Sangiovanni ci ricorda che è anche giusto fermarsi (e raccontarsi)
La lezione di Sangiovanni. Dopo una settimana di Sanremo 2024 tra risate, canzoni, emozioni, luci, entusiasmi e classifiche, c’è anche chi ha bisogno di prendere un respiro e scendere per un po’ dalla giostra.
In un mondo alla disperata ricerca di attenzioni, conferme, likes e cuoricini sparsi sui social, esiste anche la normalità. E questa include momenti di fragilità, di insicurezza, di malessere personale. Molti lo vivono, lo hanno vissuto e si possono riconoscere. Se la maggior parte degli influencer espone solo vacanze in posti esotici o locale trendy da consigliare per serate indimenticabili, c’è anche chi si mette a nud0 e racconta anche quello che non brilla, che non affascina e che non crea invidia: la realtà. Perché sa essere anche buia, lontana da frenesia, ricchezza e lusso. C’è il benessere (soprattutto esposto) ma anche il malessere. E quello in pochi lo vogliono condividere. Tra gli ultimi c’è Sangiovanni.
Tra i 30 Big in gara al Festival di Sanremo, il cantante vincitore di Amici è apparso in più occasioni “spento”, meno vivace e partecipe a quello che lo circondava. Rispetto all’esordio sul palco del Teatro Ariston con” Farfalle”, l’energia e la presenza scenica del giovane cantante è risultata più dimessa. E durante la sua partecipazione alla kermesse musicale, ha rivelato quello che provava e stava vivendo:
“Io non so dire se sto bene o sto male. Vivo tante difficoltà, mi sento fragile, mi sento debole. La canzone che porto in gara lo rispecchia, rispecchia dei momenti difficili che ho vissuto e sto vivendo. È pesante per me cantarla sul palco. Dentro questa canzone ci sono tanti pensieri e pesi che io porto sullo stomaco che tante volte non riesco a lasciare andare”
E con onestà ha anche aggiunto un passaggio importante:
“Spero davvero che prima o poi il tema della salute mentale diventi centrale. Anche gli uomini sono fragili. Non ho paura di dirlo”
Citando Cremonini, viene subito alla mente che in un mondo di aspiranti Batman nessuno vuole essere Robin. E pochi altri lo raccontano e lo ammettono apertamente.
Non siamo qua a sindacare, a chiederci o domandare quale genere di malessere stia provando o vivendo Sangiovanni. In passato si era raccontato a Le Iene, in un monologo, spiegando le sensazioni che aveva vissuto dopo la sua vittoria ed esperienza ad Amici:
“Ansie, problemi e paranoie che la musica faceva svanire sono tornate. La soluzione era diventata il problema. Ovviamente mi è crollato il mondo addosso. Mi ha fatto cadere. E un’altra volta ho dovuto chiedere aiuto, e cercare qualcuno che mi tendesse una mano. Raccontarsi non è facile. Può essere doloroso. Ma la terapia è come la palestra: devi farla spesso e sentire la fatica, il sudore, i muscoli indolenziti”
Essere sempre in forma, splendidi, immortalarsi mentre si è costantemente felici è semplice, comodo, nonché irreale e impossibile. Chiunque non può vivere costantemente sereno o felice. Ma può scegliere di apparire così, mostrando ai fan solo la facciata più accattivante.
Altri preferiscono essere reali, usare i social e la fama come mezzo di comunicazione e di messaggi nei quali potersi rispecchiare. Sapere di non essere soli, che altri stanno soffrendo o passando un momento difficile nella propria vita.
In alcuni casi è necessario alzare le mani, ammettere di aver bisogno di aiuto e sapere dire di aver bisogno di una pausa, di un periodo di stop. Così ha fatto Sangiovanni, rimandando l’uscita programmata del suo nuovo album e rinviando anche il tour al Forum di Assago:
“A volte bisogna avere il coraggio di fermarsi e sono qui per condividere con voi che ho deciso di farlo. L’uscita del mio album ‘privacy’ e il concerto al forum di Assago del 5/10 sono rimandati (…) Ho ricevuto tantissimo sostegno che non mi aspettavo e tantissima comprensione che per me in questo momento rappresentano la cosa più importante, anche perché mi sembra di sentire che quello che vivo io tocca tante persone e mi fa sentire meno solo. Davvero grazie”
Essere protagonisti di una festa continua e costante è l’immaginario ideale di tutti. Ma per viverla nel mondo più sano, c’è sempre un momento in cui si sceglie di abbandonarla per riuscire a sentire un suono diverso: la propria voce e i propri pensieri.
Prima di ritornare.