Oh My God, Mew: testo e significato della canzone di Sanremo Giovani 2024
Testo e significato della canzone Oh My God di Mew in gara a Sanremo Giovani 2024, un insieme di incertezza e speranza
Mew è stata scelta fra i ventiquattro finalisti che prenderanno parte a Sanremo Giovani con il suo brano “Oh my God”. L’artista si esibirà dunque sul palco di Sanremo Giovani in onda da martedì 12 novembre (per 5 puntate) e condotto da Alessandro Cattelan.
L’artista, scelta da Amazon Music Breakthrough come una degli artisti più promettenti del panorama italiano e dopo la sua prima esibizione al Red Valley Festival, ha pubblicato l’ultimo singolo “hyperlacrime”.
Il nome di mew può essere collegato alla parola myo, strano, unico, mutante, unione delle parole mistery e new (mistero e nuovo). Raramente mew si fa vedere e avvolta da questa oscurità apre le porte del dark-pop in Italia.
Valentina Turchetto, in Arte mew, è nata a San Donà di Piave il 25 Luglio del 1999 e cresce a Jesolo, in provincia di Venezia. Si avvicina alla musica già in giovane età quando a 3 anni comincia a ballare e porta avanti questa passione aiutando la sorella maggiore ad aprire una scuola di danza. Nel 2020 però, capisce che la sua strada è quella del canto. Si trasferisce a Milano e ci si dedica con anima e corpo.
A settembre del 2023 entra a far parte della scuola di “Amici di Maria De Filippi”, noto talent show italiano, dal quale si ritira dopo una serie di successi come “MERCOLEDI MAI” e “VIVO”, che insieme raggiungono più di 7 milioni di streaming.
Ad agosto si è esibita al Red Valley Festival dove performa per la prima volta il nuovo singolo “hyperlacrime”.
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Il testo di Oh My God
Che cosa sai di me
dei graffi sopra ai gomiti
e l’insonnia alle tre
taglio nascere
con le mani di forbici
ogni cosa con te
che cosa so di me?
un vuoto dentro che non capirò
smette di battere
un cuore rotto in mille pezzi
cuore rotto in mille pezziMa una domenica cyberpunk
si apre la crepa di un fiore
che rompe l’asfalto e per ora non muore
magari sei tu, o noOh my God non lo so
se è davvero la cura
o se la luce non fa più per me
ho speso al buio troppo tempo
la luna
non mi ricordo neanche più dov’è
quante volte una parola dolce
mi è sembrata veleno
velenoOh my God non lo so
se è davvero la cura
lo speroSotto le costole
c’è il rumore del silenzio che sento tra me e te
smetto di piangere
con i polsi che mi tremano
e lentamente acceleranoMa una domenica cyberpunk
si apre la crepa di un fiore
che rompe l’asfalto e per ora non muore
magari sei tu
o noOh my God non lo so
se è davvero la cura
o se la luce non fa più per me
ho speso al buio troppo tempo
la luna
non mi ricordo neanche più dov’è
quante volte una parola dolce
mi è sembrata veleno
velenoOh my God non lo so
se è davvero la cura
lo speroTra le ossa cresce un vuoto dentro
i colori non ci sono
il tempo è fermo
poi tu mi smuovi un battito soltanto
in questo elettrocardiogramma piattoOh my God non lo so
se è davvero la cura
o se la luce non fa più per me
quante volte una parola dolce
mi è sembrata veleno
velenoOh my God non lo so
se è davvero la cura
lo speroIl significato della canzone Oh My God
In questa canzone si riflette su un vuoto interiore e su una sofferenza profonda, espressa attraverso immagini di isolamento e ferite emotive. La canzone sembra esplorare la difficoltà di trovare una cura per il proprio dolore, una “luce” che possa risollevarlo, ma senza riuscirci del tutto.
Il testo inizia con una domanda rivolta a sé stesso: “Che cosa sai di me,” e passa in rassegna i segni della propria vulnerabilità, come i “graffi sopra ai gomiti” e “l’insonnia alle tre.” Questi dettagli evidenziano la tensione e l’irrequietezza che lo accompagnano. La metafora del “cuore rotto in mille pezzi” esprime un dolore insormontabile che lo lascia quasi paralizzato, mentre cerca di comprendere questo “vuoto dentro che non capirò.”
La “domenica cyberpunk” è una metafora potente: una crepa in un mondo duro, rappresentato dall’asfalto, da cui sboccia un fiore fragile. Questo fiore potrebbe simboleggiare una speranza o un’illusione, come una persona amata che sembra portare un cambiamento ma di cui non è certo. Infatti, si chiede con dubbio: “magari sei tu, o no.”
Il ritornello ripete l’incertezza: “Oh my God non lo so, se è davvero la cura.” Qui emerge il dubbio sulla possibilità che esista davvero una via d’uscita o che la “luce” non faccia più per lui, dopo aver trascorso “troppo tempo” immerso nell’oscurità. Anche le cose positive, come una “parola dolce,” ora appaiono come “veleno,” perché forse teme che gli affetti possano anche causare dolore.
Il testo continua a trasmettere questa profonda instabilità emotiva con immagini di tremori fisici (“con i polsi che mi tremano”) e di silenzi pieni di tensione (“il rumore del silenzio che sento tra me e te”). La frase “tra le ossa cresce un vuoto dentro, i colori non ci sono, il tempo è fermo” descrive uno stato di apatia e distacco, dove anche le emozioni sembrano spente.
L’ultimo verso ribadisce l’incertezza e la speranza: “Oh my God non lo so, se è davvero la cura, lo spero.” Nonostante il dolore, sembra che il protagonista non abbia abbandonato del tutto la speranza di trovare una guarigione o una persona che possa aiutarlo, ma rimane incerto e spaventato dalla possibilità che sia tutto un’illusione.