Bonnie Tyler, Westlife e Glee: promossi e bocciati per “Total Eclipse of the Heart”
Quando accendi la radio e trovi come prima canzone “Total Eclipse of the heart“, difficilmente sei tentato di cambiare stazione (a meno che tu non sia particolarmente depresso, a quel punto è consigliabile migrare altrove…). Mi è capitato questa mattina ed è stata una sorpresa gradita. Chi di voi non l’ha amata o non la
Quando accendi la radio e trovi come prima canzone “Total Eclipse of the heart“, difficilmente sei tentato di cambiare stazione (a meno che tu non sia particolarmente depresso, a quel punto è consigliabile migrare altrove…). Mi è capitato questa mattina ed è stata una sorpresa gradita. Chi di voi non l’ha amata o non la conosce?
Colei che l’ha cantata per prima è stata Bonnie Tyler, nel 1983. Non è stata però lei a scriverla e produrla, bensì Jim Steinman, compositore e produttore per Barbra Streisand e i Boyzone. Il brano doveva essere cantato da Meat Loaf: la casa discografica non voleva pagare il lavoro di Steinman e così è stata affidata alla Tyler. Credo che ancora oggi, stiano mangiandosi i gomiti. Pensate che solo nella versione originale, il brano ha venduto qualcosa come 5 milioni di copie.
E’ noto poi una serie di cover della canzone, fino a perdersi ai giorni nostri. Alcuni nomi? Tori Amos, L’aura (in una versione italiana, Eclissi del cuore) e tanti altri. Ma oggi vogliamo metterla a confronto con la rilettura (diciamo così…) da parte dei Westlife e dal telefilm Glee… Promossi o bocciati?
Era il 2006 quando uscì in tutto il mondo ‘The love album’, ottavo disco in studio e secondo di cover per i Westlife. Al suo interno, tra i numerosi brani ricantati, anche quello di Bonnie Tyler. Partiamo col dire che l’album fu un grandissimo successo per il gruppo. Ne uscì solo un singolo, The Rose, e in Uk vendetta qualcosa come un milione di copie. Mica bruscolini. Il secondo pezzo da far uscire doveva essere ‘Total eclipse of the heart’, ma alla fine non vide mai la luce (come singolo). E fortunatamente, aggiungo. Perchè questa cover è qualcosa che non doveva essere fatta.
Partiamo da presupposto che interpretare brani storici del passato come questo è quasi sempre un’impresa suicida. Non sarà mai allo stesso livello del precedente e rischia sempre di essere una copia sbiadita dell’originale. Questo ne è l’esempio. Bonnie Tyler ci metteva l’anima nel cantare il pezzo. La sua voce era ruvida, vissuta, intensa ed esasperata. Passava da momenti in cui sembrava voler gridare il suo dolore, fino ad attimi di sofferente resa. I Westlife, come spesso capita nelle boyband per ragazzi, svolgono un compitino preciso. Ma è quello che non deve sembrare con questa canzone. Non c’è sentimento, non c’è pathos. Sembra già di poter vedere un video immaginario in cui loro passeggiano per la strada, mentre alcuni flashback riportano alla mente storie d’amore tormentate. Bei visi, occhi umidi di teatrale lacrime. Già visto ma, sopratutto, già sentito. Le loro voci pulite ed ‘educate’ non sono adatte al pezzo. E lo trasformano in qualcosa di cui potevamo pure fare volentieri a meno. Bocciati.
Un altro esempio di cover di ‘Total Eclipse of The Heart’ ci viene, proprio recentemente, dal serial Glee. E qua il tema è ancora più delicato di prima. Glee vive principalmente grazie alle cover di brani e artisti famosi, in un contesto di trama leggera e divertente. Non viene fatta cantare a caso ma ha un legame ben definito con la storia che stanno raccontando. E, nella prima serie del telefilm, viene eseguita la cover di ‘Total Eclipse of the Heart’. A farlo, Lea Michele. Ed è proprio lei che salva il tutto. Esasperata la scelta di inserire questa canzone in un banale e piccolo problema di cuore come quello raccontato, ma è la voce intensa della Rachel televisiva a convincere. Bello il duetto con Jonathan Groff, la voce ‘debole’, in contrasto con quella passionale (anche se un po’ miagolata…) della Michele. Forse è la voce femminile ad essere più adatta a questo tipo di canzone, ma in un confronto con i Westlife, questa è la versione che salvo. Promossi.
Alla fine di questo confronto, l’unica e storica versione è quella di Bonnie Tyler. Non per niente continua a passare da un decennio all’altro. E a fare da sfondo a scene di film (“Bandits”), telefilm (“Nip & Tuck” e anche serie italiane (“Romanzo criminale”).
Oltre che alla vita stessa delle persone da 30 anni a questa parte.