Home Interviste Gabry Ponte a Soundsblog: “San Siro sarà una bella sfida. Inviterei Lorenzo e Fabri Fibra”

Gabry Ponte a Soundsblog: “San Siro sarà una bella sfida. Inviterei Lorenzo e Fabri Fibra”

Il dj, intervistato da Soundsblog, sarà il primo dj ad esibirsi a San Siro: “Un gruppo di ragazzi, al Forum, ha iniziato a gridare ‘San Siro, San Siro!’. Ed eccoci qui!”

20 Ottobre 2024 02:41

Gabry Ponte sarà il primo dj italiano ad esibirsi allo Stadio San Siro di Milano. L’evento, dal titolo San Siro Dance, si terrà il 28 giugno 2025, con i biglietti che, per quanto riguarda la general sale, saranno disponibili dal 22 ottobre.

Dopo aver festeggiato, quindi, i 25 anni di carriera con un tour nelle grandi arene italiane, il dj e produttore torinese trasformerà la Scala del calcio, per la prima volta nella storia, in una sorta di grande discoteca.

Negli ultimi due anni, Gabry Ponte si è esibito oltre 150 volte in 13 paesi diversi, facendo ballare circa 1.500.000 persone ed esibendosi anche all’Unreal Festival di Riga, al SAGA Festival di Bucarest, all’Ushaia di Ibiza, al Parookaville 2023 di Weeze, al Tomorrowland 2023 di Boom, al Cavo Paradiso di Mykonos e, recentemente, al Tomorrowland Brasil.

In occasione dell’annuncio di questa data, noi di Soundsblog lo abbiamo intervistato.

A distanza di tanti mesi dalla data di San Siro, qual è il tuo stato d’animo di adesso? C’è emozione, agitazione, eccitazione?

Tutto quello che hai detto! C’è emozione sicuramente, ci sono state diverse notti insonni prima dell’annuncio. So che manca ancora tanto tempo ma so anche che volerà. Più di tutto, c’è eccitazione perché comunque è una bella sfida. È stata una cosa nata spontaneamente dopo la tournée nelle arene, perché dopo la prima serata al Forum, che è stato un successo pazzesco, non solo per i numeri che sono stati numeri molto importanti per un dj, ma anche perché c’era un’atmosfera bella, di festa, di condivisione, di aggregazione, con tante generazioni che ballavano la stessa musica. Poi, dopo la serata, quando si è spenta la musica si sono accese le luci, con il Forum ancora imballato, io sono sceso dal palco e ho sentito un gruppo di ragazzi urlare “San Siro, San Siro, San Siro” e ho detto “Wow!”. E così abbiamo iniziato a pensarci perché abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di ancora più grande, ancora più bello, ancora più pazzesco.

Rispetto al tuo ultimo tour che hai fatto nelle arene, ci saranno delle novità?

Sicuramente ci saranno ma non ho ancora iniziato a pensare alla parte dello spettacolo. Per ora, ci siamo concentrati solo sul lancio, sulla parte organizzativa. Da adesso e nelle prossime settimane, inizierò a pensare, partendo dalla musica alla scenografia, dagli effetti allo spettacolo, passando per gli eventuali ospiti che mi farà sicuramente piacere avere, non ho ancora pensato a chi.

Chi ti piacerebbe avere come ospite?

Mi piacerebbe avere le persone con cui ho collaborato negli anni. Ho collaborato tanto, anche con diversi artisti italiani, a partire, ad esempio, da Fabri Fibra, per cui ho fatto un remix tanti anni fa. Penso di invitarlo. Mi piacerebbe tanto avere Lorenzo Jovanotti, tanti anni fa ho fatto un remix anche per lui, magari non so se ci verrà mai però proverò a invitarlo. Non so, ci devo pensare… Poi ci sono tanti artisti italiani con cui sto ancora collaborando, sto producendo anche dei dischi per loro, e chissà…

Ci saranno gli Eiffel 65?

Non lo so. Io, i ragazzi, li ho invitati anche alla serata del Forum. C’eravamo scritti per gli auguri di Natale, mancava circa un mese e mezzo al mio live, e io li invitati perché comunque era una serata celebrativa e il percorso con gli Eiffel 65 è stato sicuramente una parte importante della mia carriera. Ho chiesto loro se volevano esserci e alla fine non sono riusciti a venire però li inviterò anche per San Siro e spero che accettino.

Questa data di San Siro, la consideri un punto di arrivo o un punto di partenza?

Io non ho mai considerato nulla un punto d’arrivo, onestamente. Primo, perché mi annoio tendenzialmente a fare sempre le solite cose, quindi cerco sempre di fare qualcosa di nuovo. E poi perché proprio mi piace cercare di alzare sempre l’asticella. Non so che cosa possa succedere dopo un San Siro, non so neanche come andrà, quindi per ora mi concentro su quello e ci metterò tutto me stesso e lavoreremo per far sì che sia innanzitutto un bello spettacolo e che la gente si diverta e che io mi diverta.

Sei il primo dj che si esibirà a San Siro: perché ci è voluto così tanto tempo per vedere un dj italiano conquistare San Siro?

All’estero ci sono già tanti dj che, da anni, soprattutto in paesi in cui la club culture è più radicata, come l’Olanda con Tiësto o Martin Garrix, riempiano gli stadi, non è una novità. Qui in Italia è un po’ più complicato ed è frutto di un percorso un po’ più lungo a livello musicale perché riuscire ad arrivare ad avere una fanbase così ampia da poter raggiungere certi numeri richiede più tempo. Non dimentichiamoci che quando io ho iniziato a fare questo lavoro, i primi dischi con gli Eiffel 65, non esisteva proprio la figura del dj superstar che faceva concerti, era inimmaginabile. Il dj era quello che mixava i dischi nei club, i dischi degli altri, poi il dj ha iniziato anche a produrre la musica e a rappresentarla e quindi, piano piano, è diventato anche un performer e adesso siamo arrivati qui.

Per quanto riguarda la televisione, ti vedremo presto in tv?

Può essere, non lo escludo, se arriverà qualche proposta interessante, la valuterò.

In queste settimane, sta andando in onda una serie sugli 883. Ti piacerebbe che anche la storia degli Eiffel 65, che con il vostro primo album siete entrati in classifica anche in America, venisse raccontata in una serie?

Beh, chi lo sa… Adesso prima mi guarderò la serie degli 883 che mi incuriosisce tantissimo. Poi avendo proprio vissuto quegli anni anche da fan, è pazzesco. Non so come lo vivrei un racconto di questo tipo, però chi lo sa…

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