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Sanremo 2012: pagelle, voti e recensioni delle canzoni sparsi per il web

Le pagelle, le recensioni e le opinioni sulla prima serata del Festival di Sanremo 2012, leggile su Soundsblog

pubblicato 15 Febbraio 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 16:51


    Non perdete questa sera il secondo appuntamento con il nostro Liveblogging, sia su Soundsblog.it sia su Facebook. Insieme scopriremo tra commenti, opinioni, critiche e voti, i 4 eliminati a fine serata…

Il nostro Tommyromi ha lasciato i suoi primi commenti sulla serata iniziale del Festival di Sanremo, io invece ho espresso i dubbi su una prima serata poco efficace.

Ma il resto del web, i quotidiani e i siti, come hanno giudicato le canzoni e le esibizioni ascoltate durante la prima puntata? Canzoni promosse o bocciate? Migliori o peggiori di quelle dell’anno scorso?

Scopriamolo insieme, ricordandovi anche le Pagelle di Festival

Partiamo da Marinella Venegoni che ha lasciato i primi giudizi su “La Stampa“:

Arisa: LA NOTTE Dimenticare il personaggio bamboleggiante. Arisa diventa drammatica e somatizza un amore perduto: la voce rischia l’anonimato, poi si riprende complice l’ottima orchestrazione di Mauro Pagani (ma ridateci l’occhialona svaporata). 6

Sanremo Bersani
: UN PALLONE È il re delle metafore, outsider spaesato a Sanremo. Il pallone rubato che rotola per pericoli e speranze e rifiuti rappresenta l’Italia. Il brano ha idee, struttura non convenzionale, ritmica sferragliante, echi vintage, ponderata lievità. 8

Carone/Dalla: NANÌ Echi della poetica dalliana e freschezza adolescenziale del più bravo figlio di «Amici» si mescolano nella ballata a presa rapida, fra candore e furbizia consumata, elettronica e chitarra, nell’eterna storia del ragazzo innamorato della prostituta. 7

Chiara Civello: AL POSTO DEL MONDO Pianista e cantautrice, la voce big più sconosciuta ai non jazzomani, nel pop perde un po’ di smalto e sicurezza, e peccato per la sofisticata milonga e le sue scalate nervose, fra fisarmonica e violini spiegati. 6

D’Alessio/Bertè: RESPIRARE Specchi di Montecitorio oggi, dove niente è impossibile, il neomelodico e la rockettara si uniscono in un pop ritmato e lieve dove l’Autore (travolto) fa volontariamente da spalla, e la Sulfurea canta la propria nota resistenza alla felicità. 6

Dolcenera: CI VEDIAMO A CASA Discopop e discoimpegno, da ballare storditi dentro una cascata di effetti speciali. C’è del superfluo nella musica, non ha appeal la voce, è banale l’idea del testo: che vuole il disagio giovanile placato nella sicurezza dell’amore casalingo. 4

Emma: NON È L’INFERNO Il pop della crisi by Kekko viaggia fra Signor Tenente e i Modà, e trova una portavoce accorata nella pasionaria bionda, qui nei panni di un sessantenne che prega in preda all’angoscia per il futuro. Lei è brava, la canzone un po’ stucchevole. 5

Eugenio Finardi: E TU LO CHIAMI DIO Prova interpretativa superba di un artista che migliora con il passare degli anni. Qui è alle prese con il non agile tema del bisogno umano di spiritualità, efficacemente risolto in melodia soprattutto grazie all’appassionata intensità di Finardi. 8

Irene Fornaciari: GRANDE MISTERO La figlia d’arte si scatena in una filastrocca zoofila e quasi rock di Van De Sfroos, cantando i misteri della natura. È anche uno dei pochi pezzi trascinanti in gara, piacerà ai bambini e ai grandi che vogliono tirarsi su con il morale. 7

Marlene Kuntz: CANZONE PER UN FIGLIO Alfieri del mondo indie, sono gli unici letteralmente rock in questa tornata sanremese. La ballad s’inerpica subito sulle chitarre, spezzate da una tromba inquieta. Cristiano Godano dà voce magnetica al tema del rapporto fra stupidità e felicità. 7

Matia Bazar: SEI TU Sono tornati un pochino alle origini, morbidamente soft, da ascolto disinvolto. È tornata anche la vocalist Silvia Mezzanotte, alla quale va riconosciuto lo sforzo di tentare di abbandonare l’antico vizio del virtuosismo a tutti i costi. 5

Noemi: SONO SOLO PAROLE Una voce che comporta un repertorio scelto, può talvolta arenarsi. Qui l’avvio è difficoltoso assai, poi – anche se il ritornello si rivela il più appiccicoso del Sanremone – il pezzo di Fabrizio Moro non convince, non prende e non sa aiutare l’interprete. 5

Francesco Renga: LA TUA BELLEZZA Superlativa resa vocale: la bravura fredda, frutto di anni di studio, è come riscaldata dalla capacità di comunicazione, in un brano poco convenzionale e molto tecnico che è un inno d’amore. L’emozione per la bellezza fisica diventa uno spunto morale. 7 (qui su Festival l’intervista a Francesco Renga)


Nina Zilli
: PER SEMPRE L’ampio pezzo parte con qualche fatica, sognando Mina, le sue note e le sue grandi canzoni d’amore classiche dei primi Sessanta; poi s’inerpica e la bella Zilli porta alla fine la notevole impresa senza sbavature, ma non le resta il tempo per l’emozione. 6

Ecco poi qualche altra opinione sparsa per il web, come riporta RealityShow, in merito agli ex concorrenti dei talent show:

Per esempio sul Corriere della Sera, Mario Luzzato Fegis:

Pierdavide-Lucio Dalla 7: non c’è lieto fine nella storia d’amore a senso unico del protagonista per una prostituta. Lei non ha nessuna intenzione di cambiar vita. Carone calca la mano con una interpretazione fortemente drammatica con l’apporto vocale di un grande Dalla

Emma 7: è uno dei testi più brutti e confusi mai ascoltati al Festival. Ma una esecuzione grintosissima riesce a evidenziare dei messaggi precisi ben collegati alla crisi economica che sta interessando il nostro Paese. Il voto è una media fra grande interpretazione e versi strampalati”.

Noemi 6: Sono solo parole. Ripetuto 22 volte. Sembra un limite. Ma come sempre bisogna fare i conti con la personalità dell’artista. Che si rivela notevole nonostante la musica abbia un decollo abbastanza faticoso in un clima ipnotico

Marco Mangiarotti su QN:

Emma 6,5: alza la sfida con la denuncia sociale di Non è l’inferno dove l’interpretazione, rispetto a musica e parole, è quasi tutto. C’è l’ascensore lento dei Modà, il favore nella dichiarazione di voto popolare.

Noemi 6- di stima: Sono solo parole ti rimane appiccicato come una cicca americana.

Carone-Dalla 6,5: Nanì è una ballata delicata, un altro punto di vista non banale di un giovane cantautore

Nel quotidiano Il Tempo, ecco altre opinioni

Noemi 6.5 L’intro è rischiosa, nella sua lenta «sospensione». La rossa (con generosa scollatura) prova a dispiegare le ali, ma il volo stasera è complicato. Può fare molto meglio. E lo sa.

Emma 7 Servirebbe il metodo Stanislavky per farla calare nei panni dei reduci da due guerre. Ma lei è una peperina coraggiosa. Merita rispetto, in ogni caso.

Carone-Dalla 5.5 Il vecchio marinaio addestra il giovane mozzo. C’è una donna (di malaffare) in ogni porto

Renato Tortarolo su Il Secolo XIX:

Carone-Dalla 6: bella coppia, ballata poetica sulle tentazioni.

Emma 8: la più brava sul palco, canta con il cuore. Testo ingenuo ma sincero.

Noemi 5: delusione. Non si capisce dove vada a parare. Peccato, lei è sincera

Paolo Biamonte, per l’Ansa:

Noemi 8: è una bella canzone, scritta da Fabrizio Moro e prodotta benissimo da Corrado Rustici. Noemi la canta con la sua caratteristica intensità e la sicurezza di una veterana. Performance che nobilita il Festival

Carone-Dalla 4: Carone è l’autore dei leggendari versi ‘in tutti i luoghi in tutti mari’. Quest’anno si inserisce nel filone delle storie di prostituzione disperata con la benedizione di Lucio Dalla che dirige l’orchestra e vocalizza. Niente di più

Infine, altri voti arrivano dal TgCom da parte di Andre Conti:

Chiara Civello – “Al posto del mondo. Tango coinvolgente e dal sapore sudamericano tra pianoforte, chitarra acustica e archi. Si balla sulle note e con le parole: “Più in alto di questo cielo impossibile cadere giù distesi su un prato di stelle”. Avvolgente. Voto 7

Arisa – “La Notte”. Arrangiamento con pianoforte, batteria per una riflessione personale e toccante di una donna che si abbandona ai pensieri della notte per fare il punto della situazione della sua vita. Coinvolgente. Voto 7

Francesco Renga – “La tua bellezza”. E’ uno dei favoriti alla vigilia. In bilico tra pop italiano e inglese con una venatura di rock. Renga – una delle voci più belle della musica italiana – canta l’amore per la sua donna e sogna il ritorno della bellezza in Italia. Vibrante. Voto 7

Marlene Kuntz – “Canzone per un figlio” Ballatona rock con la voce rauca e calda di Cristiano Godano e giro di chitarre elettriche nell’inciso per un beat incessante. Una lettera d’amore per un figlio: “Se sai bene ciò che fai la felicità sarà sempre raggiungibile”. Ipnotica. Voto 7

Samuele Bersani – “Un pallone” La metafora del pallone per descrivere l’Italia oggi. Allegra, scanzonata ma con un significato nascosto e profondo. Voto 7

Irene Fornaciari – “Grande Mistero” Folk targato Davide Van De Sfroos per la figlia di Zucchero che ce la mette tutta ma non sfonda. Un tripudio di elementi naturalistici “merlo, notti, pipistrello, ghiaccio, pioggia”. Da ballare. Voto 6

Gigi D’Alessio con Loredana Berté – “Respirare” Canzone cucita addosso per la Berté che perentoria canta “Io non voglio amare, solo libertà sono chiusa a chiave”. Pop rock gradevole la cui resa dipende molto dalla performance di Loredana sul palco. Estrosa. Voto 6

Matia Bazar – “Sei tu” Musica retrò, testo retrò eppure siamo nel 2012. Ma la formula dei Matia Bazar è dura a morire. Silvia Mezzanotte torna tra i suoi vecchi amici per una canzone che non decolla. Demodé. Voto 3

Nina Zilli – “Per sempre”. I violini, il dolce beat con venature soul e r&b per una delle canzoni più belle della kermesse. Una ballata che ricorda lo stile di Mina per un brano malinconico su un amore finito: “Se un giorno tu tornassi da me dicendo che è stato un errore lasciarmi andare”. Potente. Voto 8

Noemi – “Sono solo parole” Fabrizio Moro firma la ballata rock della rossa Noemi per un dialogo tra due innamorati giunti a un bivio cruciale della loro relazione. Voce dritta e potente per l’ex protagonista di X Factor. Malinconica. Voto 7

Emma – “Non è l’inferno” Kekko dei Modà dopo il secondo posto con Emma lo scorso anno regala un brano alla vincitrice di “Amici”. Una lettera di una persona anziana al figlio, tra precariato e speranza. Ballata rock puntellata dal pianoforte, Emma grande performer sul palco. Toccante. Voto 8

Pierdavide Carone con Lucio Dalla – “Nanì” Bisogna riascoltarla più volte questa poesia che narra la storia di un adolescente pazzo di una prostituta, non ricambiato. Atmosfera rarefatta musicalmente che cresce piano piano. Poetico. Voto 7

Eugenio Finardi – “E tu lo chiami Dio” E’ la canzone di un laico che riflette sulla spiritualità. Uno dei brani che potrebbe, assieme a quello di Samuele Bersani, conquistare la critica. Mistico. Voto 7

Dolcenera – “Ci vediamo a casa” Spiegamento di archi, violini e un incedere da disco per la canzone di Dolcenera che racconta delle difficoltà di vivere un amore in tempi di crisi con una stoccata alla morale comune: “La chiamano realtà senza testimoni e di dubbia moralità”. Appassionata. Voto 8

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