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Ancora una condanna per Pirate Bay

La pirateria musicale è una questione spinosa e difficile da arginare. Se da un lato siamo tutti convinti dell’illegalità del download selvaggio, dall’altro sappiamo bene quanto un vero appassionato di musica non possa certo permettersi di seguire portafoglio alla mano tutte le uscite discografiche che vorrebbe, soprattutto quelle i cui prezzi nei negozi – spesso

pubblicato 29 Novembre 2010 aggiornato 30 Agosto 2020 23:05


La pirateria musicale è una questione spinosa e difficile da arginare. Se da un lato siamo tutti convinti dell’illegalità del download selvaggio, dall’altro sappiamo bene quanto un vero appassionato di musica non possa certo permettersi di seguire portafoglio alla mano tutte le uscite discografiche che vorrebbe, soprattutto quelle i cui prezzi nei negozi – spesso grazie a major e grandi gruppi – risultano praticamente proibitivi.

La ‘lista nera‘ la conosciamo: così come sappiamo bene che, in materia di torrent, è The Pirate Bay il ‘caso’ più conclamato. In Italia era stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo nel 2008, con una denuncia ai quattro creatori e gestori per violazione della normativa in materia di diritto d’autore (il blocco di IP e DNS è tutt’ora in vigore).

La buona/cattiva notizia (giudicate voi) è che il processo di appello ai fondatori di The Pirate Bay, si è concluso con una nuova condanna per tre degli imputati. I giudici infatti, hanno ridotto la pena in termini di detenzione, ma hanno aumentato la multa, che ora ammonta a circa 4 milioni di euro. Un durissimo colpo inflitto alla pirateria o l’ennesimo esempio di una legislazione che non si arrende ai nuovi sistemi di distribuzione musicale?

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