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Vasco Rossi La versione di Vasco, il libro tra Bollicine e il primo concerto nato per caso

Il primo concerto di Bologna, le polemiche per alcuni suoi testi come bollicine: tutto nella Versione di Vasco, il libro uscito oggi

pubblicato 24 Novembre 2011 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:34

I colleghi di Booksblog ci ricordano che oggi esce il libro di Vasco Rossi, La versione di Vasco. Una autobiografia? Sì, in parte. Certamente è un modo per avere qualche curiosità, dettaglio e informazione in più sulla vita del cantautore italiano.

Frammenti di una vita, tra il ricordo di un padre che è ritornato da un campo di concentramento, per una guerra, pesando 40 chili e un concerto nato per caso:

“Il mio primo concerto è nato come uno scherzo. Era il 1979. “Ti ho organizzato un concerto in Piazza Maggiore a Bologna con il gruppo che suona con Lucio Dalla” mi disse Bibi Ballandi. Peccato che due giorni prima arrivò la notizia che il gruppo non c’era. A quel punto mettemmo insieme una band al volo, nella cantina di Bibi. Roba da incoscienti: davanti alla gente che c’era in quella piazza mica potevi suonare quello che ti pareva. Invece andò bene. E il secondo concerto fu ancora più da incoscienti. Lo organizzò sempre Bibi alla festa delle radio libere dell’Emilia. Non so che cosa si sentisse giù, ma noi sul palco avevamo le facce così convinte che andò benissimo.”

Vasco è stato circondato dall’alone della droga, come fosse una sua responsabilità. Anche il testo di una canzone come Bollicine che citava la Coca Cola era visto quasi come un messaggio subliminale

“All’inizio della mia carriera la gente stava distante da Vasco Rossi perché pensava fosse pericoloso. Mi consideravano il colpevole di tutto: se c’era la droga era colpa mia. Era mia la responsabilità anche per quelli che avevano scelto la cocaina. Che poi a pensarci bene sono uno che testi sulla droga non ne ha mai scritti. Ne ho messo giù uno sulla Coca-Cola e tutti stavano lì a dire che avevo fatto delle allusioni. Ma nessuno ha mai accusato la bibita che è in circolazione da più di cent’anni proprio con quel nome lì”

I tempi passano, gli anni pure. E se Vasco era visto inizialmente come un leone da cui prendere le distanze (o di cui invaghirsi musicalmente in maniera totale), negli ultimi tempi, di lui, si parla principalmente dei suoi problemi di salute. E hanno un nome ben preciso: depressione.

“Scrivo pezzi amari… mi vengono così… certe frasi mi arrivano… non sarebbe meglio cambiarle? No, le devo dire… Alla fine sono quelle e le devo dire, ma sono convinto che il popolo capirà, con loro c’è un feeling mentale, è un discorso che è partito nel ’ 78 con Jenny e Silvia. Già Jenny aveva chiarito che non ero un ragazzo particolarmente felice o allegro, avevo qualche problema di esaurimento nervoso, come si chiamava a quei tempi, oggi si chiama depressione”

Quello che ultimamente Vasco ha aumentato è la frequenza dei suoi rapporto con i fan. Soprattutto su Facebook. Critiche all’ironia di Nonciclopedia (ricordate la querelle?), citazioni di sue vecchie canzoni, video nel quale ascolta, da solo, il brano Shake me like a monkey (lo potete vedere qui sopra) e anche stralci del suo libro appena uscito in libreria.

Basta doppi sensi, metafore e simboli di ribellione. Vasco ha deciso di mettersi a nudo, rivelando le sue fragilità e, adesso, alcuni passaggi della sua vita, ovviamente a modo suo, senza troppi giri di parole.

Nella versione di Vasco.

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