Cosa è successo nella terza serata di Sanremo 2024? Commento e resoconto ironico
Terza serata del Festival di Sanremo 2024: impressioni, opinioni e commenti in chiave ironica su cosa è successo. Tra il Fantasanremo e “lo spirito di John Travolta” con il ballo del qua qua
Il #ballodelquaquaGate ha aleggiato per tutta la terza serata del Festival di Sanremo 2024. Amadeus ha cercato di liquidare le polemiche delle ultime ore, invitando tutti a parlare di cose più importanti, dimenticano le critiche per lo sketch che ha visto protagonista John Travolta, divo di Hollywood, circondato da una serie di pupazzi a forma di papero. Un momento cringe che, bene o male, resterà nelle memorie di questo Festival. La ‘ramanzina’ di Amadeus ha sortito un unico effetto: ne hanno parlato tutti, per quasi tutta la serata.
Pensieri sparsi e impressioni sulla terza serata del Festival di Sanremo 2024
Il ballo del qua qua. Ancora, direte. Eh ma è diventato il tormentone involontario di queste ultime 24. Lo sguardo impacciato e smarrito di John Travolta mentre ricordava il ballo evergreen con Uma Thurman in Pulp Fiction e si ritrovava davanti Fiorello e Amadeus con il cappello a forma di becco di papera, resterà negli annali di tutti. Sicuramente anche nei suoi. Da allora, quello è il “momento terrore” di ogni ospite che sale sul palco, da Eros Ramazzotti (che prende in giro Amadeus) a Russell Crowe che cita Travolta e fa anche il segno del balletto con aria incredula. La preoccupazione dello spettatore da casa era di sentire una frase come “Mr Crowe, do you know the song “Il pulcino Pio“?. Fortunatamente non è accaduto.
I Ricchi e Poveri. Io continuo ad amare follemente loro e la canzone. A qualsiasi ora del giorno e della notte, sono sempre pronti a dare il massimo, carichi a molla. Angela appare più rampante ed energica di Tokyo ne “La casa di carta”. Salta, canta, balla, si sbraccia, mima la canzone. Forse, in tutto questo, ascolta anche un vocale su Whatsapp con le cuffie bluetooth e prenota una Enjoy.
L’ospite straniero e il collegamento con l’Italia. Ci risiamo. Anche stasera, con Russell Crowe davanti, siamo finiti a sentire: “Dicono abbia lontane origini di Ascoli Piceno o di Parma, ma ho sempre sentito questa connessione con l’Italia”. Se non è il cognome (come ieri con John Travolta), allora è un antico antenato. Come se in Italia servisse un alibi, una sorta di green card per giustificare la propria presenza al Festival. Un po’ come se andassimo in Messico e ci sentissimo obbligati a dire che vivremmo di tacos con chili di carne o che una nostra lontanissima antenata aveva avuto un fidanzatino messicano. E in Spagna via di entusiasmo e lodi per la paella, giurando che il nostro cognome prima aveva una “S” finale ma si è persa con il trasferimento del nostro trisavolo da Barcellona a Barletta.
Fantasanremo. Inizialmente divertente nel suo essere imprevedibile, quest’anno inizia ad essere un po’ stucchevole. Stasera si consegnavano e si scambiavano matite come fossero campioncini di profumo fuori da un negozio, si consegnavano fiori ai direttori d’orchestra (che ormai avranno una serra a casa), si battevano cinque come al termine di una partita di calcetto all’oratorio e Giulia Salemi si è visto portare via la borsa – momentaneamente- dai La Sad. Posso dire che rimpiango gli inizi quando qualcuno, timidamente, diceva “Papalina” prima di iniziare a cantare, spacciandolo per riscaldamento vocale? Ormai nulla sembra più un colpo di scena. Se uno inciampa per le scale, non temiamo per eventuali punti di sutura ma per quelli del Fantasanremo. Non diciamo più “Oddio, povero” ma pensiamo “Cazz0, perché non l’ho scelto per la mia squadra?!“. Inoltre si rischia l’effetto scontato, il “via libero a ogni cosa”, con frasi e azioni ripetute da tutti. Manca l’effetto sorpresa e il gioco ormai si sa. Insomma, non ci stupiremmo più nemmeno se vedessimo entrare sul palco Rose Villain sul triciclo di Saw L’enigmista.