Home Diodato Diodato, Così speciale: “Un album pieno di momenti, nel disco ci sono io ma mi piace pensare di non essere solo” (intervista video)

Diodato, Così speciale: “Un album pieno di momenti, nel disco ci sono io ma mi piace pensare di non essere solo” (intervista video)

Così speciale, il nuovo disco di Diodato. Guarda l’intervista video al cantautore su Soundsblog e leggi tutte le dichiarazioni

24 Marzo 2023 13:27

Diodato ha pubblicato il nuovo disco “Così speciale“, disponibile dal 24 marzo 2023, per Carosello Records. Il cantautore torna con un album dalla forte identità sonora, che riesce a passare dall’intimità di un piano e di una voce ad arrangiamenti corposi, potenti, che sublimano i concetti espressi in una catarsi sonora. Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato, “Così speciale” è un album figlio della volontà di essere suonato soltanto da musicisti in carne ed ossa ed è stato prodotto e mixato da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015, e masterizzato da Giovanni Versari. Le sessioni di registrazione che hanno portato alla sua nascita, che hanno compreso anche sezioni orchestrali, sono state realizzate spesso in presa diretta, senza ulteriori sovraincisioni, soprattutto per quanto riguarda i brani in cui emerge più il sound da band.

Il nuovo progetto si compone di dieci tracce che rappresentano dieci attimi di vita, “sguardi sul mondo e tuffi negli abissi interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita”. Ancora una volta Diodato ci conduce al cuore delle questioni umane, arrivando in profondità, per tornare a rifiorire in superficie ancor più forti, consapevoli e arricchiti dal proprio vissuto.

L’album di Diodato “Così speciale” – anticipato dall’omonimo singolo– arriva dopo lo straordinario successo del disco “Che vita meravigliosa” (certificato platino), uno dei progetti discografici più seguiti degli ultimi anni e tra i più premiati della storia della musica italiana, anticipato da “Fai Rumore”(Carosello Records), brano certificato triplo disco di platino con cui Diodato ha trionfato nel 2020 al 70esimo Festival di Sanremo e con cui si è esibito nel 2022 all’Eurovision Song Contest di Torino, regalando a tutto il mondo una performance iconica e indimenticabile. Fanno parte del disco “Che vita meravigliosa” anche l’omonimo brano – disco d’oro – parte della colonna sonora de “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek, che gli è valso per la miglior canzone originale il premio David di Donatello, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro, e il grande successo “Fino a farci scomparire” (certificato disco d’oro).

Abbiamo intervistato Diodato per parlare del suo nuovo disco, Così speciale. E la sensazione è proprio quella, che il titolo racchiude l’essenza dell’album. A seguire l’intervista video con le domande e le relative risposte.

In “Ci vorrebbe un miracolo” canti i tempi caotici di oggi, l’indifferenza e il populismo mentre, nella seconda traccia – il singolo “Così speciale”- si parla dell’importanza delle cose perdute e davvero importanti. Quanto è complicato aggrapparsi ai veri valori (amicizia, riconoscenza, amore) in un mondo così frenetico e asettico? C’è il rischio di ‘adattarsi,’ perdendosi?

Viviamo in una società che ci impone un certo caos e una marea di input che arrivano in continuazione, è davvero difficile tornare alle cose semplici, che poi sono davvero quelle essenziali di tutti i giorni.  E’ un po’ quello che provo a fare con le mie canzoni, riflettere su ciò che ho vissuto e molto spesso le cose più potenti sono cose molto semplici e immediate che ho avuto la fortuna di condividere con altre persone. Sì, è sicuramente complesso farlo in un mondo come quello di oggi, un mondo che comunque sempre sempre ad entrare anche attraverso i cellulari, telefonini, anche dentro casa. Se non spegni mai il cellulare le informazioni continuano ad arrivare, quindi in certi momenti -almeno per quanto mi riguarda- è necessario distaccarsi, provare a spegnere tutto e provare a riflettere, accendere la testa.

In “Lasciati andare” la mente razionale e cinica è quella che convince il cuore a lasciarsi andare. Una combo inusuale ma efficace. Che equilibrio di percentuali c’è, nella tua vita, tra ‘ragione e sentimento’? E’ sempre stato così oppure è cambiata, crescendo?

Io vivo una continua lotta tra ragione e sentimento, tra testa e cuore. “Lasciati andare” è una canzone che racconta proprio questo anche se in quel caso le parti sono un po’ capovolte, è la testa che dice al cuore “lasciati andare”.  La testa che paradossalmente prova ad essere meno razionale, è una cosa che vivo da sempre. Ognuno di noi, con la proprie ferite, deve fare i conti e molto spesso cerchiamo di tutelarci, evitare di ricadere negli stessi errori e questo ci porta a non vivere realmente, intenzionalmente la nostra vota. E’ una cosa che mi riguarda da vicino, uno scontro che ho imparato a giocare anche grazie alla musica.

Il disco è molto personale, pieno di riflessioni e analisi su se stessi e sul rapporto con gli altri, tra autodifesa, fame d’amore e diversità. In tutte le tracce c’è la collaborazione con Tommaso Colliva. Mi racconti la genesi di questo lavoro? Per quanto tempo ci hai lavorato e quanto è stato catartico, per te?

Questo è un album in cui sicuramente ci sono io ma mi piace pensare di non essere solo. Ho incontrato, in questi anni, tantissime persone. Mi sono mischiato con loro, ho ascoltato tanto le persone che ho incontrato. Il mio tentativo è stato quello anche di provare a raccontare tutta questa umanità. Le canzoni nascono da momenti di riflessioni e solitudine, di allontanarmi da quel periodo intenso e caotico e riflettere sulle cose che sono state davvero le cose importanti e provare a scriverle, a tirarle fuori, quando sento quell’esigenza. Inizio a scriverle da solo, a lavorarle e produrle con una prima parte del provini, con le idee musicali e gli arrangiamenti. Poi vado in studio con il produttore che, anche in questo album è Tommaso Colliva. Lì inizia un confronto. Io avevo le idee molto chiare e Tommaso -oltre ad essere un grandi produttore di grandissima esperienza-  ha un’attenzione umana (forse per il fatto anche che siamo molto amici) e ha capito come prendermi, mi lascia sfogare in studio, per ore, con le mie follie. Lo ammetto perché sono attentissimo ai dettagli. Lì inizia un momento di confronto, si decidono i musicisti da chiamare per risuonare quelle canzoni. Io voglio fortemente che i miei album siano suonati da persona in carne ed ossa, che ci siano musicisti a vibrare con me e ad amplificare quelle sensazioni. Poi c’è tutta quella fase successiva, di missaggio, abbasta folle per quanto mi riguarda: sento cose che magari inizialmente senso solo io perché le ho immaginare in quel momento. Non è facile per chi mi sta vicino, capirle e arrivare ad un punto di congiunzione che immagino e che magari non so spiegare a parole. Sono molto contento, mi sento molto rappresentato da questo lavoro

“Ormai non c’eri che tu” racconta la fiducia di essere ‘vulnerabili’ e disponibili in una storia d’amore nonostante un lieto fine assente, quando l’altra persona sparisce e diventa assente dalla nostra vita. In “Ci dobbiamo incontrare”, invece, si parla di un legame profondo che deve essere salvaguardato da commenti, opinioni e giudizi esterni. Quanto il giudizio ti ha condizionato o ti condiziona, nella vita?

Il giudizio non mi ha poi condizionato così tanto. Mi dispiace più che altro, leggere o sentire persone che. in qualche modo, volevano dire la propria anche su cose che non conoscevano. Ma non mi ha mai condizionato più di tanto, credo di sapere un po’ dove sia la verità, qual è il luogo dove risiede. E mi piace pensare che le persone con cui ho vissuto determinate storie, ricordino sempre l’indirizzo di quel luogo ed è un luogo dove sarebbe bello incontrarsi.

Cosa, per te, oggi è “Così speciale”?

Credo che ognuno di noi abbia vissuto in questo passato recente, momenti anche abbastanza complicati. A mio avviso abbiamo avuto la possibilità di riconoscere le cose importanti. Molte volte sono le più semplici come condividere una serata con degli amici. Molto spesso ho riconosciuto, in quelle cose semplici, le cose importanti e speciali. Questo album è pieno di momenti. E’ speciale per me anche poter fare musica perché mi aiuta a trasformare emozioni che ho vissuto da emozioni molto personali a emozioni che iniziano a viaggiare in un altro piano e che permettono poi agli altri di avvicinarsi a quello che racconti e forse anche riconoscersi. Credo che la musica sia speciale proprio per questo, è davvero una mano tesa verso qualcuno, un ponte verso qualcuno da cui poter andare e che arriva nella tua vita grazie a quello che fai.

A seguire, lo streaming di “Così speciale”, il nuovo album di Diodato:

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