Amy Winehouse: quando la droga, l’alcol e gli scandali soffocano la musica. Cronaca di una morte annunciata?
La morte di Amy Winehouse, droga, alcol e scandali che soffocano la musica e l’arte
Amy Winehouse è morta e la notizia ha turbato il mondo intero. Una voce così particolare, un talento innato esploso ed apprezzato in così poco tempo. Poi, come spesso purtroppo succede, il successo e la fama vengono ingeriti e soffocati da eccessi e scandali.
Ultimamente, la cantante appariva sui siti e sui giornale non per aver ammaliato ancora una volta con le sue canzoni ma per qualche altro motivo negativo e futile. Beve vodka anche alla mattina. Prepara un tour e poi lo cancella dopo la prima data, quando si presenta sul palco camminando come uno zombie e sbiascicando parole senza convinzione. Il pubblico cerca anche di gridarle il sostegno, nonostante fischi e polemiche. Basta così, è ora di chiudere il tutto per non peggiorare la situazione. Annullate tutte le date del tour, Amy deve prima guarire.
Ma va? Sul web ci si chiedeva perchè continuare a insistere quando la salute mentale e fisica della ragazza sembra peggiorare di occasione in occasione. I suoi due album, la sua voce profonda e quell’aria da vecchia cantante black in un corpo di giovane bianca tatuata apparivano sempre più un lontano ricordo. Come fosse un’era passata, anni lontani. Ma non era così: Amy aveva esperienze e trascorsi di una donna matura in appena 27 anni di vita.
L’attesa del nuovo album, della sua ritrovata forma e delle lucidità necessaria per affrontare gli impegni sembrano quasi venire soffocati dai nuovi scandali. La rehab che non funziona, i suoi chili persi tra il primo album (Frank) e il secondo (Back To Black). La fragilità di quello che dicevano di lei: la Winehouse aveva ammesso di essere notevolmente dimagrita a causa dei commenti che la stampa faceva. Poi si parla di depressione, psicosi maniaco depressiva, bulimia e anoressia. E l’alcol. Anche quello diventa costante della sua vita, lei stessa ammetteva apertamente la sua debolezza per la bottiglia:
“La mia giustificazione è che la maggior parte delle persone spendono un mucchio di tempo pensando a quello che dovranno fare nei prossimi cinque o dieci anni. Il tempo che loro usano per pensare a questo, io lo uso per bere”
E la droga. Viene beccata con marijuana e mentre fuma crack. Ritorna il desiderio di cambiare il suo corpo. Dopo i chili persi, si passa alla chirurgia: nel 2009 si aumenta il seno di una taglia.
Luce e buio per lei. Se da un lato la stampa, la critica e il pubblico la osannano con Grammy, vendite stellari e recensioni positive, dall’altro lei si brucia l’esistenza dietro ad amori dolorosi e dipendenze dalle quali sembra non volersi liberare. Si parla negli ultimi anni di un suo nuovo album, ma viene sempre rimandato. Uno degli ultimi scandali nasce da quel concerto a Belgrado di cui vi abbiamo parlato all’inizio dell’articolo. Nascono polemiche: perchè nessuno la aiuta? Perchè la casa discografica insiste nel presentarla ai live come un vecchio fantasma di se stesso, una tipieda ombra di quello che era ai tempi del boom? Un accanimento gratuito ed evitabile?
E il suo amore dal quale non sembra riuscire a liberarsi? Blake Fielder-Civil. Ex marito, ora nuovamente fidanzato, era stato al centro di un altro gossip. La Winehouse gli manda sms e faceva telefonate hot mentre lui era con la compagna. Per lei la nuova accusa di stalking. Anche questa. La cantante sembra sempre più cercata e inseguita per i succosi guai e le sue abitudini da cattiva ragazza. “Ehi, psss, sai che l’hanno vista bere vodka di prima mattina?”, “Ma non entra più in rehab?”, “E’ entrata ed uscita dopo appena sette giorni! Come farà ad essere guarita?”, “Dicono che adesso voglia rimanere incinta!”, “Ma l’hai vista in che stato era sul palco a Belgrado? E non viene nemmeno più in Italia, hanno annullato tutto il tour!”. E così via.
Tutti si chiedevano quando si sarebbe ripresa e quanto tempo ci avrebbe messo a guarire da questo tunnel di autolesionismo. Altri fino a che punto si sarebbe potuta spingere, con la stessa morbosità con cui si lancia un’occhiata ad un incidente spettacolare. Ma un po’ di morbosità per parlare dell’ennesimo scoop c’era. L’ultima sua apparizione come madrina di Donnie Bromfield non era stata abbastanza cult (in negativo) per parlarne davvero, può fare ‘di meglio’.
E, invece, un qualsiasi pomeriggio di luglio, lei fotte tutti. Le macchine fotografiche e gli obiettivi si dovranno alzare per l’ultima volta, per poi abbassarsi per sempre. La Winehouse viene trovata morta e tutto il mondo apre la bocca, stupito. Ma quanta sorpresa c’è davvero in quello che è successo? Se l’immagine degradante appariva agli occhi di chiunque, quanto doveva esserlo ancora di più per chi lavorava intorno a lei? Amy muore, forse per overdose, e solo a quel punto i colleghi, gli altri cantanti, iniziano a parlare nuovamente di lei con saluti su Twitter, appelli e dolori mostrati pubblicamente. A tutti manca Amy. Con Amy se ne è andata una delle voci più belle degli ultimi anni, Amy ora è in pace e altra, infinita, prevedibile retorica. Poi c’è chi dice “Se l’è cercata! Aveva tutto, sapeva cosa stava rischiando! C’è gente innocente che muore tutti i giorni!”. Vero, ma stiamo sempre parlando di morti. E non ci sono di serie A o serie B. C’è maggiore causa e responsabilità, ma non possiamo essere giudici anche su questo altro passaggio della sua esistenza.
Su iTunes i suoi lavori sono già alti in classifica, come già si poteva immaginare a pochi minuti dalla notizia della sua morte. La casa discografica è davvero dispiaciuta per la sua morte. Ma, da adesso quanto tempo dovremo aspettare prima di ascoltare inediti, nuovi singoli postumi e rarità mai rilasciate fino ad ora? Perchè sarà così. Perchè Amy ora verrà celebrata più che mai. Del resto una ragazza che se ne va a 27 anni, dopo una vita così intensa e dolorosa, non può che diventare una leggenda insieme alla sua musica. Resta una sola domanda che nessuno sembra farsi: chi le era accanto non poteva davvero fare qualcosa per lei? Come persona, non come cantante. Anche perchè lei stessa aveva detto:
“So di avere talento, ma non mi hanno messa qui per cantare. Sono qui per diventare una moglie una madre e prendermi cura della mia famiglia. Amo quello che faccio, ma non è qui che tutto inizia e finisce”
Moglie lo sei stata, madre no. Sulla tua famiglia non sappiamo, ma, purtroppo, di vero è che la tua vita non è finita con la musica. Ma in un appartamento, probabilmente in compagnia del tuo nemico più grande: te stessa.