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Niente di male, Giorgia: il nuovo singolo è un invito alla leggerezza e al lasciarsi andare

Testo e significato della canzone “Niente di male” di Giorgia, una riflessione intima e profonda su una relazione e sulle sfide che ne derivano

18 Ottobre 2024 02:31

Niente di male è il nuovo singolo di Giorgia. La canzone, prodotta da Cripo e scritta da Mara Sattei, Alessandro La Cava, Federica Abbate, Nicola Lazzarin e Jacopo Pio Porporino, è ,e fonde l’unicità della voce di Giorgia con una produzione moderna e accattivante.

“Niente di male” è un brano dal ritornello indelebile che è anche un invito alla leggerezza e al lasciarsi andare perché “in fondo non c’è niente di male”.

Per anticipare l’annuncio del brano ai fan, nei giorni scorsi l’artista ha postato sui social alcuni video, primo tra tutti quello insieme al figlio Samuel in cui gioca sul gap generazionale tra genitore “boomer” e figlio della GenZ, mostrando il suo lato più ironico e divertente.

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Il testo di Niente di male

Leggi il testo di “Niente di male” di Giorgia.

(Uoh-oh-oh-oh-oh)
(Uoh-oh-oh-oh-oh-oh)
(Uoh-oh-oh-oh-oh)

Fogli di carta nella polvere ritrovo
Non ho mai finto di amare troppo, neanche poco
Non ho mai vinto neanche una volta
In questo gioco contro di me
E se domani io sarò altrove, perché la vita
Mi ha resa forte come un gigante e con fatica
Tu dove sei in questa mia salita? (Oh-oh-oh-oh)

Vorrei farlo sopra un pianoforte
Davanti a questa gente, sai, trovo risposte (Oh-oh-oh-oh)
È solo un modo per cercare Dio
Per far capire che dentro il riflesso tuo ci sono anch’io

E in fondo non c’è niente di male
Se ogni giorno ci sembra uguale
Dove finisco io inizi tе
Ma finiamo sempre per litigarе quanto basta
Perché il cielo in una stanza
Ci sembrava più grande di un monolocale
È strano, ma per te ho imparato ad accettare
Anche l’effetto collaterale

Rose nel giardino, mi sorprendo (Oh-oh-oh-oh)
Di quanto il tempo passa, io sto meglio
E vedo luci fuori campo
E tutto di un tratto mi risveglio, sono sola di notte
La luna abbraccia il sole che sorge
E perdo tutto io
Non ho mai, mai, mai
Giuro mai, mai, mai dormito pensando che

Vorrei farlo sopra un pianoforte
Davanti a questa gente, sai, trovo risposte (Oh-oh-oh-oh)
È solo un modo per cercare Dio
Per far capire che dentro il riflesso tuo ci sono anch’io

E in fondo non c’è niente di male
Se ogni giorno ci sembra uguale
Dove finisco io inizi te
Ma finiamo sempre per litigare quanto basta
Perché il cielo in una stanza
Ci sembrava più grande di un monolocale
È strano, ma per te ho imparato ad accettare
Anche l’effetto collaterale
Quando si ama solo per abitudine
È come fare il più grande crimine
Cercavo uno specchio per assomigliare alla tua immagine
Cercavo il tuo sguardo così da colmare il silenzio

Ma in fondo non c’è niente di male
Se ogni giorno ci sembra uguale
Dove finisco io inizi te
Ma finiamo sempre per litigare quanto basta
Perché il cielo in una stanza
Ci sembrava più grande di un monolocale
È strano, ma per te ho imparato ad accettare
Anche l’effetto collaterale

Il significato della canzone Niente di male

Il pezzo parla di una riflessione intima e profonda su una relazione e sulle sfide che ne derivano, affrontando temi come l’amore, la fatica di crescere e il confronto con sé stessi e con l’altro.

All’inizio, Giorgia esprime una sorta di vulnerabilità, parlando di come la vita l’abbia resa forte “come un gigante e con fatica” e di come non abbia mai vinto contro sé stessa in questa battaglia interiore: “Non ho mai vinto neanche una volta / In questo gioco contro di me“. La lotta interiore è palpabile, così come la consapevolezza che le difficoltà hanno contribuito a formare il suo carattere.

Il pianoforte diventa un simbolo di ricerca e di espressione: “Vorrei farlo sopra un pianoforte / Davanti a questa gente, sai, trovo risposte”. È attraverso la musica che la protagonista cerca risposte e anche una connessione più profonda con sé stessa e con l’altro, sottolineando che, nel riflesso dell’altro, si trova anche lei: “Per far capire che dentro il riflesso tuo ci sono anch’io”.

Un altro tema centrale è la dinamica complessa della relazione, in cui, nonostante l’amore, ci sono continui conflitti. Il verso “Dove finisco io inizi te / Ma finiamo sempre per litigare quanto basta” evidenzia l’interdipendenza tra i due, ma anche come questa intimità porti a scontri, piccoli e costanti. La metafora del “cielo in una stanza” che sembrava più grande di un monolocale suggerisce come le cose sembrassero migliori all’inizio, ma col tempo abbiano perso quel senso di vastità e meraviglia.

Infine, il pezzo si conclude con la rassegnazione a un amore che è diventato abitudine, un effetto collaterale che la protagonista ha imparato ad accettare: “È strano, ma per te ho imparato ad accettare / Anche l’effetto collaterale”.

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