Davide Shorty: “Non vivo Sanremo 2021 come un riscatto. L’esperienza a X Factor è stata positiva”
Le dichiarazioni a Soundsblog di Davide Shorty, uno degli 8 giovani artisti che si esibiranno al Festival di Sanremo 2021, sezione Nuove Proposte.
Al termine della serata finale di Sanremo Giovani 2020, andata in onda venerdì scorso su Rai 1, sono stati decretati i nomi degli 8 giovani artisti che si esibiranno al Festival di Sanremo 2021, nella sezione Nuove Proposte. Uno di loro sarà Davide Shorty, cantautore, rapper e producer proveniente da Palermo, che ha conquistato un posto per Sanremo 2021 grazie alla canzone Regina.
Nell’incontro stampa avvenuto il giorno dopo la finale di Sanremo Giovani, noi di Soundsblog abbiamo chiesto a Davide Shorty se il Festival di Sanremo 2021 rappresenti per lui una sorta di riscatto dopo l’esperienza di X Factor, al termine della quale dichiarò di aver vissuto un momento personale difficile:
Non vivo Sanremo come un riscatto dopo l’esperienza a X Factor. L’esperienza a X Factor è stata positiva, non è stato positivo quello che ho vissuto dopo. Lavorai in un certo modo che non mi fece stare bene. Grazie a quel periodo, ho capito che bisogna sempre stare attenti alla salute mentale e all’igiene mentale, soprattutto. Dobbiamo stare attenti ai pensieri che ci mettiamo in testa, si entra in un loop da cui è difficile uscire. La depressione in Italia è ancora un argomento tabù, va sdoganato. Più che un riscatto, è una crescita. Nel periodo di X Factor, indossavo panni che mi erano stati messi addosso, adesso ho un vestito che mi sono cucito da solo, insieme a persone che ho scelto io. Mi sento più centrato e ho imparato a volermi bene. Volersi bene è un processo continuo. Nella vita, ci saranno sempre up e down, sono grato di essere in un momento della vita in cui sono pronto ad accettare tutto, nel bene e nel male.
Di seguito, trovate altre dichiarazioni di Davide Shorty rilasciate ai colleghi giornalisti:
La meditazione serve sempre, non solo a Sanremo. La pressione è un modo per conoscersi meglio. Ho sempre cercato di mettermi in situazioni non troppo confortevoli. E’ in queste situazioni, che si cresce veramente. La vera competizione è con me stesso, non con gli altri. Durante l’esibizione, ho avuto un reflusso e ho pensato al disastro ma ho dato un colpo di addominali e ho continuato. Questo, grazie all’esperienza. In questi due mesi, dovrò stare attento a capire chi dovrà dirigere l’orchestra e ho già un’idea. E, inoltre, voglio continuare a fare un lavoro sulla mia performance personale. Ora come ora, non sento la pressione. Il mio obiettivo era arrivare all’Ariston ed è stato raggiunto. Vincere o perdere, non mi interessa molto. Stare su quel palco è un sogno che diventa realtà.