente lo sia). Garage sbilenco, lo-fi, chitarre tra il jangle rallentato e certe atmosfere “vintage” ben descritte dalla copertina boscaiolo-style. Voto: 7
John Cale – Shifty Adventures In The Nookie Wood : l’ex-Velvet Undreground in una operazione di rivincita su chi nel recente passato ha messo in piedi un revivalismo, credibile, delle oscurità ’80s. Operazione riuscita a metà. (z.) Voto: 6+
Papa Roach – The Connection : gli ex nu metallers poi evoluti (o involuti) in un tamarrock quasi glam continuano a rimanere incredibilmente a galla con dischi dimenticabilissimi come questo “The Connection” in cui da una parte riscoprono il rap e dall’altro tentano di fare gli aggiornati (please…) con drop e tastiere. (z.) Voto: 4,5
A.C. Newman – Shut Down the Streets : come per la main band The New Pornographers anche per il A.C Newman solista la vena compositiva sembra essersi affievolita con il tempo, pur realizzando dischi piacevoli come questo “Shut Down the Streets”. (z.) Voto: 6,5
Tamaryn – Tender New Signs : ancora dream pop etereo e qualche distorsione gaze per i Tamaryn… in un genere sempre affascinante ma incredibilmente saturo o hai idee nuove o devi avere le canzoni che fanno la differenza. I Tamaryn purtroppo di idee nuove ne hanno poche e le canzoni valide si contano sulle dita di una mano. (z.) Voto: 6.5
Beth Orton – Sugaring Season : dopo Fiona Apple torna dopo svariati anni (sei in questo caso) anche un’altra icona del female alt-songrwiting di fine ’90: Beth Orton. Lo fa con un disco adulto, caldo e pieno di aperture folk. (z.) Voto: 7-
The Soft Pack – Strapped : maturano in poco tempo i The Soft Pack dopo l’omomino (e anonimo) debutto di due anni fa. La ritmica funky del buon singolo “Bobby Brown” lo dimostra, ma nel complesso non centrano ancora l’obiettivo. (z.) Voto: 6+
Tim Burgess – Oh No I Love You Mr. Charlatans torna solista e lo fa tradendo la sua origine british guardando (idealmente) alle sonorità cantautorali americane. (z.) Voto: 6+
Balthazar – Rats : buon secondo disco per questo gruppo del Belgio che punta a diventare “the new dEUS”. Indie raffinato, ben arrangiato con vocalità tra Alex Turner e Cake.(z.) Voto: 7
Mondo Marcio – Cose dell’altro Mondo : boom iniziale in risibile versione italiana di 50 Cent, poi la tenacia: i riflettori si sono allontanati, ma lui ha continuato a lavorare per migliorare a costo di fare flop più di una volta. Con “Cose dell’altro Mondo” dimostra che la dedizione alla fine premia. (z.) Voto: 5+
Rival Sons – Head Down : nostalgici del “vecchio e sano rock” di tutto il mondo unitevi, il secondo album dei Rival Sons è quello che fa per voi. Se in termini di revivalisti però cercate anche i colpi di genio e dosi di follia meglio rivolgersi ai Tame Impala. (z.) Voto: 6/7
Andy Burrows – Company : ex batterista dei Razorlight e attuale terzo We Are Scientists. In più cantante nei I Am Arrows e coppia con Tom Smith nei Smith & Burrows. Polistrumentismo al servizio di un cantautorato pop che guarda al passato. Mediocre. (z.) Voto: 6
Totally Enormous Extinct Dinosaurs – Trouble : un nome che non passa inosservato (potete chiamarlo TEED che non vi mangia nessuno, neanche un dinosauro). Tra elettronica, house e nuove tendenze, qualcuno lo chiama il SBTRKT bianco, ma a differenza sua qui la concentrazione di “pezzoni” è un po’ più bassa. (z.) Voto: 6,5
Mountain Goats – Transcendental Youth : venti anni di carriera, n dischi pubblicati… John Darnielle e soci non devono dimostrare più nulla. (z.) Voto: 6/7
Menomena – Moms : sempre valido l’indie rock atipico dei Menomena. In “Moms” convincono forse meno rispetto al precedente “Mines”. (z.) Voto: 6,5
Three Days Grace – Transit of Venus : ancora una volta… just for Virgin-tamarrockerz. (z.) Voto: 4/5
Miguel – Kaleidoscope Dream : al secondo giro Miguel fa centro pieno e realizza uno dei dischi r&b più riusciti degli ultimi tempi. Non è un Frank Ocean e non guarda troppo al futuro ma per il resto c’è poco da dire. (z.) Voto: 7
Alessandro Grazian – Armi: a tre anni di distanza dall’Abito EP riecco Alessandro Grazian con LP “Armi”, dove al personale cantaurato aggiunge anche un tocco wave.Voto: 6/7
Metz – Metz : esordio su SubPop per il trio canadese: noise-rock anni ’90 fatto come si deve. (z.) Voto: 7-
Paolo Saporiti – L’Ultimo Ricatto : torna Paolo Saporiti (con l’aiuto di Xabier Iriondo) con un buon disco tra folk, sperimentazione e amore per i Buckley (The Niro?).(z.) Voto: 6,5
Paul Banks – Banks: troppo facile partire prevenuti considerando la parabola discendente degli Interpol (che però partivano da vette assolute) e il dimenticabile disco a nome Julian Plenti… e invece il primo disco a suo nome non è male. Chiariamo, nulla di rilevante, ma di buona fattura. (z.) Voto: 6+
Youngblood hawke – We Comes Running EP: EP di happy-pop senza pretese from California in cui svetta la trascinante titletrack. L’estate è finita. (z.) Voto: 5
All Time Low – Don’t Panic : non c’è più la major dietro ma il risultato non cambia. Se avete più di 18 anni statene alla larga. (z.) Voto: 4/5
Enslaved – RIITIIR : sempre bravi loro, ma “RIITIIR” rischia di perdersi all’interno della vasa e ottima discografia della band norvegese. (z.) Voto: 7
Dordeduh – Dar De Duh : buon debutto di metallo nero dalla Romania. (z.) Voto: 7-
Skye – Back To Now : l’icona storica dei Morcheeba torna con un disco che scivola via senza lasciare nulla. (z.) Voto: 5/6
Kiss – Monster : la storica band alle prese con quello che sa fare meglio: rock tamarro senza pretese. Contenti i fan, contenti tutti. (z.) Voto: 5,5
Trash Talk – 119 : “punk-hardcore violento from Sacramento” potrebbe essere il loro slogan in rima. (z.) Voto: 6+
PAWS – Cokefloat! : gli scozzesi PAWS con il loro debutto “Cokefloat!” ci dimostrano che c’è sempre bisogno di un po’ di sano e giovanile slacker rock. Voto: 6/7
Goat – World Music : i Goat esplicano al mondo intero il loro concetto di “world music”: rituali, ipnosi, psichedelia, rock, afro e acid-kraut. Voto: 7
Mika – The Origin of Love : ad oggi l’album meno riuscito di Mika (non che i primi due fossero dei capolavori). Voto: 4,5
LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: neanche Justin Bieber, difficile trovare di peggio.
2: non c’è limite al peggio
1: …
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Gennaio 2012 – 1° Parte
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