Max Gazzè e i Pink Floyd: Live at Pompeii e The Dark Side of The Moon al Teatro Romano di Fiesole
Metti una sera d’estate un concerto in un anfiteatro gremito. Metti Max Gazzè e i Pink Floyd, metti i Munfloyd, rodata tribute band italiana del gruppo rock-psichedelico più famoso al mondo e metti The Dark Side of the Moon e Live at Pompeii, due pietre miliari della storia del rock, due macigni grossi come quelli
Metti una sera d’estate un concerto in un anfiteatro gremito. Metti Max Gazzè e i Pink Floyd, metti i Munfloyd, rodata tribute band italiana del gruppo rock-psichedelico più famoso al mondo e metti The Dark Side of the Moon e Live at Pompeii, due pietre miliari della storia del rock, due macigni grossi come quelli con cui è stato costruito il teatro romano di Fiesole, palcoscenico di questo insolito doppio live.
Max Gazzè assieme ai MunFloyd, al sassofonista Nico Gori, alla vocalist Silvia Querci ed il NemEnsemble per portare in scena il “gong” del Live At Pompeii a 40 anni dalla sua uscita e le introspezioni di The Dark side of the Moon. Il progetto è ambizioso e coraggioso allo stesso tempo, certo l’ambientazione del teatro romano di Fiesole rende il live intenso e suggestivo, riecheggiando l’atmosfera quasi mistica di Pompei.
I MunFloyd (che vantano l’esibizione con David Gilmour alla Cardogan Hall di Londra) sono esecutori fedeli ma forse mancano un po’ di tiro, forse è la tensione della “prima” o forse il confronto stesso inarrivabile con la fonte d’ispirazione che li fa restare bloccati nelle vesti di esecutori e frenati dall’essere un po’ più interpreti (n.d.r. ma si possono veramente “interpretare” i Pink Floyd?).
E’ la volta di “The Dark Side of the Moon” che vede salire in scena anche Max Gazzè nelle vesti di cantante. Il cantautore romano non è nuovo ad operazioni simili (in passato ha curato le produzioni di “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd nel 2009 e “The lamb lies down on Broadway” dei Genesis nel 2010) e si confronta con classici come “Money” (riproposta nel bis finale) “Time”, “Us and Them”, proponendo la propria sensibilità artistica e la vocalità che lo caratterizza. Dispiace di sentirlo poco come bassista, panni che indossa solo nel bis dove lascia spazio anche all’improvvisazione.
Il brivido che ci si aspettava dalla serata arriva, ed è con l’esecuzione della vocalist Silvia Querci di “The Great Gig in The Sky”, applaudita a “scena aperta” per la bravura, l’intensità e la potenza che nulla ha da invidiare all’originale di Clare Torry. Il brano viene riproposto nel bis ed è ancora il climax della serata. Una bella prima serata per l’estate Fiesolana, una buona “prima” per un’idea coraggiosa e meritoria che ha tutte le premesse per svilupparsi al meglio.