NOFX Final Tour a Milano: quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia (foto-report 11-12 Maggio 2024)
Il Final Tour dei NOFX è passato dal Carroponte di Milano, e ci ha lasciati tutti pieni di nostalgia
“Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.”
(Lorenzo de’ Medici, Canzona di Bacco)
“La giovinezza è uno stato di confidenza irrevocabile con la vita, durante il quale ci sembra che il tempo stia fermo, e che la sua fissità, la sua immobilità, coincidano con una misteriosa eternità del futuro.”
(Cesare Garboli)
Dalla fine degli anni Novanta un concerto dei NOFX ogni paio d’anni è stato una costante nella mia vita. Li ho visti al Teste Vuote Ossa Rotte, Deconstruction Tour, Punk In Drublic, e ovviamente molte volte come headliner – spesso in posti più piccoli, ma ultimamente in spazi sempre più grossi. La musica dei NOFX era presente durante la mia tardo-adolescenza, e fa una certa impressione pensare che adesso la band abbia deciso di ritrarsi dalle scene (dopo 40 anni di carriera), e che lo scorso weekend abbia suonato gli ultimi concerti di sempre in Italia.
Ho scritto recentemente su Punkadeka delle tribolazioni di chi va a concerti da 30 anni e inizia ad avere qualche problema con gli show nei centri sociali che iniziano a mezzanotte e mezza. Questi dei NOFX sono finiti molto presto, alle 23.15 ci si stava già dirigendo verso l’uscita, quindi il “problema” non era tanto legato al sentirsi vecchi perché si arriva stanchi alla fine dello show, ma piuttosto ci viene posto davanti il fatto che un capitolo della nostra vita si è chiuso.
Niente più urla “Ciccione! Ciccione!” verso Fat Mike (anche se onestamente non lo si urlava da un po’ di tempo, sia per evitare il body-shaming sia perché Mike è effettivamente dimagrito). Niente più tentazioni di urlare a Mike di smetterla di parlare e iniziare a cantare. Niente più Time Warp come intro del concerto. Niente più avere vent’anni e passare il giorno ad ascoltare cd.
Ma hey! Siamo qui per un ultimo giro, quindi anche se nessuno ha urlato “Ciccione!”, tutto il resto ci è stato servito in abbondanza, con (circa) 40 canzoni ogni sera, con il meglio di tre dischi e un greatest hits diverso suonato nelle due date.
E’ stato bello? Sì. La band era in forma? Più o meno, diciamo “nella media”. Il secondo giorno Mike sembrava aver già la voce più bassa, e infatti Melvin ha cantato moltissimo – stando sotto al palco, ho notato che molte strofe le iniziava Melvin e Mike gli faceva un cenno tipo “ok questa la canto io”.
Mike ha parlato tanto? Sì, tantissimo, è stato quasi un ritorno al passato, ma stavolta nessuno gli urlava di smettere di parlare e di iniziare a cantare. Ci ha raccontato del primo gruppo punk Italiano che lui abbia mai visto in concerto (Gli Indigesti), ha un po’ preso in giro i Pennywise, ha un bel po’ preso in giro la nostra attuale Presidente del Consiglio, ci ha rivelato la sua top 3 di songwriter preferiti (Brett Gurewitz, Tony Sly, Frank Turner), le migliori pop-punk band (Bad Religion, Rancid, NOFX) e tanto, tanto, tanto altro. La band si stava divertendo? Sì, molto. Melvin il primo giorno ha saltato in giro per il palco per tutto il tempo, e veder fare salti del genere a un 57enne è una bella impresa. Ribadisco: è stato bello, in un bel posto bello pieno di gente, a cantare tutti insieme in maniera a volte assordante. Ascoltando così tante canzoni da così tanti album, ci si rende anche conto di quanta varietà stilistica ci sia nella musica dei NOFX, dal pop-punk canticchiabile al metal più pesante, passando da pezzi in controtempo e con le trombe: la dimostrazione della loro perizia tecnica la troviamo nel finale dei due giorni, che è affidato ai 18 minuti di The Decline – sembra quasi un modo di non voler mettere fine alla pacchia. Eppure sì, è finita.
Ed è finita anche una parte della mia giovinezza. Per questo, lascio qui a futura memoria la Top 3 delle canzoni suonate in queste due sere che mi ricordano eventi specifici della gioventù, intervallate a foto di questi due giorni.
1. Don’t Call Me White
1997 circa, Radio Rock FM aveva un paio di programmi che accettavano richieste dal pubblico. Con gli amici delle superiori e dell’università ci scambiavamo molti messaggi tramite la segreteria telefonica della radio e le richieste di canzoni. Uno dei miei cavalli di battaglia era questa canzone da Punk In Drublic perché, beh, preferivo che gli amici mi chiamassero usando il mio nome (Paolo) e non il cognome (Bianco). RockFM la passò circa 200 volte, in quegli anni…
2. Champs Elysées
Un capodanno di fine millennio a Parigi, andare andare in giro ubriachi con amici a cantare Champs Elysées – sì, è una cover, ma noi avevamo in mente solo la versione veloce dei NOFX.
3. Franco Un-American
2003, l’odio viscerale per George W. Bush e la sua cazzo di guerra in Afghanistan, tutte le sue bugie e le sue
La militanza politica, le compilation di Rock Against Bush, il movimento di Punkvoter.com.
Tutto questo, riassunto in una canzoncina che prende in giro Bush e con una trombetta irresistibile, mentre 20 anni dopo Fat Mike dal palco dice che è incredibile che ora guardiamo a quei tempi e rivorremmo Bush al potere, perché poi è arrivato ben di peggio.
BONUS: Radio
Questa è bonus perché mi ricorda la mia intera vita, dall’adolescenza fino ad oggi.
“Then the music’s gotta be loud
For when the music hits I feel no pain at all
…
When I got the music I got a place to go”
Sì, è una canzone dei Rancid, ma è sempre bello sentirla cantare anche dai NOFX, che fortunatamente la mettono sempre in scaletta.
Se volete condividere la top 3 delle canzoni dei NOFX che vi siete goduti dal vivo, potete cercare questo post sulla pagina di MusicaMetal su Facebook e lasciare i vostri ricordi.
Potete leggere su setlist.fm le scalette complete del concerto dell’
11 Maggio e del
12 Maggio, e qui ci sono le ultime foto scattate.
Infine, una manciata di scatti dalle altre band del festival: tutte di buon livello, ma ci perdoneranno se l’articolo è solo una giusta commemorazione dei NOFX.