Soundsblog intervista DJ Cerla aka Floorfilla /2
Eccoci qua con la seconda e ultima parte dell’intervista con DJ Cerla. Per chi non avesse letto la prima parte (pubblicata ieri), eccola disponibile a questo link. Ringraziamo nuovamente DJ Cerla per la sua disponibilità e per averci regalato il suo punto di vista su questa probabile rivoluzione sonora nel mondo della Dance.Come sarà la
Eccoci qua con la seconda e ultima parte dell’intervista con DJ Cerla. Per chi non avesse letto la prima parte (pubblicata ieri), eccola disponibile a questo link.
Ringraziamo nuovamente DJ Cerla per la sua disponibilità e per averci regalato il suo punto di vista su questa probabile rivoluzione sonora nel mondo della Dance.
Come sarà la dance del 2008? Sei ottimista riguardo un probabile ritorno della tanto rimpianta musica “commerciale” ?
Sì. Ma nulla ritorna mai nella stessa forma: sarebbe come se nel 1991 fosse riesplosa la dance con Den Harrow!
Sono portato a pensare che il sound di svolta avrà pesanti influenze anni ’90, ma rivisitate sotto la luce della tecnologia musicale moderna (compressione, limiting, suoni in precedenza “impossibili”, ecc). Certi brani di Gala, Soundlovers, Da Blitz sono di una contemporaneità sconvolgente, e infatti sono hit devastanti in pista.
Basterà perciò solo lasciarsi andare, senza preoccuparsi di essere… “troppo maranza”!
Hai qualche novità che ti riguarda da anticiparci?
Sto realizzando un nuovo progetto per la Xenergy, di cui sono piuttosto soddisfatto…
Anthem #5 è uno dei miei pezzi preferiti, da cosa è nato?
Dal nulla: stavo realizzando le tracce dell’album “United Beatz” e volevo una frase di synth molto carica ed evocativa. Mi è venuta in mente la melodia di uno sceneggiato italiano anni ’70, e l’ho scritta. Poi, per caso, ho ritrovato il disco della colonna sonora di quello sceneggiato: in realtà la melodia era completamente diversa, molto meno adatta, e la mia memoria l’aveva “masticata” e modificata. Meglio così: non è un plagio.
Penso che l’attuale musica “da ballo” si ispiri troppo ad una visione consumistica incentrata sulla discoteca. La dance di fine/inizio millennio, invece, si incentrava su piccole situazioni di vita quotidiana, cercando di far sorridere, riflettere e divertire, spesso dava insegnamenti positivi. Ti trovi concorde con questa affermazione? Le tue impressioni a riguardo.
Era semplicemente un po’ più ingenua. E, come tutte le cose ingenue, più accattivante ed efficace.
In generale, un po’ di ingenuo entusiasmo fa molto bene alla discoteca, lo vediamo quando siamo in tour in zone del mondo un po’ meno fighette dell’Italia.
A cosa ti ispiri tu, invece, per i tuoi brani?
Visualizzo una pista piena e carica di fronte a me e immagino qualcosa che possa fare esplodere all’inverosimile quella pista.
Questa è la tua “BLACK BOX”, puoi dire quello che ti pare, a chi ti pare e come ti pare.
Dato che è una BLACK BOX, ne approfitto per ringraziare ancora i Black Box, gruppo dance degli anni ’90, che mi insegnarono tutto quello che so sulla produzione musicale.