Migliore, Pinguini Tattici Nucleari: testo e significato della canzone
Testo e significato di “Migliore” dei Pinguini Tattici Nucleari, una storia di speranza, dolore e amore incondizionato espressa nel rapporto tra madre e figlio
Migliore è una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari tratta dall’album “Hello World“, disponibile da venerdì 6 dicembre 2024. A seguire potete leggere testo e significato del brano.
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Il testo di Migliore dei Pinguini Tattici Nucleari
A un tratto il bambino guardò
Sua madre negli occhi, a metà del percorso
Chiese: dove si arriva da qui?
Lei disse: non so, ma spero in un posto
Migliore, migliore
Vorrei insegnarti parolacce che non devi dire
Nel poco tempo che rimane prima che il tuo tempo non esista più
Vorrei insegnarti a fare tardi, sai, magari con gli amici
Mentre ti aspetto a notte fonda sul divano in compagnia della TV
Ma il mondo ha deciso di no
Ho provato a combatterlo, però non si può
Ti avrei dato un secolo, un anno, due ore
Ma forse ti meriti un tempo migliore
Un tempo migliore
Piccola donna, che cammini tra le stelle
Mostri le ferite che nascondi tra la pelle, sono 37
Sei la rima fiore amore, la più difficile che ci sia
La trovi solo se hai fortuna in certe notti bianche di periferia
Ma il mondo ha deciso per noi
Che siamo due vittime del senno di poi
Tramontano le nuvole, ma resterà il sole
Perché tu ti meriti un giorno migliore
Tu dormi, bambino, ti avrei dato il nome di un lungo cammino
Che strano destino, andarsene a maggio come due fragole
Giro in tondo ormai da ore, ho una sola direzione
Seguo il ritmo del tuo cuore che ancora non c’è
Ho finito le parole, cerco il mio finale e so che
Forse non sarà il migliore, ma almeno sarà qui con te
A un tratto il bambino capì
Che il buio finiva in una ninnananna
La madre lo strinse e così
Finì di esser madre e iniziò a essere mamma
Il significato della canzone Migliore dei Pinguini Tattici Nucleari
La canzone “Migliore” racconta una storia di speranza, dolore e amore incondizionato, espressa attraverso il legame profondo tra una madre e un figlio in un mondo segnato da difficoltà e incertezze (e purtroppo da una morte imminente). Inizia con il bambino che, “a metà del cammino”, guarda la madre negli occhi e chiede: “Dove si arriva da qui?”. La risposta della madre, “Non so, ma spero in un posto migliore”, riflette il desiderio di offrire al figlio un futuro che, pur incerto, possa essere pieno di possibilità e bellezza.
La madre sogna di insegnare al figlio piccole gioie quotidiane, come fare tardi con gli amici o tornare a casa mentre lei lo aspetta davanti alla TV: “Vorrei insegnarti a fare tardi, sai, magari con gli amici”. Ma il mondo sembra avere altri piani: “Ma il mondo ha deciso di no”. Questo verso sottolinea l’impotenza di fronte alle avversità e la consapevolezza che il tempo è un dono prezioso e limitato.
Il testo esplora anche il dolore di una perdita incombente. La madre riflette sull’idea di un “tempo migliore” per il figlio, un tempo che lei non può garantire: “Ti avrei dato un secolo, un anno, due ore, ma forse ti meriti un tempo migliore”. La rassegnazione al destino si mescola con l’amore eterno che la lega al bambino, un amore che supera le barriere del tempo e delle circostanze.
La figura della “piccola donna, che cammini tra le stelle” introduce un’immagine di vulnerabilità e forza, rappresentando il figlio come un essere speciale e unico. La madre la descrive come la “rima fiore amore, la più difficile che ci sia”, una metafora che enfatizza la rarità e il valore di questa relazione.
Il finale del brano offre una chiusura dolceamara. La madre, ormai consapevole della fine imminente, stringe il bambino e si trasforma: “Finì di essere madre e iniziò a essere mamma”. Questo passaggio segna una transizione dal ruolo al sentimento, dall’idea di responsabilità alla pura essenza dell’amore materno, che è eterno e senza condizioni.
In questa narrazione toccante, si intrecciano malinconia e speranza, con l’idea che, nonostante le difficoltà e le perdite, il legame tra madre e figlio rimanga una fonte di luce, un rifugio anche nei momenti più bui.
Un testo dolce, struggente che la band ha voluto apertamente dedicare a Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate dal fidanzato, e al piccolo che aveva in grembo, ma anche alle tante donne vittime di femminicidio. Come i Pinguini hanno raccontato a La Stampa:
“Quest’anno ci sono stati quasi 100 femminicidi. Pensiamo che noi uomini non ne parliamo abbastanza. Se con le canzoni aiutiamo a creare un po’ di dibattito avremo fatto qualcosa di meritorio”
E la sorella di Giulia, via Instagram, ha ringraziato la band per l’intenso pezzo (che ha condiviso via Instagram Stories).