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Ma quale idea di Pino D’Angiò: leggi il testo e scopri il significato della canzone

Il testo completo della canzone Ma quale idea, cantata da Pino D’Angiò. Ascolta il brano e scopri il suo significato, la storia dietro le parole, che ti aiuterà a comprendere appieno la sua essenza musicale.

9 Febbraio 2024 18:14

“Ma quale idea” di Pino D’Angiò è sicuramente un brano iconico della carriera del cantante campano, all’anagrafe Giuseppe Chierchia, classe 1952, originario di Pompei. Il singolo, uscito nel 1980, è diventato un successo in Italia, nonostante non sia mai stato particolarmente alto in classifica, ed è stato pubblicato in circa 30 paesi, vendendo oltre 10 milioni di copie. Lo stile di D’Angiò ha reso questa canzone una delle hit degli anni ’80: del resto il personaggio resta ‘sui generis’, ricordato anche per uno svenimento in scena sul palco dell’Ariston durante il Festival di Sanremo 1989.

Il testo di Ma quale idea

Il brano, scritto da Pino D’Angiò e arrangiato da Enrico Intra, fu pubblicato nel 1980 come 45 giri su etichetta Ri-Fi. Tik Tok ha riportato Ma quale idea in auge, regalandole una seconda gioventù. Ascolta Ma quale idea qui.

L’ho beccata in discoteca con lo sguardo da serpenteIo mi sono avvicinato lei già non capiva nienteL’ho guardata m’ha guardato e mi sono scatenatoFred Astaire al mio confronto era statico e imbranatoLe ho sparato un bacio in bocca uno di quelli che schiocca
Sulla pista indiavolata lì per lì l’ho strapazzataL’ho lanciata riefferrata senza fiato l’ho lasciata!Tre le braccia m’e cascata era cotta innamorataPer i fianchi I’ho bloccata e ne ho fatto marmellata!
Oh yeaSi dice cosi no?E poiE poi
Che idea!Ma quale idea?Non vedi che lei non ci sta?Che idea!Ma quale idea?È maliziosa ma sapra tenere a bada un superbullo buffo come teE poi che avresti di speciale che in un altro no non c’è!
Che idea!Ma quale ideaNon vedi che lei non ci sta?Che idea!Ma quale idea?
Attento lei lunga la sa!Lei ti farà girare in tondo senza avere maiLe cose che pretendi e scusa in fondo scusa tu che dai!
M’è venuta una pensataNella tana l’ho portataLe ho versato un’aranciata lei s’è fatta una risataAl mio whisky si è aggrappata e cinque litri s’è scolataMi sembrava bell’è andata m’ha baciato I’ho baciataAd un tratto l’ho agganciata dalle braccia m’è sgusciataM’ha guardato l’ho guardata I’ho bloccata accarezzataSul visino suo di fata ma sembrava una patata!L’ho acchiappata I’ho frullata e ne ho fatto una frittata!
Oh yeaSi dice cosi no?E poi
Che idea!Ma quale idea?Non vedi che lei non ci sta?Che idea!Ma quale idea?È maliziosa ma saprà tenere a bada un superbullo buffo come teE poi che avresti di speciale che in un altro no non c’è!
Che idea!Ma quale ideaNon vedi che lei non ci sta?Che idea!Ma quale idea?Attento lei lunga la sa!Lei ti farà girare in tondo senza avere maiLe cose che pretendi e in fondo scusa in cambio tu che dai!
Che idea!Ma quale idea?BallaBeh, ballaBalla
Che idea!Che idea!Che idea!Ma quale idea?BallaBalla (ma quale idea?)Che idea!Ma quale idea?Non vedi che lei non ci stàBallaBallaChe idea!

 

Il significato della canzone Ma quale idea

Il personaggio di Pino D’Angiò si è sempre presentato come uno ‘sciupafemmine’ più piacione che ‘efficace’. Il brano Ma quale idea richiama situazioni e atmosfere alla Fred Buscaglione, di cui riprende un po’ i temi e ‘i racconti’, ma in maniera ironica ma mescolata a quell’edonismo e a quel ‘riflusso’ che caretterizzo il periodo che andò dalla fine degli anni ’70 all’inizio degli ’80. Un’epoca segnata dal disimpegno sociale e politico dopo gli Anni di Piombo.

Va, dunque, inquadrata in questa cornice la canzone di Pino D’Angiò, che per ‘immagini narrate’ oggi suona non in linea con la sensibilità contemporanea, anche se il ritornello evidenzia proprio ‘l’inadeguatezza’ dell’iniziativa ‘di conquista’. Non va dimenticata, comunque, la cifra ironica che attraversa il brano.

L’ho beccata in discoteca con lo sguardo da serpenteIo mi sono avvicinato lei già non capiva nienteL’ho guardata m’ha guardato e mi sono scatenatoFred Astaire al mio confronto era statico e imbranatoLe ho sparato un bacio in bocca uno di quelli che schiocca
Un primo incontro in discoteca – erano gli anni della ‘Febbre del Sabato Sera’ – tra una ragazza che il protagonista ritiene provocante e che non riesce a resistere al fascino del ballerino e dell’uomo che non deve chiedere mai (slogan di una celebre pubblicità anni ’80).
Sulla pista indiavolata lì per lì l’ho strapazzataL’ho lanciata riefferrata senza fiato l’ho lasciata!Tre le braccia m’e cascata era cotta innamorataPer i fianchi I’ho bloccata e ne ho fatto marmellata!
Uno ‘sciupafemmine’ compiaciuto delle sue tecniche, molto poco romantiche, di seduzione.
Oh yeaSi dice cosi no?E poiE poi
Che idea!Ma quale idea?Non vedi che lei non ci sta?Che idea!Ma quale idea?È maliziosa ma saprà tenere a bada un superbullo buffo come teE poi che avresti di speciale che in un altro no non c’è!
E qui c’è il ‘controcanto’, il ‘coro’ ironico che ricorda al protagonista il suo essere un ‘gallo cedrone’ , un “superbullo buffo” che si crede tanto, ma che non ha niente di speciale.
Che idea!Ma quale ideaNon vedi che lei non ci sta?Che idea!Ma quale idea?
Attento lei lunga la sa!Lei ti farà girare in tondo senza avere maiLe cose che pretendi e scusa in fondo scusa tu che dai!
Qui la ragazza viene dipinta come una che ‘tiene sulle spine’ il pappagallo di turno e che non cederà alle sue avances, anche perché lui non ha intenzione di portare nulla di serio in questa ‘relazione’.
M’è venuta una pensataNella tana l’ho portataLe ho versato un’aranciata lei s’è fatta una risataAl mio whisky si è aggrappata e cinque litri s’è scolataMi sembrava bell’è andata m’ha baciato I’ho baciataAd un tratto l’ho agganciata dalle braccia m’è sgusciataM’ha guardato l’ho guardata I’ho bloccata accarezzataSul visino suo di fata ma sembrava una patata!L’ho acchiappata I’ho frullata e ne ho fatto una frittata!
Nella strofa successiva, invece, il ‘gallo cedrone’ sembra aver raggiunto il suo scopo e parrebbe anche in maniera non pienamente consenziente. Nonostante il tono ‘ironico’ oggi è una strofa difficile da accettare senza storcere il naso e sentirsi in difficoltà. Va però inquadrata nell’epoca e nello ‘spirito’.

 

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