Uscite discografiche Febbraio 2013 (2° parte): recensioni
My Bloody Valentine – m b v : per chi vi scrive il loro “Loveless” non è solo l’album più importante degli ultimi… facciamo 25 anni, ma è qualcosa che va oltre il concetto stesso di musica. Dal quel 1991 i My Bloody Valentine non avevano più realizzato dischi, tante promesse, smentite, impegni solisti e
My Bloody Valentine – m b v : per chi vi scrive il loro “Loveless” non è solo l’album più importante degli ultimi… facciamo 25 anni, ma è qualcosa che va oltre il concetto stesso di musica. Dal quel 1991 i My Bloody Valentine non avevano più realizzato dischi, tante promesse, smentite, impegni solisti e reunion live, ma nessun lavoro targato MBV. Potete immaginare la crescente apoteosi di aspettative alimentate dalle sempre più frequenti parole del leader Kevin Shields riguardo il loro nuovo album. Tour mondiale annunciato e dichiarazioni bomba alle porte di quel 2 Febbraio 2013 in cui il loro sito ufficiale iniziava a dare indizi (alias messaggi di errore) molto incoraggianti. Verso la mezzanotte (ora italiana) tra il 2 e il 3 Febbraio è diventato tutto ufficiale: L’album atteso per 22 (!!!) anni esiste veramente. Un delirio collettivo tra gli appassionati di musica, il sito inaccessibile per ore e server in tilt, Facebook e Twitter monopolizzati… un evento, possiamo dirlo, storico. L’album come è? Iniziamo con il dire che dal 1991 ad oggi abbiamo ascoltato e applaudito decine e decine band influenzate dai MBV e prima di ogni cosa questo “m b v” suona come un “ok, vi siete divertiti per due decenni, ora e di nuovo il nostro turno: tutti a casa”. In secondo luogo, seppur forse non “innovativo” o neanche una vera propria evoluzione (come può essere stata quella del grandissimo comeback dei Portishead di Third), il disco presenta soluzioni sonore (perchè i MBV mettono il suono davanti a tutto) inedite e alcuni brani che lasciano veramente senza parole (Wonder 2, assoluta). L’impatto storico a livello musicale non sarà (per forza di cose) mai equiparabile a quello che ebbe Loveless, ma credo che m b v rimarrà comunque ricordato per anni, anche a prescindere da un contenuto musicale, comunque ottimo. L’immagine qui sotto è per gli annali. (z.) Voto: 8-
Nick Cave and The Bad Seeds – Push the Sky Away : dopo un “Dig, Lazarus, Dig!!!” interessante ma non glorioso e dopo la seconda mandata di marcio blues-rock targata Grinderman, Nick Cave con i suoi The Bad Seeds torna a fare quello che probabilmente sa fare meglio, puntando tutto sulle canzoni, sulla narrazione e sull’atmosfera decadente. Il risultato non sorprende, ma è veramente degno di nota. (z.) Voto: 7+
Dumbo Gets Mad – Quantum Leap: siamo stati tra i primi a parlare del progetto italiano espatriato in USA Dumbo Gets Mad autore di uno dei più bei dischi made in Italy del 2011. A due anni di distanza tornano con “Quantum Leap”, un altro gioiellino di personalissimo DIY psych-pop. (z.) Voto: 7
Ducktails – The Flower Lane : la costola dei Real Estate (l’attesa per un loro ritorno è tanta) guidata dalla mente di Matthew Mondanile torna con il disco più riuscito, meno istintivo e più elegante. Alcuni passaggi più deboli, ma ci sono un paio di brani (“Sedan Magic”) veramente ottimi. (z.) Voto: 7
L’Officina della Camomilla – Senontipiacefalostesso Uno : dopo il boom di I Cani e Lo Stato Sociale potrebbe essere il turno de L’Officina della Camomilla. In più (o meglio, in meno) ci aggiungono cantutorato più MariaAntonettiano, Brondiano e virate brit-indie alla stregua de Le Strisce. Vincono facile, ma non c’è divertimento, oltre che interesse. (z.) Voto: 4/5
Veronica Falls – Waiting for Something to Happen: meno d’impatto rispetto al debutto, il secondo disco dei Veronica Falls è comunque un disco di onesto pop (twee, jangle o indie che sia). Potrebbero andare avanti a fare dischi così per anni che andrebbe comunque bene, nessuno chiede a loro di fare la storia della musica. (z.) Voto: 6/7
Iceage – You’re Nothing : i giovanissimi danesi che un paio di anni fa avevano dato uno scossone alla scena punk con “New Brigade”, tornano con un disco che per certi versi convince ancora di più. Abrasioni viscerali che sono anello di congiunzione eighties tra il post-punk inglese virato arty e il -core americano. Una bella botta (peccato che live debbano migliorare ancora molto). (z.) Voto: 7
The History Of Apple Pie – Out of View : torte di mele e zucchero filato impastati da distorsioni ’90s. Era da un po’ di tempo che i THOAP catalizzavano attenzioni grazie a singoli brani freschi e melodicamente impeccabili, l’album di debutto “Out Of View” non mostra grossa varietà e possibili evoluzioni, ma tutto sommato il loro mix di indie-pop, ’60s girl-group e chitarre gazey è appicicoso come una bubblegum. (z.) Voto: 6,5
Unknown Mortal Orchestra – II : niente male il sophomore della band di Portland che ama giocare con la psichedelia. (z.) Voto: 7-
Trapt – Reborn : iniziando dalla copertina e finendo al contenuto, Reborn è un disco che sarebbe stato brutto anche dieci anni fa, quando i Trapt erano all’apice della loro fama. (z.) Voto: 4+
The Spinto Band – Cool Cocoon : una delle formazioni di culto dell’indie USA anni zero, sempre piacevoli ma un po’ passati. (z.) Voto: 6
Tomahawk – Oddfellows : buon disco il quarto capitolo dei Tomahawk, sento però di consigliarlo più che altro ai seguaci/collezionisti del grande Mike Patton. (z.) Voto: 6+
Coheed And Cambria – The Afterman: Descension : seconda parte del progetto “The Afterman” inaugurato qualche mese fa con “Ascension”. Non male. (z.) Voto: 6+
Bullet for My Valentine – Temper Temper : già stavano messi poco bene quando facevano metalcore for teens, qui addirittura si autocitano nei riff e ci aggiungono agghiaccianti componenti simil nu metal. (z.) Voto: 3/4
Cesare Basile – Cesare Basile : graranzia targata Basile il quale continua il suo personale percorso di cantautorato libero e colto. (z.) Voto: 6/7
Tegan & Sara – Heartthrob : virata in direzione electro/synth-pop per le gemelle canadesi (look “cool” anneso…). Fortunatamente non è solo immagine e faciloneria: “Heartthrob” è un buon disco pop leggero e piacevole. Nulla di più eh… (z.) Voto: 6+
The Virginmarys – King Of Conflict : dopo una lunga gavetta debuttano in formato lungo gli inglesi The Virginmarys. Disco discreto, destinato soprattutto agli amanti del rock duro e puro senza troppi fronzoli. (z.) Voto: 6+
Darwin Deez – Songs for Imaginative People : più immagine che altro per il sophomore dell’artista americano. (z.) Voto: 6
Jim James – Regions of Light and Sound of God : il leader dei My Morning Jacket si butta finalmente in un progetto solista maggiormente album-oriented (contrariamente alla dimensione preferibilmente live della main band). E’ pop, raffinato quanto curato ma con quel tocco eccentrico e leggermente fuori di testa che lo contraddistingue. (z.) Voto: 6/7
LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: neanche Justin Bieber, difficile trovare di peggio.
2: non c’è limite al peggio
1: …
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