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Emanuele Dabbono: “Ci troveranno qui” – La recensione

Emanuele Dabbono al suo primo EP “Ci troveranno qui” dimostra di avere un’identità musicale e vocale chiara, decisa. E’ roba sua, e si sente. Un po’ Ligabue, un po’ Nek, un po’ troppo poco U2, si distingue per una palpabile maturità artistica. Discutibili i testi di alcuni brani, più pensati per essere musicali che per

di aleali
pubblicato 29 Luglio 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 20:34

Emanuele Dabbono al suo primo EP “Ci troveranno qui” dimostra di avere un’identità musicale e vocale chiara, decisa. E’ roba sua, e si sente. Un po’ Ligabue, un po’ Nek, un po’ troppo poco U2, si distingue per una palpabile maturità artistica.

Discutibili i testi di alcuni brani, più pensati per essere musicali che per offrire un significato comunicativo lineare, rischio che si corre quando si fa musica rock ammiccando al mondo pop. Un po’ più di densità si rende necessaria.

Per essere il primo vero album da “emergente visibile” convince e si fa riascoltare volentieri, più di quanto non accada per gli album di cover degli altri partecipanti al talent show X Factor. Complice, ovviamente, la presenza di soli brani inediti. Bravo.

A seguire, la pagella di Soundsblog traccia per traccia:

Emanuele Dabbono – Ci troveranno qui

Voto complessivo: 7

Voto ai singoli brani:

Ci troveranno qui – 7
Revolver – 7
Nove su Dieci – 7
Ora lo so (mostar) – 8
L’attesa – 8
Mio Padre – 8

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