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Misère, Baby Gang: testo e significato della canzone

Testo e significato di “Misère” di Baby Gang incentrato su un atteggiamento di resilienza e autodeterminazione

10 Gennaio 2025 01:51

Misère  il nuovo brano di Baby Gang disponibile da venerdì 10 gennaio 2025. Il pezzo è prodotto da Higashi, a seguire potete ascoltare la traccia, leggere testo e significato.

CLICCA QUI PER ASCOLTARE “MISERE” DI BABY GANG.

Il testo di Misère di Baby Gang

Ecco il testo di “Misère” di Baby Gang.

Corro sempre dalla misère
Cosa vogliono da me?
Ora che ho fatto il cash
Tutti quanti hanno da dire

Corro sempre dalla misère, ehi (Via)
Cosa vogliono da me?
Ora che ho fatto il cash
Tutti quanti hanno da dire, ehi (No, no)
Quando penso ancora a te
La mia testa dice che
Ogni inizio ha una fine, ehi
Ora penso più a me
Io non voglio più da te
Né vederti, né sentire, ehi (No, no)
Né vederti, né sentire, ehi, ehi (No, no)

Non mi frega di vederti, di sentire
Non ho sentito mia mamma per anni е nemmeno papà (Pah)
Pensi chе uno come me possa soffrire
Non ho mai sofferto per l’amore, ma per la mia libertà (Uaum)
Tanto prima o poi ne usciremo
E poi vedremo chi è stato a fare “quaraqua”
E, te juro, hablas mucho, pendejo
Farai la fine degli infami come a Bogotà
Sanno a Milano chi racconta il vero
Sanno chi racconta le cazzate e la verità
Sanno bene che son partito da zero (Ah-ah)
Non sono quegli alti, guarda bene i miei occhi, fra’ (No, no, no)
Vedo tutto, faccio finta, ho un impero (Seh)
Non posso shottare più il primo che mi capita (Pow, pow)
Tanto prima o poi, fra’, noi ci rivedremo (Pow)
O in questa terra, o magari sopra all’aldilà (Grr-pow)

Corro sempre dalla misère, ehi (Grr)
Cosa vogliono da me?
Ora che ho fatto il cash
Tutti quanti hanno da dire, ehi (Pow, pow)
Quando penso ancora a te
La mia testa dice che
Ogni inizio ha una fine, ehi
Ora penso più a me
Io non voglio più da te
Né vederti, né sentire, ehi (Pow, pow, pow)
Né vederti, né sentire, ehi, ehi (Pow, pow, pow, pow)

Eravamo noi ragazzi sotto al blocco
Quanti bei ricordi, guardo il mio passato su un G-Class (Ahah)
Più divento grande, più me ne accorgo (Eh)
Quanto tempo ho perso chiuso, mentre la gente era spia
La mia vita è una fottuta puttana (Puttana)
Però l’ho fottuta, puttana, ah-ah-ah (Ah-ah-ah)
Tuta black, fuck la tua bandana (Ah)
Passo con la white in dogana, ah-ah-ah
Sono circondato da soldati (Ehi)
Sono abituati a entrare e uscire come fossi in casa, ma (Ah)
Tutte le questioni personali
Le risolvo io da solo (Io da solo), sennò non dormo la notte, fra’
Non mi dire cosa cazzo devo fare (Devo fare)
Fammi fare un po’ mente locale, ah-ah-ah (Ah-ah-ah)
Paghi ciò che hai fatto in prima elementare (No)
(E che non riesco a dimenticare)

Corro sempre dalla misère, ehi (Via)
Cosa vogliono da me?
Ora che ho fatto il cash
Tutti quanti hanno da dire, ehi (Pow, pow)
Quando penso ancora a te
La mia testa dice che
Ogni inizio ha una fine, ehi (Pow, pow, pow, pow)
Ora penso più a me
Io non voglio più da te
Né vederti, né sentire, ehi (No, no)
Né vederti, né sentire, ehi, ehi

Il significato della canzone Misère di Baby Gang

Il brano racconta la storia di un individuo che riflette sul proprio percorso, segnato da difficoltà, sacrifici e crescita personale. La “misère” rappresenta la condizione di disagio e povertà da cui il protagonista cerca costantemente di fuggire, un passato che lo ha formato ma che ora vuole lasciarsi alle spalle.

Il testo esplora il contrasto tra il successo economico raggiunto (“Ora che ho fatto il cash”) e le critiche o invidie che questo attira, sottolineando la superficialità e l’opportunismo di chi lo circonda. Nonostante ciò, il narratore mantiene un atteggiamento distaccato, scegliendo di concentrarsi su se stesso e di non lasciare spazio a relazioni tossiche o superficiali (“Ora penso più a me, io non voglio più da te né vederti, né sentire”).

C’è anche una riflessione sulla solitudine, sia emotiva che familiare, con accenni a un rapporto distante con i genitori (“Non ho sentito mia mamma per anni e nemmeno papà”) e la consapevolezza di aver sofferto più per la propria libertà che per l’amore. Questa libertà, spesso minacciata da ostacoli esterni, viene difesa con determinazione.

Il testo mette in evidenza un atteggiamento di resilienza e autodeterminazione: il narratore riconosce le difficoltà affrontate (“Sono partito da zero”) e il tempo perso in situazioni difficili, ma è anche consapevole del proprio valore e del cammino compiuto per costruire un “impero”. Infine, emerge un desiderio di risolvere i problemi da solo e affrontare le proprie sfide con orgoglio e indipendenza.

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