Fear Factory a Milano: distruggere tutto, meglio che mai (live report 16 Novembre 2023)
A Milano i “nuovi” Fear Factory hanno dimostrato di saper ancora spaccare tutto, con un club show da mandare agli annali!
Lo ammetto, non sapevo cosa aspettarmi da questo concerto: il DisrupTour dei Fear Factory è un (lungo) tour di presentazione dell’italianissimo nuovo cantante Milo Silvestro, entrato nella band 8 mesi fa e non ancora ascoltato alla prova su disco.
Ci sarebbe stata tanta gente? Il Santeria Social Club sarebbe stato all’altezza? E Milo sarebbe stato capace di raccogliere la pesante eredità lasciata da Burton C. Bell?
90 minuti dopo, con la faccia sciolta dalla potenza degli amplificatori del club milanese, posso dire un commosso (e sorpreso): sì, questi nuovi Fear Factory spaccano tutto, più che mai e meglio che mai.
Accettando che la loro dimensione, nel 2023, sia come band che riempie i club e non da headliner di festival metal, c’è da dire che il gruppo sa prendere in mano il pubblico e trascinarlo in un vortice di violenza catartica, suonando addirittura senza transenne e a diretto contatto con i fan. Milo non si risparmia i bro-fist, gli high-five e le semplici strette di mano con le prime file durante tutto il concerto, e le mani degli adoratori di Dino Cazares sfiorano spesso la sua chitarra. E la musica? Come dicevo, è stata veramente potente, suonata con la precisione di un metronomo e cantata con la giusta convinzione (ed estensione vocale) da Milo, totalmente a suo agio sul palco e abile nell’usare tutta la tecnologia di cui dispone.
Visto che un concerto è fatto anche dal pubblico, qui c’è l’ulteriore sorpresa della serata: i capelli grigi o le teste ormai prive di capelli compongono la maggior parte della visuale in una Santeria strapiena, e nonostante questo i fan che seguono i FF da almeno due decadi si sono esibiti in un pogo costante e furioso per tutta la durata del concerto, mentre ai lati del pit tutti cantavano a piena voce e facevano headbanging.
E’ chiaro che tutto questo possa aprire un dibattito filosofico: se in una band cambiano quasi tutti i membri, compreso il cantante, la si può considerare ancora la stessa band? Sinceramente viviamo in un’epoca di compromessi, e questo io penso di poterlo accettare: d’altronde tutto gira ancora intorno a Dino Cazares, presentato come il musicista a cui si deve la maggior parte della musica metal moderna, con i suoi breakdown, i suoi riff e l’idea di passare dal death all’industrial. Accanto a lui c’è un’altro manico come Tony Campos, anch’egli pioniere del nu-metal e presenza scenica importante sul palco. Di Milo Silvestro abbiamo già detto tutto il bene possibile, andando anche oltre ogni più rosea previsione, e se chiamano Pete Webber il metronomo umano ci sarà un perché.
E’ giusto essere nostalgici del passato, è comprensibile sentire la mancanza di alcuni membri della formazione storia di una band, ma i Fear Factory non hanno mai suonato così bene negli ultimi 20 anni.
Prima dei Fear Factory, una band sicuramente scelta direttamente dal buon Dino: le Butcher Babies, in compagnia delle quali il chitarrista si è fatto fotografare per il poster del tour.
Purtroppo però “le” Butcher Babies sono temporaneamente “la” Butcher Baby: Heidi si presenta da sola sul palco, perché Carla Harvey è rimasta in America per un serio problema di distacco alla retina. Devo dirlo: ho sempre considerato Carla più affidabile come voce, ma Heidi mi ha completamente stupito questa sera, prendendo sulle spalle tutte le canzoni e tutto lo show, e cantando meglio che mai. Si può pensare quel che si vuole sulle BB (e, va notato, Heidi ha suonato copertissima), ma di certo sanno muoversi sul palco e convincere tutti a saltare e pogare. Fanno un bel macello, ed è esattamente quello che serve per chi sta suonando prima dei Fear Factory.
Mentre ancora il locale si sta riempiendo, anche gli Ignea hanno suonato un bel set compatto, mostrando le doti vocali di Helle Bohdanova che passa senza problemi dal growl alla melodia più acuta. Sono Ucraini, sono felici di essere in tour, e invitano tutti ad andare a visitare la loro nazione una volta che la guerra sarà finita: assistere ad un loro show in patria deve essere sicuramente una grande esperienza.
Spero che i Ghosts Of Atlantis possano perdonarci se abbiamo perso il loro set, in apertura di serata. Vederli parcheggiati fuori dal locale, con un camper vecchissimo, fa assaporare la voglia di metal che scorre nelle loro vene e sotto il loro facepaint.
Fear Factory a Milano: la scaletta del DisrupTour
Shock
Edgecrusher
Recharger
Dielectric
Disruptor
Powershifter
Freedom or Fire
Descent
Linchpin
What Will Become?
Slave Labor
Archetype
Martyr
Demanufacture
Zero Signal
Replica
Resurrection
Butcher Babies a Milano: la scaletta
BACKSTREETS OF TENNESSEE
Red Thunder
Monsters Ball
KING PIN
WRONG END OF THE KNIFE
It’s Killin’ Time, Baby!
Beaver Cage
SPITTIN’ TEETH
Last December
Magnolia Blvd.