La Mp3 generation riscopre il fascino del vinile
Ah, il vinile! Nell’era digitale ormai il disco sembra essere preistoria, eppure esistono fenomeni in controtendenza davvero interessanti. Dando uno sguardo ai dati di vendita dei negozi musicali degli ultimi sei mesi, in articolo pubblicato oggi su La Stampa ci si è resi conto con sorpresa che i vinili sono stati commercializzati il 13% in
Ah, il vinile! Nell’era digitale ormai il disco sembra essere preistoria, eppure esistono fenomeni in controtendenza davvero interessanti. Dando uno sguardo ai dati di vendita dei negozi musicali degli ultimi sei mesi, in articolo pubblicato oggi su La Stampa ci si è resi conto con sorpresa che i vinili sono stati commercializzati il 13% in più di quanto non avvenisse in passato, un aumento che equivale ad un record. Il mondo si chiede chi abbia ancora a casa (e funzionante) un lettore di 45 giri, e il mondo risponde che sono in molti ad averlo e non hanno nessuna intenzione di rinunciarvi (me compreso).
Secondo Stuart Smith, titolare di un negozio della Leamington Spa, i vinili sono molto amati anche dal pubblico giovanile, che preferisce mostrare oggi nelle proprie camerette (e alle proprie fidanzate) una bella collezione visibile e personalizzante di dischi, piuttosto che un hard disk strapieno di brani piratati. Non è quindi una volontà conservatrice di mantenimento refrattario delle vecchie tecnologie, ma una nuova affezione ad un prodotto dal sapore artigianale che emoziona e dà valore alla musica.
Una tendenza di mercato (anche italiana, vedi i progetti discografici di Vasco Rossi) che diventa presto un’offerta di commercializzazione che si allarga alle novità discografiche: due terzi dei singoli prodotti in Gran Bretagna oggì vengono pubblicati anche nel formato in vinile, edizioni limitate che permettono di vendere più singoli perchè collezionabili. L’elemento di forza del 45 giri sembra essere proprio la sua “scomoda” tangibilità. Le dimensioni importanti e la confezione in cartoncino stampato con la velina protettiva interna, il particolare “rumore dei silenzi” tra un brano e l’altro, il posizionamento manuale della puntina e il roteare di uno strumento che produce senza dubbio suoni più avvolgenti di qualsiasi altro mezzo ultra tecnologico in commercio. Il grande mito del vinile, e i giovani londinesi ce lo dimostrano, non è mai tramontato. A seguire, un video che farà piacere a tutti i nostalgici. Pink Floyd, non dico altro.