Sanremo 2020, Rita Pavone: “Basta tweet. Vi spiego il titolo della canzone”
La cantante reagisce alle critiche: “Sono come una canna. Mi piego ma non mi spezzo”
Ufficializzata la sera della Befana da Amadeus come concorrente del Festival di Sanremo 2020 con il brano Niente (Resilienza 74), su Rita Pavone si è scatenato un vespaio di polemiche a causa di alcune sue dichiarazioni sui porti chiusi con una critica ai Pearl Jam e la definizione di Greta Thunberg come “personaggio di film horror“.
Intervistata dal Corriere della Sera, l’ex Gianburrasca spiega:
“All’inizio del mio rapporto con i social non capivo perchè i miei colleghi non prendessero posizioni importanti. Ora ci sono arrivata: sono più dritti di me. Esprimi un’opinione semplice e ti vengono addosso. Ho preso atto di quello che succedeva e ho smesso di scrivere. Metto foto di cani, fiori, tramonti … E ho anche smesso di leggere. Sono diventata come le scimmiette: non vedo, non sento, non parlo”.
La cantante ringrazia Matteo Salvini per averla difesa dalle critiche, ma precisa che ringraziava ai tempi anche Palmiro Togliatti per il fatto di parlare bene di lei a tutti. La Pavone, tuttavia, dichiara di non avere santi protettori, altrimenti sarebbe in televisione tutti i giorni (“Il ‘come mai proprio quest’anno?’ mi dà fastidio“).
Infine, la spiegazione del titolo del suo pezzo per Sanremo a 48 anni dall’ultima partecipazione:
“E’ un pezzo grintoso. Settantaquattro sono i miei anni. E la resilienza è stata la costante della mia vita. Sono abituata agli alti e bassi a grandi successi e grandi delusioni. Questo prendere schiaffi rimanendo in piedi mi ha reso fiera. Sono come una canna, mi piego ma non mi spezzo”.