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Donatella Rettore – Caduta Massi – Le recensione

Caduta Massi, l’album di Donatella Rettore – Recensione

pubblicato 18 Maggio 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 21:11


Uscito il 10 maggio 2011, Caduta Massi è il tredicesimo album di Donatella Rettore.

Cantante eclettica, diretta, a volte giudicata sopra le righe, Rettore ha creato un personaggio al quale è fedele dall’inizio della sua carriera. E in un periodo di conformità musicale in cui molti artisti “non osano osare” (come ci aveva confermato Dolcenera in un’intervista a Soundsblog), lei lo fa, pubblicando un album che rischia di non essere apprezzato per quello che è. Forse troppo di nicchia, farà sicuramente felici i fan storici, ma rischia di non essere conosciuto dal ‘grande pubblico’.

Ed è un peccato, perchè presenta brani che meriterebbero anche più di un ascolto. Senza pregiudizio alcuno di sorta, ecco la recensione dell’album:

Caduta massi: Ad aprire la canzone è Platinette con un “Amore ma non dirmi che anche tu prendi la pillola blu!”. Immediatamente dopo, inizia il brano che apre il cd. Il soggetto è il Viagra e la canzone cresce fino ad arrivare ad un chorus incisivo e potente. “Sono in caduta libera senza nessuna rete” è sicuramente autobiografica come frase per rendere il senso della canzone. Ballabile, una canzone che non sfigura davanti ai vecchi classici della Rettore. Voto: 7,5

Chi tocca i fili muori: Il ritmo aumenta con il secondo brano. Batteria alla base della melodia con la voce che canta e grida, dando vita ad una midtempo con qualche parola volutamente distorta elettronicamente. “Cosa ci faccio in questa arena se sono troppo fiera per far pena”. Un’altra frase non lasciata al caso. Rettore si diverte a fare la rocker e ci gioca con un brano che gioca al rialzo, col passare dei minuti. Cori finali che accompagnano alla chiusura. Voto: 6,25

Adolescente: “Cosa sei un bel niente perchè hai la vita davanti ma non canti perchè, mi ricordo tutti contro di me”. Si parla di brufoli, scuola e il suo inno “Adolescente forever”. Si parla di teenager che si devono arrangiare da sè. Alla loro età sono adolescenti assenti. Una canzone dedicata agli adolescenti che poco hanno chiaro della vita e devono farcela da soli. Curiosa, forse un po’ irreale, dato che ì, oggi, questi teenager sono sicuramente più “sgamati” di quelli di anni fa. Coraggiosa ma può apparire superficiale allo stesso tempo per i troppi argomenti toccati. Voto: 5

Ghepardo: Una confessione di bisogni, dalla vita leggera ad un sogno che si avvera. “Grazie a te corro come un ghepardo, e per te sarebbe sciocco non farlo. Ma di più io farei, forse anche brucerei, ho bisogno di te”. Una Rettore che lancia un appello per un uomo che non lo sappia essere solo a metà. Una ballad rock ma meno gridata delle canzoni precedenti. Quasi una visione intimista del bisogno d’amore e dell’uomo accanto che non ti aspetti. Voto: 7

L’onda del mar
: Anche in questo pezzo vuole un uomo dolce senza tempo, che possa far dissolvere il suo tormento. Meno convincente della precedente e più ritmata. L’onda del suo arrivo e quindi emotiva non la spaventa ma, in questo caso, non conquista pienamente. Voto: 6

Callo: Si può fare una canzone sul callo (quello sui piedi, per intenderci) e intitolarla così? Se ci si chiama Donatella Rettore sì. E capita anche di apprezzare il ritmo. Questa potrebbe essere inserita in un qualsiasi suo lavoro perchè riprende il concept classico dell’artista: musica coinvolgente, voce aggressiva e rock. Voto: 6,75

Se morirò (feat Nottini Lemon): “Se morirò, morirò con l’orchestra, sarà un cambio di giostra e avrò tre soldi in tasca”. Il ‘testamento’ ideale di ogni artista che parla della morte come un’uscita di scena dal teatro della vita. I soldi saranno uno per Caronte, uno per Dante e uno per bestia, con i suoi antenati pronti a farle festa. Sembra quasi un dolce saluto ad un destino che accomuna tutti, ma che non spaventa. Voto: 7,5

La vecchiaia: Nessuna triste canzone sulla vecchiaia. Rettore parla della vecchiaia di qualsiasi età, quella che può colpire anche i giovani. Mentre i vecchi magari mostrano ancora tutti i denti, anche se finti. Testo interessante ma melodia stancante… Voto: 5

Così ti piace: La ballatona dell’album, ben curata ma forse troppo manieristica. Molto curata ma meno efficace di altri brani presenti nell’album. Voto: 5,5

L’estate è un onda breve: Malinconica, lenta, dura poco più di due minuti ma Rettore si concede altri suoi classici virtuosismi vocali. “Anche se tu dormi, il mondo è in movimento, io ti guardo e sento fuggir via, fuggir via il mio tempo”. Voto: 6

In conclusione, la migliore canzone è “Se morirò”, la più debole “La vecchiaia”. Globalmente un album da 6+ che non sfigura e che si lascia ascoltare. Forse non sarà la storia, ma del resto, Rettore l’ha già fatta e continua, coraggiosamente, a seguirla.

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