99 Posse: “Cattivi Guagliuni”, la recensione
99 Posse: la recensione di “Cattivi Guagliuni”
Il suono di Cattivi Guagliuni segna una sorta di ritorno alle origini e ripropone l’efficacissima miscela di generi che caratterizza la band fin dal primo album, naturalmente aggiornata a oggi.
Si va dall’R’n’B tinteggiato di Reggae della title track ai suoni Nu Disco di Confusione totale e Penso che non me ne andrò fino all’Hardcore Punk di La Paranza di San Precario. Con alcuni punti fermi, innanzitutto il Raggamuffin (Canto pe’ dispietto, Tarantelle pe’ campa’) e l’Hip hop (Morire tutti i giorni, University of Secondigliano) […] Se c’è un’espressione che descrive lo stato d’animo di questo album è Rinnovata Energia, chiaro segnale di un ritorno sulle scene non occasionale né opportunistico.
E’ questo il modo in cui il comunicato stampa annuncia “Cattivi Guagliuni”, l’ultimo album del gruppo partenopeo dei 99 Posse ritornati nel mondo della discografia dopo 10 anni di assenza.
In questa occasione cercheremo di esprimere il nostro giudizio su un prodotto che si preannuncia versatile, eclettico, pieno di stimoli musicali e di tematiche importanti (anche se a volte un pò pesanti per via dei concepts ricorrenti che a lungo andare possono stancare). Un progetto alternativo che non manca di strizzare l’occhio al mondo più commerciale grazie ad alcuni ritornelli immediati e molto accattivanti. Un disco ben confezionato che non mancherà di farsi apprezzare. Eppure ci manca Meg.
University Of Secondigliano (feat. Clementino). L’hip hop si incontra nel ritornello – molto orecchiabile – col backgorund più duro del rock. Viene raccontato il modo di vivere nei quartieri più difficili come Secondigliano. Voto: 6
Canto pe’ dispietto (feat. Nuova Compagnia di Canto Popolare. I suoni popolari uniti al raggamuffin creano una sonorità particolarissima che ci regala nuovi modi di intendere la nostra musica. Voto: 7
Cattivi Guagliuni. Il mondo crudo e spietato dei “cattivi ragazzi” viene presentato attraverso un r’n’b colorato da rime di grande impatto. Nonostante il testo ben strutturato la canzone risulta essere fin’ora quella più debole per via di un andamento flemmatico che in alcuni tratti annoia. Voto: 5
La paranza di San Precario (feat. Speaker Cenzou & Valerio Jovine). E si continua a mescolare l’hip hop con altri stili musicali. Questa volta ci si butta nell’Hardcore Punk , stile congeniale alle rime incisive implementate. Voto: 6
Italia SpA. La protesta contro il nostro sistema che genera malcontento generale è un tema molto caro al gruppo e loro non perdono occasione per manifestarlo. In questo caso mettono un pò da parte il rap per concedersi ad una lettura, quasi recitata, del testo. Musicalmente coinvolge poco. Voto: 5
Vilipendio. Si rincontra il rock, sempre sullo sfondo. E si continua anche con l’opposizione alla situazione politica italiana attuale. Voto: 5 e mezzo
Yes weekend. I 99 Posse vogliono farci capire che l’influenza di generi musicali diversi è il punto forte di un album che non stanca per niente (almeno fin’ora) per via della versatilità stilistica presentata. Questa volta ci si avvicina ad un’atmosfera più soul caratterizzata dalle voci campionate di Bersani, Franceschini e Finocchiaro. Voto:5 e mezzo
Tarantelle pe’ campa’ (feat. Caparezza).Quello del raggamuffin è forse il mood nel quale il gruppo si trova di più a proprio agio. La canzone è una delle più divertenti di tutto il disco: in più c’è il valore aggiunto di Caparezza, quindi…! Voto:7
Morire tutti i giorni (feat. Daniele Sepe & Valerio Jovine). Mancava la spruzzata orientale così come la melodia cantata? Eccola! Voto: 5+
Antifa 2.o. Il solito concept a sfondo ribellione inizia a farsi difficile da sostenere. Si necessita di qualcosa di più leggero. Voto:4
Resto umano. Ritroviamo di nuovo il recitato che prende il post del rap. Traccia difficile da seguire per via della troppa confusione fin’ora generata. Voto: 4
Confusione totale (feat V. Jovine). Hook da capogiro. Finalmente una bella svegliata. Voto: 6
Mo’ basta (ft. Fuossera). L’elettronica? Eccola servita. Il ritornello rappresenta la parte più forte di un pezzo scorrevole nella musica. Voto: 6+
Mai più io sarò saggio. Dimensioni cupe ed inquietanti quelle che suscita la canzone. Perplessità! Voto: 5
Penso Che Non Me Ne Andrò (featuring Speaker Cenzou & Valerio Jovine). Si conclude in bellezza col funky ed un inciso molto catchy. Finalmente c’è un featuring cantato (eppure molto bene)Voto: 7