Un rigurgito di Brit Pop: The Stone Roses
Anche se il termine suona bene, a distanza di quasi 20 anni, faccio fatica a considerare il Brit Pop una “categoria” ancora viva. Ok, i due gruppi più rappresentativi sembrano avere ancora qualcosa da dire: i Blur si riuniranno e qualcosa bolle anche nella pentola Oasis, ma ormai fanno storia a se.Nonostante tutto anche altri
Anche se il termine suona bene, a distanza di quasi 20 anni, faccio fatica a considerare il Brit Pop una “categoria” ancora viva. Ok, i due gruppi più rappresentativi sembrano avere ancora qualcosa da dire: i Blur si riuniranno e qualcosa bolle anche nella pentola Oasis, ma ormai fanno storia a se.
Nonostante tutto anche altri co-protaginisti (e anche qualche comparsa) sono tornati sulle scene, i Kula Shaker prima, poi i Verve ed adesso è la volta degli Shed Seven (via NME)… che dire, peccato che l’ unico personaggio “vero” sia rimasto Ian Brown; poco talento, poca voce ma un disco bellissimo, Stone Roses (nella foto) come l’ omonima band.
L’ ascesa e il declino degli Stone Roses sono stati il vero calendario del fenomeno Brit Pop, una traiettoria simile a quella dei Sex Pistols (anche se il Punk era ed è altra cosa). Un disco d’ esordio (citato in precedenza) quasi “rivoluzionario” seguito dal nulla (se per voi Second Coming è un disco)… comunque, preso da un raptus di nostalgia vi invito a continuare la lettura e giustarvi I Wanna Be Adored, brano d’ apertura di Stone Roses, 1989.