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Cage Against The Machine: 4′ e 33′ di silenzio primi in classifica

L’anno scorso l’iniziativa aveva ricevuto una impressionante copertura mediatica e riscosso un successo senza precedenti: “Killing in the name” dei Rage Against The Machine era arrivata al numero 1 della classifica inglese con quasi 503.000 download. Un successo e – insieme – un segnale forte al mercato discografico: la rete è un soggetto importante in

pubblicato 8 Novembre 2010 aggiornato 30 Agosto 2020 23:24


L’anno scorso l’iniziativa aveva ricevuto una impressionante copertura mediatica e riscosso un successo senza precedenti: “Killing in the name” dei Rage Against The Machine era arrivata al numero 1 della classifica inglese con quasi 503.000 download. Un successo e – insieme – un segnale forte al mercato discografico: la rete è un soggetto importante in termini di vendite, anche se rimane una realtà difficile da manipolare per i propri intenti promozionali.

Quest’anno il tentativo parte da una motivazione etica: l’idea di fare più attenzione a quello che viene prodotto in musica, ai contenuti e alle realtà che sono dietro le grandi case discografiche. La scelta del pezzo da spedire ai primi posti delle classifiche, ha qualcosa di surreale. Nel lontano 1952, il genio della musica contemporanea John Cage, decise di comporre 4’33”. Cos’era? Quattro minuti e trentatré secondi di silenzio. Ognuno poteva scegliere i musicisti e gli strumenti: ma non doveva suonare nulla per il tempo prestabilito.

Un’opera chiaramente provocatoria, che negli anni ha ispirato molti (chi si ricorda il minuto di silenzio di Alessio Bertallot e i suoi Aeroplanitaliani al Festival di Sanremo?) e che ora diventerà il simbolo di questa sorta di ‘protesta collettiva’ denominata con una certa ironia “Cage Against The Machine“.

C’è già l’immancabile pagina Facebook, ovviamente. Importantissime però anche le adesioni di alcune organizzazioni che tutelano la passione dei più giovani per la musica e le difficoltà legate al disagio adolescenziale. Un’iniziativa importante e – lo diciamo ancora – ‘etica’. Con in più il divertimento di vedere in vetta alle charts qualcosa che non si è mai visto: il suono che non c’è. Per ora C.A.T.M. è a quota 40000 adesioni. Facciamo vincere loro, questo Natale?

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