“Quando sarò capace di amare”: nel nuovo lavoro Ron rilancia Giorgio Gaber
Torna in pista Ron. Esce giovedì “Quando sarò capace di amare”, il nuovo disco di Ron, cantautore raffinato e mai banale. Il nuovo lavoro vede le collaborazioni illustri di Mogol, Lucio Dalla, Alex Britti, Neffa e Renzo Zenobi. Il tema, manco a dirlo, l’amore, in tutte le sue facce. La title track e’ una delle
Torna in pista Ron. Esce giovedì “Quando sarò capace di amare”, il nuovo disco di Ron, cantautore raffinato e mai banale. Il nuovo lavoro vede le collaborazioni illustri di Mogol, Lucio Dalla, Alex Britti, Neffa e Renzo Zenobi.
Il tema, manco a dirlo, l’amore, in tutte le sue facce. La title track e’ una delle piu’ belle e meno conosciute canzoni di Giorgio Gaber del 1994: ”L’ho cantata al Premio Gaber nel 2004 –dichiara il cantautore – fece un’impressione straordinaria al pubblico. Aspettavo l’occasione per inciderla”.
Il nuovo album contiene tra le altre “Evviva il grande amore”, una canzone di Mogol che Ron incise nel lontano 1975: ”Usci’ in sordina, purtroppo, l’ho voluta riproporre. La registrai con un allora ancora sconosciuto Ivan Graziani che suonava la chitarra”.
C’è Britti che suona la chitarra “Stella che non splende”, firmata da Kaballà; Lucio Dalla suona il clarinetto in “Se vorrai”, testo firmato da Neffa; “Occhi” ha un testo di Renzo Zenobi, mentre “Sigillo del tuo cuore” è liberamente ispirato al Cantico dei Cantici dal Vecchio Testamento.
L’uscita del nuovo lavoro è anche l’occasione per Ron per fare il punto sullo stato della musica italiana. E la risposta non è positiva: ”Gli artisti italiani – dice Ron – non sono tutelati, non sappiamo come far ascoltare alla gente le nostre canzoni perche’ gli stranieri occupano il 99% degli spazi nelle radio. Se continua cosi’ diventiamo come la Polonia”.
“‘Siamo schiavi di un sistema – prosegue ancora il cantante – che non ci permette di farci sentire. Come molti colleghi, mi trovo in una situazione in cui non so come far ascoltare questo disco. La gente sente tantissimo la radio, ma nelle radio piu’ importanti sono sempre gli stessi. Spero che arrivi una legge come quella francese che obblighi il 30% di musica straniera e il 70% di italiana”.
Le case discografiche? ”Hanno le mani legate, devono rispettare ordini che arrivano da Oltreoceano, fanno politica di mantenimento, non investono. Quasi quasi vado casa per casa a promuovere le mie canzoni: bisgona avvicinarsi più alla gente”