Cristiano Godano e Riccardo Tesio dei Marlene Kuntz per il reading di “Terrore”
Provate a chiudere gli occhi ed immaginare l’odore dei libri consumati di una biblioteca antica: immaginate scaffali di legno gelosi di libri che circondano, nella penombra della sala, un punto luce che illumina il viso contratto di Cristiano Godano mentre legge – o meglio – interpreta il “Terrore”, racconto di cui è autore. Ad accompagnarlo
Provate a chiudere gli occhi ed immaginare l’odore dei libri consumati di una biblioteca antica: immaginate scaffali di legno gelosi di libri che circondano, nella penombra della sala, un punto luce che illumina il viso contratto di Cristiano Godano mentre legge – o meglio – interpreta il “Terrore”, racconto di cui è autore. Ad accompagnarlo alla chitarra c’è Riccardo Tesio, chitarrista dei Marlene Kuntz .
Nella sala convegni della Biblioteca delle Oblate di Firenze questa sera l’attenzione è catturata dalla narrazione intensa e coinvolgente del leader dei Marlene Kuntz.
Godano alterna momenti in voce a momenti in cui abbraccia la chitarra (una Gibson “diavoletto”) per sottolineare con loop psichedelici e noise (è la prima volta che vedo in una biblioteca una chitarra appoggiata con le corde sull’amplificatore) i momenti di angoscia e delirio che accompagnano il “percorso” del protagonista.
“I Vivi” è la raccolta di racconti scritti da Cristiano Godano da cui è tratto “Terrore”, un inquietante affresco della discesa del protagonista verso un limbo di paura: trovatosi all’interno di un ascensore questo comincia a scendere, inesorabilmente scende per ore, giorni verso le proprie fobie. L’elemento dell’inquietudine narrativa trova eco nella performance della chitarra di Riccardo Tesio, chitarrista dei Marlene Kuntz che assieme a Godano ha composto le musiche del reading.
Al termine dello spettacolo il pubblico applaude rapito e fa sentire di voler nuovamente la loro presenza sul palco: non può mancare il repertorio dei Marlene Kuntz, dice Godano “per farci contenti e per farvi contenti”. Ecco allora che parte “Bellezza” e poi “Lieve”, l’acustica della biblioteca è perfetta per dare il giusto corpo alla voce ed i sospiri di Godano che chiosano una serata di introspezione, angoscia e – forse – riflessione. Non da speranza di un ulteriore concessione: “sono le uniche (canzoni n.d.r.) che possiamo fare con solo due chitarre” dice prima di eseguire “Lieve”, poi congeda il pubblico augurando a tutti, serafico, la buonanotte.
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