I Placebo restano un duo
Brutta cosa invecchiare. Insomma, non che io sia vecchio, ma quando a un concerto ti trovi circondato da gente che ha la metà dei tuoi anni, significa che di tempo ne è passato ormai. Uno degli effetti collaterali dell’invecchiamento – che ha anche dei lati positivi, intendiamoci – è il lento stillicidio di miti della
Brutta cosa invecchiare. Insomma, non che io sia vecchio, ma quando a un concerto ti trovi circondato da gente che ha la metà dei tuoi anni, significa che di tempo ne è passato ormai. Uno degli effetti collaterali dell’invecchiamento – che ha anche dei lati positivi, intendiamoci – è il lento stillicidio di miti della gioventù che vanno in pezzi, un continuo colpo al cuore peggiore anche dei capelli bianchi che cominciano a spuntare. A pochi giorni di distanza dall’annuncio di Trent Reznor, un’altra storica band della mia giovinezza perde un pezzo: Steve Hewitt, batterista dei Placebo, lascia la band. Lapidario, come sempre in questi casi, la dichiarazione affidata a Brian Molko, cantante e leader del gruppo
“Stare in una band é come portare avanti un matrimonio. Come spesso accade nelle coppie e, ancora di più in un trio, le persone si allontanano nel corso degli anni. Dire che l’amore è passato è riduttivo, considerando tutto quello che abbiamo raggiunto insieme. Semplicemente a un certo punto si realizza di volere cose diverse e di non poter vivere sotto lo stesso tetto”.
Sconosciuti i motivi del divorzio, anche se – nonostante l’accenno a generiche “divergenze” – il tutto è avvenuto in via assolutamente amichevole; gli altri due infatti non sono nemmeno rientrati dalle vacanze, e non stanno ancora cercando un valido sostituto. Come mi trovo a dire ormai troppo spesso, speriamo in bene. A seguire un bel live della famosissima “Twenty Years”.