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Lugano addio, Ivan Graziani: testo, traduzione in italiano e significato della canzone

Testo e significato della canzone “Lugano addio” di Ivan Graziani sul ricordo dolce e malinconico dell’amata Marta

31 Ottobre 2024 21:10

Lugano addio è una canzone di Ivan Graziani del 1977 tratta dall’album “I lupi“, quinto disco della sua carriera. Il brano è la prima traccia del lato B, pubblicata anche in formato 45 giri. Qui sotto potete ascoltare il pezzo, leggere testo e significato.

Il testo di Lugano addio

Ecco il testo di Lugano Addio di Ivan Graziani.

Le scarpe da tennis bianche e blu
Seni pesanti e labbra rosse
E la giacca a vento
Oh, Marta io ti ricordo così
Il tuo sorriso e i tuoi capelli
Fermi come il lago
“Lugano addio” cantavi
Mentre la mano mi tenevi
“Canta con me” tu mi dicevi
Ed io cantavo di un posto che
Non avevo visto mai
Tu, tu mi parlavi di frontiere
Di finanzieri e contrabbando
Mi scaldavo ai tuoi racconti
“E mio padre sì” tu mi dicevi
Quassù in montagna ha combattuto
Poi del mio mi domandavi
Ed io pensavo a casa
Mio padre fermo sulla spiaggia
Le reti al sole, i pescherecci in alto mare
Conchiglie e stelle
Le bestemmie e il suo dolore
Oh, Marta io ti ricordo così
Il tuo sorriso e tuoi capelli
Fermi come il lago
“Lugano addio” cantavi
Mentre la mano mi tenevi
“Addio” cantavi
E non per falsa ingenuità, tu ci credevi
E adesso anch’io che sono qua
Oh, Marta mia addio, ti ricordo così
Il tuo sorriso e tuoi capelli
Fermi come il lago

Il significato della canzone Lugano addio

Questa canzone racconta il ricordo dolce e malinconico di Marta, una ragazza che il protagonista ha amato e che ormai non è più presente nella sua vita. È una memoria piena di dettagli che rievocano un periodo semplice ma significativo: “Le scarpe da tennis bianche e blu, seni pesanti e labbra rosse, e la giacca a vento”. Questi piccoli particolari fanno rivivere l’immagine di Marta come un ritratto intimo e vivace nella mente del protagonista.

Marta gli parlava di un mondo a lui estraneo, di confini, di contrabbando e della guerra in montagna: “Tu mi parlavi di frontiere, di finanzieri e contrabbando“, e lui si scaldava ai suoi racconti, affascinato e coinvolto. Mentre Marta cantava “Lugano addio”, il protagonista, che non aveva mai visto quel posto, si lasciava trasportare dalla sua voce e dal significato profondo delle sue parole.

Nel loro legame, c’è anche il confronto tra le loro storie familiari: Marta racconta della guerra vissuta da suo padre, mentre lui pensa al proprio padre, un uomo semplice che lavora come pescatore, alle prese con la dura vita del mare: “Le reti al sole, i pescherecci in alto mare, conchiglie e stelle, le bestemmie e il suo dolore”.

Alla fine, il ricordo si chiude con un addio malinconico e definitivo, il protagonista consapevole che Marta è ormai solo un’immagine nella sua memoria: “Oh, Marta mia addio, ti ricordo così, il tuo sorriso e i tuoi capelli, fermi come il lago”.

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