Recensione: Giua “Giua”
Dell’esordio di questa ragazza dal grande talento vi avevamo già detto qualcosa. Maria Pierantoni Giua, in arte semplicemente Giua, dopo aver vinto quasi tutti i premi possibili e ottenuto tanti riconoscimenti – l’ultimo poche ore fa – ha partecipato a Sanremo e ha appena ripubblicato il suo omonimo primo disco, con ben 4 pezzi in
Dell’esordio di questa ragazza dal grande talento vi avevamo già detto qualcosa. Maria Pierantoni Giua, in arte semplicemente Giua, dopo aver vinto quasi tutti i premi possibili e ottenuto tanti riconoscimenti – l’ultimo poche ore fa – ha partecipato a Sanremo e ha appena ripubblicato il suo omonimo primo disco, con ben 4 pezzi in più.
E’ giunto dunque il momento di dedicarle la giusta attenzione. Appassionata di musica d’autore, italiana e brasiliana in primis, suona da anni anche se anagraficamente è giovanissima. Si esibisce dal vivo (la sua dimensione ideale) in tanti festival e ogni volta che sale sul palco, specie da sola con la sua chitarra, incanta il pubblico.
Arriva così ad essere notata da Beppe Quirici (produttore dei migliori dischi di Fossati e Gaber) che la prende sotto la sua ala esperta e le produce questo disco raffinato. Grazie anche alla presenza di alcuni dei più grandi musicisti in circolazione, da Elio Rivagli (batteria) a Stefano Melone (tastiere), da Marco Fadda (percussioni) a Martina Marchiori (violoncello).
Compresa la partecipazione di Armando Corsi, uno dei nostri più importanti chitarristi, suo maestro e amico. Si può dire che Giua sia una cantautrice “classica”; tra l’altro firma lei tutti i brani, facendosi aiutare nei testi da Gianluca Martinelli (già paroliere per Carlo Fava).
Il genere con cui si misura è quanto di più lontano ci sia dallo standard sanremese e infatti forse non viene notata come avrebbe meritato. Poco male, la ragazza si (ri)farà. Intanto questo suo disco piace, convince, coinvolge e mette le basi a un futuro tutto in crescita.
Con una voce che conquista e ammalia, passa da tematiche intime e profonde a slanci ironici, con una delicatezza rara sorretta da una altrettanto evidente determinazione. Un album che piacerà agli appassionati dalla canzone d’autore, con quel suo approccio musicale magari non proprio nuovo ma che riesce comunque ad essere originale. Difficile, infatti, paragonarla a un cantautore preciso: Giua ha già un suo stile riconoscibile… e non è poco.
Questa la tracklist con i [voti] ad ogni canzone.
01 Tanto non vengo [8]
02 Argento vivo [7]
03 Si abbassa la luna [10]
04 Aprimi le braccia [9]
05 Petali e mirto [8]
06 Ortiche [6]
07 Morbidamente [9]
08 Terra e rivoluzione [8]
09 Una casa ubriaca [9]
10 Niente poteva andar meglio [7]
11 Streghe [7]
12 Tremore lucido [7]
13 Organizza la notte [6]
14 (ghost track) La donna cannone (di Francesco De Gregori) [6]