The Darkness all’Alcatraz di Milano: il miglior tour della band inglese? (live report 14 Novembre 2023)
The Darkness all’Alcatraz di Milano, 20 anni dopo il primo concerto, sempre con Permission To Land: un grande spettacolo rock and roll
Compie 20 anni il debut-album che lanciò immediatamente la carriera dei The Darkness nella stratosfera: Permission To Land uscì nel Luglio 2003, e il primo concerto del gruppo inglese si tenne all’Alcatraz di Milano nel Febbraio 2004. Fu un buon concerto (anche perché fu aperto dai Wildhearts), con la pecca di durare troppo poco (70 minuti, con anche qualche tempo morto e un paio di cover) e il sospetto che la voce acuta di Justin Hawkins non sarebbe durata a lungo. Il cantante in effetti ebbe qualche problema alle corde vocali nei mesi successivi, ma fra la sua capacità di intrattenitore sul palco e una manciata di ottime canzoni in ogni nuovo disco, la band è ancora qui.
Oggi festeggia 20 anni suonando tutto il disco per intero, e onestamente questo tour rende totalmente giustizia a Permission To Land, 20 anni dopo. La band è carica come non mai, i suoni sono ottimi, Justin sa come dosare la voce e soprattutto sa ancora come mettersi in verticale a testa in giù e incitare la folla battendo i piedi.
Il lato vocale è sempre stato quello che più impensierisce un fan quando va ad un concerto dei Darkness, e stasera è possibile che sia stata la migliore performance fra le decine suonate in Italia in queste due decadi (ma non le ho viste tutte, solo una decina). Sul lato musicale, quindi, niente da dire: è stato suonato per intero un album che trasuda rock and roll, ed è stato suonato bene.
Sul lato dell’intrattenimento, beh, i Darkness sono maestri come non mai, e praticamente tutto è sulle spalle del frontman. Che si tratti di Justin che ferma tutto dopo Love Is Only A Feeling, sostenendo che l’assolo finale è il suo preferito da suonare e non l’ha eseguito bene perché un braccialetto si era impigliato fra le corde, e fa riprendere la canzone (senza nessuna sbavatura) partendo dall’ultimo ritornello, solo per godersi in pieno il momento dell’assolo; oppure la missione impossibile (ma compiuta, per un minuto intero) di chiedere di metter via i cellulari “perché tanto lo spettacolo sta venendo ripreso in diretta da RadioFreccia”, o il discorso LGBTQ+ in cui dice che ci sono molti più generi rispetto ai banali “uomo” e “donna”, e per quanto lui voglia lodare la bellissime donne Italiane, è comunque pronto a fare una ammucchiata e leccare più fig** possibili e succhiare i cazz* di tutti perché siamo tutti belli e il nostro genere non importa.
La band (chiamiamoli per nome: Frankie Poullain, sempre rilassatissimo al basso, Dan Hawkins, Rufus Taylor) lo sostiene in tutto per tutto, e nei bis è l’intero gruppo ad uscire vestito con vestaglie di seta e boxer.
Il pubblico milanese, davanti a tutto questo, perde la testa e fa cori da stadio, salta, poga. Tutto quello che serve ad un concerto rock and roll. Grazie, Darkness.
Per questa volta non ho da condividere foto scattate da me sotto al palco, ma potete vedere quelle di Elena Di Vincenzo sulla pagina di RadioFreccia, che ha anche trasmesso il concerto in diretta radio-televisiva. Facendo un salto nel passato, possiamo rivivere alcune delle apparizioni dei Darkness in Italia guardando i foto-report pubblicati su Soundsblog: Milano 2017, Milano 2016, Trezzo 2013, Milano 2013 e anche una video-intervista con Dan Hawkins del 2013
The Darkness a Milano: la scaletta del Permission To Land 20th Anniversary Tour
Black Shuck
Get Your Hands Off My Woman
Growing on Me
The Best of Me
Makin’ Out
Givin’ Up
Love Is Only a Feeling
Curse of the Tollund Man
Stuck in a Rut
How Dare You Call This Love?
Street Spirit (Fade Out) (Radiohead cover)
Holding My Own
Friday Night
I Believe in a Thing Called Love
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I Love You 5 Times
Love on the Rocks With No Ice