Britney Spears: polemiche in Australia per i concerti in playback
Il pubblico americano è ormai ben abituato al fatto che Britney Spears canti i concerti in playback, ma gli australiani sono molto meno inclini a chiudere un occhio: durante le ultime esibizioni nella terra dei canguri, alcuni giornali hanno segnalato che molti fan infuriati se ne sarebbero andati in anticipo, protestando per il cosiddetto “lip-synching”
Il pubblico americano è ormai ben abituato al fatto che Britney Spears canti i concerti in playback, ma gli australiani sono molto meno inclini a chiudere un occhio: durante le ultime esibizioni nella terra dei canguri, alcuni giornali hanno segnalato che molti fan infuriati se ne sarebbero andati in anticipo, protestando per il cosiddetto “lip-synching” e, in generale, per una performance deludente.
Paul Dainty , manager della Spears, si è subito affrettato a bollare il tutto come una grande menzogna, sostenendo che nessuno spettatore abbia abbandonato i concerti prima del termine e aggiungendo poi che la cantante sarebbe molto contrariata da queste voci:
«Britney è a conoscenza di tutto questo, ed è estremamente seccata. Lei è un essere umano. Sono imbarazzato del fatto che con un entourage internazionale così grande che è qui per Britney, parte della stampa australiana diffonda notizie così inaccurate»
Probabilmente non sapremo mai la verità, ma di certo non deve essere il massimo pagare 200 dollari australiani (125€) per un concerto e ritrovarsi poi ad ascoltare il disco…
via | Rolling Stone