Maledetta Milano, TrigNO: testo e significato della canzone
Testo e significato della canzone “Maledetta Milano” di TrigNO sulla città che “ci lascia a piedi”, piena di contraddizioni.
Maledetta Milano è una canzone di TrigNO presentata dal cantante durante la sua partecipazione ad Amici 2024/2025.
Ha 22 anni, è nato ad Asti, ma vive a Milano. Laureato in economia, ha giocato a calcio per tanti anni a livello agonistico. Il suo nome d’arte “Trigno” viene dal soprannome che il padre gli dava durante le partite, dagli spalti gli urlava sempre “Vai Pietrigno!”. Si descrive come un ragazzo impulsivo e competitivo.
“Per me la musica è una esigenza! Come lavarsi i denti la mattina quando ti svegli!” ha raccontato il giovane cantautore su Wittytv.it
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Il testo di Maledetta Milano
Ecco il testo della canzone “Maledetta Milano” di TrigNO.
Ho una birra calda e le ultime due sigarette in bocca
Ah, ha chiuso pure il tabaccaio
Ha detto che quest’anno è dura
Che quest’anno è tosta
La coscienza pulita chi le mani se le sporca
Ah, la mia provincia è una signora
Le hanno rubato la borsa
Ah, i bimbi in piazza fanno ancora a gara a chi tira più forte
Ah, diventeranno grandi e prenderanno come noi le botte di notteMilano, senza trucco non saresti così male
Sei bella acqua e sapone come le universitarie
Non esagerare
Che quando perdi un derby sembra un funerale
Maledetta Milano che ci lascia a piedi
Quanto sei bella quando te la meni
Ma non hai manco il mare
E ci lasci affogare dentro ‘sti problemi come quattro scemiSenza destinazione, senza una direzione
Questa città ci porta dove vuole leiMilano, senza trucco non saresti così male
Sei bella acqua e sapone come le universitarie
Non esagerare
Che quando perdi un derby sembra un funerale
Maledetta Milano che ci lascia a piedi
Quanto sei bella quando te la meni
Ma non hai manco il mare
E ci lasci affogare dentro ‘sti problemi
Dentro ‘sti problemi
Il significato della canzone Maledetta Milano
La canzone esplora il rapporto complesso e quasi contraddittorio con Milano, che viene descritta con una vena di disillusione, ma anche con un certo affetto.
La canzone inizia con un’immagine di desolazione e di lotta quotidiana: “Ho una birra calda e le ultime due sigarette in bocca,” un chiaro riferimento a un momento di sconforto e di disagio. La chiusura del tabaccaio e il commento sul fatto che “quest’anno è dura, che quest’anno è tosta” riflettono le difficoltà economiche e sociali che molti vivono. Nella provincia, dove “la coscienza pulita” appartiene solo a chi “le mani se le sporca,” si respira un’aria di rassegnazione, e i “bimbi in piazza” che fanno a gara a chi “tira più forte” rappresentano il ciclo di violenza e competizione che si tramanda di generazione in generazione.
Milano viene poi descritta senza il suo “trucco,” simile a una donna acqua e sapone: “Sei bella acqua e sapone come le universitarie.” Questa città, spogliata delle sue apparenze glamour, non sarebbe “così male” – ha infatti una bellezza genuina. Tuttavia, quando Milano perde il “trucco” – per esempio, quando “perdi un derby” – tutto sembra un “funerale,” segno di un forte senso di delusione.
Concludendo, Milano viene vista come una città che “ci lascia a piedi” e “ci lascia affogare dentro ‘sti problemi come quattro scemi,” una città affascinante e crudele, senza il mare come via di fuga dai problemi quotidiani. In questo modo, il testo sembra mettere in luce l’impatto che la città ha sui suoi abitanti, trascinandoli in un ciclo di bellezza e difficoltà senza offrire vere soluzioni.