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GHETTO, Simba La Rue feat. Baby Gang: testo e significato della canzone

Significato e testo della canzone “GHETTO” di Simba La Rue e Baby Gang, il pezzo cattura l’idea di una vita dura e pericolosa

18 Ottobre 2024 01:52

Prodotto da Higashi, GHETTO è una canzone di Simba La Rue e Baby Gang presente nell’album “Esci dal tunnel”, riedizione del precedente disco, disponibile dal 18 ottobre 2024. A seguire potete ascoltare il brano, leggere testo e significato.

CLICCA QUI PER IL LYRIC VIDEO DI “GHETTO” DI SIMBA LA RUE E BABY GANG.

Il testo di GHETTO

Ecco il testo di “Ghetto” di Simba La Rue e Baby Gang.

Higashi ha la potenza
(Uff, fuu, coff, coff)
(Uff, fuu, coff, coff)
Eh-eh, ah (Coff, coff)
Eh, ah

I’m from, I’m an Arab a Baghdad
Street life, bad boy non sta su Mustang (No, no)
Io sto in UK, I’m in London
Big ass, porta il suo booty da Compton (Seh, seh)
I’m from, I’m an Arab, a Baghdad
Street life, bad boy non sta su Mustang (No, no)
Io sto in UK, I’m in London
Big ass, porta il suo booty da Compton (Seh, seh)

Dormo sereno, mi sveglio borderline (Ah)
Macchina sportiva, la guido come Dominic (Toretto)
So-Sono io il cattivo come Green Goblin
Non mi interessa del podio, è una questione di soldi
Ero il più povero in mezzo ai poveri
In mezzo alle siringhe, in mezzo ai tossicomani (Ai tossici)
Non entro al Tocqueville, non mi vogliono
Ho dieci pali in contanti, non mi serve un portafoglio
Li metto nella borsa di Louis Vuitton
Se mi piace, me la compro pure da donna
Pr-Prendo Rivotril, faccio moonwalk
Ubriaco, le scopo solo la bocca

(E vedo tutti fare) Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff
E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”
E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”
E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”

Ho solamente due codici (Codici)
La prima: non parlo col 112, né 13 (No, no)
Secondo: non fotto le tipe dei miei amici
A sedici giravo, rubavo, recuperavo tutti i debiti (Ueom)
Non ho raccontato ancora nulla nei pezzi, credimi (No, no)
Dormivo nel treno a Milano, mi svegliavo a Termini
Vogliono la guerra, non sanno che noi siamo berberi (Pow)
Anche se non siamo famosi, belli, Gucci e Burberry (Burberry)

Sta-State esagerando (Ah-ah) con quelle bandane (Bandane)
Non siamo a Compton, amico, qui siamo a Milano (A Milano)
Dolce vita, moda, mafia e paninari (Ah)
Fate i duri, dal vivo siete invertebrati (Ah, ah)
Mi sta rincorrendo uno sbirro, Lupin e Zenigata (E Zenigata)
Ho il mio shooter, il mio amico Senegali (Senegali)
Il tuo bodyguard dovrà andare ad allenarsi, allenarsi (Ah)
Ma non salverà mai il tuo Audemars Piguet ([?])
Siamo in quattro macchine (Ah), tutti accavallati
Pronti per farti l’agguato (Ah), Dynamic RS 4
C’è un ergastolo nel bagagliaio (Bagagliaio)
Mio fratello dentro ha fatto quattro calendari (Ah)

E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”
E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”
E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”
E vedo tutti fare: “Uff, fuu, coff, coff, uff, fuu, coff, coff”

E vedo tutti fare: “Uff, coff, coff, coff, coff (Fuu, fuu), uff, coff, coff, coff, coff” (Fuu, fuu)
Uff, coff, coff, coff, coff (Fuu, fuu), uff, coff, coff, coff, coff

Il significato della canzone GHETTO

Il pezzo prodotto da Higashi è un ritratto crudo e diretto della vita di strada, con riferimenti espliciti a esperienze personali e influenze culturali. Il testo esplora il tema del disagio e della difficoltà di crescere in ambienti difficili, mescolando riferimenti alla cultura pop con il vissuto di chi affronta una realtà di criminalità e povertà.

La ripetizione del verso “I’m from, I’m an Arab a Baghdad / Street life, bad boy non sta su Mustang” enfatizza l’origine del protagonista e la durezza della vita di strada, in contrasto con l’idea di uno stile di vita da “bad boy” idealizzato, che non si riflette nei beni di lusso come la Mustang. Al contrario, la sua realtà è più aspra, con un forte legame alla città di Baghdad e alla vita vissuta in contesti difficili.

Il tema della marginalizzazione si intensifica con riferimenti come “Ero il più povero in mezzo ai poveri / In mezzo alle siringhe, in mezzo ai tossicomani“, che dipingono un quadro di disperazione e difficoltà. Qui emerge un senso di alienazione e l’idea che il protagonista provenga da un ambiente disagiato, circondato da tossicodipendenti e condizioni precarie. La sua vita è lontana dai luoghi di lusso, come si vede nel verso “Non entro al Tocqueville, non mi vogliono”, che esprime come venga escluso da certi contesti sociali nonostante abbia denaro in contanti.

Un altro aspetto interessante del testo è il riferimento al codice morale che il protagonista segue, espresso nei versi “Ho solamente due codici / La prima: non parlo col 112, né 13 / Secondo: non fotto le tipe dei miei amici“. Qui si sottolinea l’importanza dell’onore e della lealtà nei suoi rapporti, sia con le autorità che con gli amici.

Il ritornello ripetuto, “Uff, fuu, coff, coff“, sembra evocare la routine della vita di strada, un ritmo meccanico che rappresenta le azioni ripetitive e alienanti che caratterizzano la sua realtà. Questo suono diventa quasi una metafora per l’inevitabile e ciclico peso della vita in questi ambienti.

In sintesi, il pezzo cattura l’idea di una vita dura e pericolosa, dove le scelte sono limitate e il codice d’onore personale diventa una delle poche certezze.

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