31 anni fa nacque il primo walkman: ricordi di una musica che cambia
Leggo su Devicemag che sono passati ben 31 anni da quando la Sony realizzò il Walkman. Si, il mitico Walkman, un oggetto tanto mitico da diventare sinonimo di lettore di audiocassette. E non importa che fosse quello “vero” o meno: tutti ne avremmo posseduto almeno uno. Chissà che fine ha fatto il mio… da qualche
Leggo su Devicemag che sono passati ben 31 anni da quando la Sony realizzò il Walkman. Si, il mitico Walkman, un oggetto tanto mitico da diventare sinonimo di lettore di audiocassette. E non importa che fosse quello “vero” o meno: tutti ne avremmo posseduto almeno uno. Chissà che fine ha fatto il mio… da qualche parte in un cassetto.
Questa notizia mi ha fatto ricordare di quanto io fossi in simbiosi con il mio Walkman: dalle cassette con canzoni registrate anche in bassa qualità dalla radio, si passò ai lettori cd che, ora, sembrano grossi come bauli. Ma tralasciando il lato nostalgico, aveva anche caratteristiche frustranti che con il passare del tempo diventavano semplicemente insopportabili (e son certo di non essere l’unico, vero?):
Le cuffie: le più usate erano quelle diaboliche, ” a forma di cerchietto”, che ti infilavi sulla testa e la spugna dell’auricolare aderiva alle tue orecchie, creando quell’effetto cappa per cui in estate, raggiungevano temperature tropicali.
Le pile: di quelle ne servivano a manciate, ricordate? Ne mettevi quattro, poi dopo qualche ora tutto iniziava a rallentare. Ma solo “nella tua testa”, perchè nel tuo walkman la voce assumeva toni demoniaci e invece di ascoltare gli Aqua ti sembrava improvvisamente di ascoltare l’audio book di un film di Dario Argento.
Il nastro: il walkman ci cibava di musicassette. Ne ho avuto sempre più convinzione con il passare del tempo. E generalmente accadeva con le tue canzoni preferite. Si incartava improvvisamente, aprivi il lato del lettore e trovavi il nastro esattamente incastrato nelle rotelle. E, da tranquilla passeggiata al parco, il tuo pomeriggio diventava delicato come un’operazione a cuore aperto, intento a recuperare la pellicola perduta.
Le dimensioni: Se il lettore portatile era anche ragionevole, per il walman che leggeva anche cd, si sfociava nell’assurdo. Camminavi per la strada, tenendolo in mano come fosse un fresbee oppure nella tasca della giacca (regolarmente poi sdrucita) che ti provocava “l’effetto fagotto”. E avevi l’agilità di un robot, per non rischiare di fare movimenti bruschi e vedere il tuo walkman fare un volo in mezzo alla strada.
Il sole: su quello stendiamo un velo pietoso: lasciavi il walkman con la cassetta dentro, in macchina, e la trovavi fumante, con il nastro utilizzabile solo come decorazione per pacchi regalo.
Invece, a livello musicale, ho ancora presente uno dei primi album che comprai: Marco Masini quando avevo le cassette (non fate quella faccia, era un ribelle malinconico in quel periodo) e poi 883 (come prima, Max Pezzali e Mauro Repetto erano la colonna sonora delle paranoie e della leggerezza di quel periodo… tze!). Successivamente ho scoperto anche la musica straniera e lentamente ho ampliato anche la mia conoscenza musicale. In quel periodo, chi non aveva il walkman era “out”, poi i tempi cambiano e gli usi tramontano con loro. Voi vi ricordate l’acquisto? Ve lo avevano regalato o ve lo siete comprato? E i primi album acquistati? Io forse, da qualche parte, in giro per casa, penso di averlo ancora: quando, invece, voi avete smesso di utilizzarlo? Fatemi sapere, non causatemi altra nostalgica… “Maliconoia”!
Foto | Flickr/Edvvc