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Italia Wave Love Festival: la cronaca del secondo giorno

Avevamo cominciato con la rinuncia dei The Verve. Stavolta invece per il secondo giorno nessuna defezione d’eccellenza, anzi tanti concerti eccellenti e non solo al Main Stage. Capite tutte le location mi sono mosso a mio agio su tutti i palchi alla ricerca di conferme, qualche piacevole sorpresa e la dimensione live di alcune hit

pubblicato 18 Luglio 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 20:44


Avevamo cominciato con la rinuncia dei The Verve. Stavolta invece per il secondo giorno nessuna defezione d’eccellenza, anzi tanti concerti eccellenti e non solo al Main Stage. Capite tutte le location mi sono mosso a mio agio su tutti i palchi alla ricerca di conferme, qualche piacevole sorpresa e la dimensione live di alcune hit ormai sentite e risentite.

Stavolta riesco ad arrivare allo Psycho Stage più o meno in tempo per i nomi più blasonati: mi perdo Jerusa Barros e Sarah Schuster ma arrivo in tempo per vedere i Toomuchblond e, porca miseria, nonostante siano tutti pressoché ventenni si muovano sul palco come veterani e suonano davvero bene. Se ne sentirà parlare, fidatevi…

E’ il momento di Paolo Benvegnù , lasciatemelo dire, per me è uno degli artisti più sottovaluti di oggi. Si presenta sul parco imbracciando la sua chitarra e con tanto di archi e piano e regala un set stupendo. Cantautore rumoroso ed emozionante si muove fra brani del nuovo e del vecchio album con un’intensità rara. Cambio di palco ed ecco salire Jules De Martino e Katie White alias The Ting Tings. Lei è bella di quella bellezza che su un palco raddoppia. Suonano, molto più lui di lei, usano molte basi registrate ma in tutto sommato niente male. Si ballano le hit, si canta e ci si diverte.

Tempo di cena e via che ci si sposta sul Main Stage. Purtroppo anche per stavolta mi perdo i primi due gruppi in apertura, i Pan del Diavolo e Saba. La serata è dedicata ai ritmi e alle contaminazioni e i Freshlyground ci sguazzano: vengono dal Sud Africa e il loro folk è elegante e suggestivo. Menzione d’onore alla scatenata e scatenante cantante…

Cambio di palco lungo ed estenuante ed ecco Sergent Garcia: reggaeton, hip hop, ma anche rock. Patchanka insomma e della miglior specie. Pian piano lo stadio si riempe e in un attimo siamo tutti lì sotto a ballare. Metto insieme le forze ed aspetto, con un po’ di curiosa trepidazione, gli headliner della serata. Cee-Lo dal vivo sembra più grosso di quello che si vede in tv, Danger Mouse si muove sul palco con una maestria rara. Gli Gnarls Barkley suonano davvero: c’è Crazy, Run, Smiley Faces e la bellissima Gone Daddy Gone. Se qualche anno fa pensavate che fossero un gruppo da una sola estate ecco le prove acustiche che vi sbagliate.

A questo punto sono stanco ma non mi voglio perdere una capatina ad Elettrowave. Il tempo di entrare e mi rimetto subito in sesto. Location fantastica, musica più che giusta, tanta (troppa forse?) gente. Aspetto i The Whip e per una quarantina di minuti ballo come un ossesso. I quattro di Manchester ci sanno fare decisamente e il pubblico apprezza, me compreso. Oggi passo per recuperare le forze, quindi domani niente recensione del giorno. Se qualcuno c’è e vuole raccontarcelo la mail è sempre la stessa: suggerimenti@soundsblog.it . Ci si vede sabato per Pivot, The Chemical Brothers e una lunga nottata ad Elettrowave.