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GreenDay: 21st Century Breakdown censurato da Wal-Mart

La scure della censura si abbatte sugli artisti non solo in Paesi finto-democratici (vedi la Cina con gli Oasis) ma anche nella super liberale America. A farne le spese questa volta sono i GreenDay, che per le vendite del loro ultimo album dovranno fare a meno del sostegno di Wal-Mart: “21st Century Breakdown” non comparirà

di piero
pubblicato 24 Maggio 2009 aggiornato 31 Agosto 2020 09:11

La scure della censura si abbatte sugli artisti non solo in Paesi finto-democratici (vedi la Cina con gli Oasis) ma anche nella super liberale America. A farne le spese questa volta sono i GreenDay, che per le vendite del loro ultimo album dovranno fare a meno del sostegno di Wal-Mart: “21st Century Breakdown” non comparirà mai sugli scaffali della storica catena di negozi, perché ricco di parolacce ed offese nei testi quindi ritenuto non adeguato agli ‘standard morali’ adottati dall’azienda.

La decisione è giunta in seguito ad un ricatto invito esplicito dei boss di Wal-Mart alla band, nel quale quest’ultima veniva “esortata” a modificare i contenuti se voleva garantita la distribuzione del disco nelle migliaia di punti vendita sparsi per la Nazione. Invito ovviamente rispedito al mittente.

Billie Joe Armstrong e compagni hanno replicato senza mezzi termini:

«Non siamo nel 1953. Non abbiamo mai censurato nessun nostro disco e non lo faremo adesso. Ci chiedono di ripulire i testi e togliere le parole che “loro” ritengono offensive? Ma chi sono questi signori? Dove vivono? E soprattutto non si rendono conto che il nostro unico peccato è stato quello di usare il linguaggio dei ragazzi americani? Se tagliassimo e pulissimo i testi perderemmo la credibilità, prima di tutto proprio con i nostri fan. È impossibile!».

Va detto che Wal-Mart non è nuova a questo genere di decisioni, e il provvedimento non è un attacco diretto e personale ai GD: la politica dell’azienda prevede da molto tempo che tutti i CD che hanno sulla copertina il bollino “Parental Advisory” (quello che avvisa i potenziali acquirenti che i contenuti sono espliciti) vengano rifiutati.

In ogni caso per la band il danno derivato dalla censura non pare poi così grande, almeno per il momento. “21st Century Breakdown” in pochi giorni negli USA ha venduto 215mila copie e conquistato la numero uno della classifica, alla faccia dei bacchettoni!

Via | La Stampa

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