Home Interviste Yuman: “Essere arrivati fino a qui è importante, significa che qualcosa da dire, ce l’ho…” (Video)

Yuman: “Essere arrivati fino a qui è importante, significa che qualcosa da dire, ce l’ho…” (Video)

L’intervista di Soundsblog a Yuman, in gara a Sanremo Giovani 2021, in onda su Rai 1 il 15 dicembre, con la canzone Mille Notti.

15 Dicembre 2021 04:54

Il 15 dicembre 2021, in prima serata su Rai 1, andrà in onda l’edizione di quest’anno di Sanremo Giovani. Tra i 12 artisti in gara, ci sarà anche Yuman.

Yuman, artista nato a Roma 26 anni fa da madre italiana e padre capoverdiano, si esibirà con la canzone dal titolo Mille Notti.

Noi di Soundsblog l’abbiamo intervistato. Per la prima volta, Yuman canterà un brano in lingua italiana e il cantante si è soffermato soprattutto su questo aspetto.

Yuman: le dichiarazioni

La tua canzone si intitola Mille Notte, qual è il significato di questo brano?

Questa canzone rappresenta, per me, un passo quasi autobiografico. Non voglio puntare tutto su quello ma è come se fosse un discorso che io farei ad un ipotetico padre, avendo le parole, visto che, a voce, non ci riesci, cantandolo o strillandolo, invece, lo puoi fare. Si può comunicare un messaggio.

Nel corso della tua carriera, hai pubblicato solo singoli in lingua inglese e questo sarà il tuo debutto per quanto riguarda la lingua italiana. Come mai hai deciso solamente adesso di cantare nella tua lingua?

Perché, in realtà, non ci ho mai creduto tanto, l’ho sempre trovata una cosa molto più difficile di quello che, magari, può essere perché, se affrontato con leggerezza, un testo in italiano, semplice ma efficace, rende molto di più di mille paroloni, mille cose… Non l’ho mai preso in considerazione perché l’inglese ha una fonetica diversa, ci sono molte più vocali, si può allungare una parola, strecciare come vuoi, nessuno ti dirà mai niente. In italiano, invece, devi fare molta attenzione, soprattutto al significato dei testi, quindi è una cosa che sto provando solo adesso.

La scelta della lingua è una questione solamente tecnica o c’è un discorso riguardante l’esternare le cose, anche dal punto di vista della timidezza?

In realtà sì, sono sempre riuscito di più ad esternare i miei pensieri e i discorsi in inglese piuttosto che in italiano. Più che alla timidezza, penso all’autocritica perché, in italiano, sei autocritico al mille per mille, è la tua lingua giustamente, sai tutto. Se canti in inglese, invece, in una lingua che non è la tua, non puoi comprenderne bene tutti i meccanismi. Ci vuole allenamento in entrambe, questo è sicuro.

Dal punto di vista musicale, invece, come descriveresti la tua musica a chi ancora non ti conosce?

Non mi piace dare generi quindi metterò almeno quattro slash! Soul, R&B, pop e anche un po’ di folk, perché no, ci sta sicuramente molta anima…

Ci sono degli artisti che ti hanno ispirato nella tua vita?

Tantissimi! Da Dire Straits ai Genesis, dai Pearl Jam ai Kiss, Paolo Nutini, Bob Marley, Sting… Di tutto, veramente.

Una domanda che ho fatto a tutti: che clima si è istaurato tra voi cantanti? Ho notato un bel clima fin da subito…

Non me l’aspettavo nemmeno io, non me l’aspettavo… Sono tutti molto tranquilli, sembriamo già amici poi dopo non si sa mai! Alla fine, comunque, non c’è motivo di ostacolarsi anche perché puntiamo tutti allo stesso obiettivo, se ci aiutiamo facciamo anche prima!

Arrivare a Sanremo per te cosa significherebbe?

Arrivare a Sanremo significherebbe avere una realtà da toccare con mano quindi credere veramente in queste cose. Già a dire che sono in finale tra i giovani vuol dire che è una cosa importante, vuol dire che un ruolo ce l’hai, che qualcosa da dire ce l’hai.

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