Alfa a Blogo: “Non sono un fenomeno social e lo dimostrerò con la mia musica”
Alfa è il cantautore del momento più amato dai giovani: Cin Cin è stata un successo, Wanderlust è il nuovo singolo in uscita l’11 ottobre.
Se avete meno di vent’anni, probabilmente conoscerete tutte le sue canzoni a memoria. Se ne avete più di trenta, forse non ne avete mai sentito parlare. Ma segnatevi questo nome: Alfa. Quattro lettere per raccontare il mondo di Andrea De Filippi, cantautore genovese classe 2000 che quest’estate ha sfornato una delle canzoni più ascoltate su Spotify: Cin Cin (singolo di platino). L’11 ottobre uscirà in radio il suo nuovo singolo, Wanderlust!.
Questo è un periodo clamoroso per te, come lo vivi?
“Con tensione e felicità. Anziché uscire e andare alle feste, quest’estate mi sono chiuso in casa per scrivere e lavorare al nuovo progetto. Ora il disco è praticamente pronto”.
Se ripensi a un anno fa?
“Non qua. Non così in fretta. Non sento ancora di poter dire di aver realizzato il mio sogno, perché uno tira via un altro. Senz’altro però ho raggiunto dei traguardi, che mi godrò quando riuscirò a realizzare il tutto. Ancora sto coltivando, prima di raccogliere i frutti ci vorrà un bel po’”.
Spiegheresti il tuo percorso a chi non ti conosce?
“Sono fedele alla cameretta: scrivo tutte le mie canzoni lì. Non ho cambiato studio di registrazione e non ho nemmeno cambiato team, nonostante ci siano state alcune proposte per avere nomi più conosciuti e altisonanti. Non mi interessa: io voglio dimostrare quanto valgo e mantenere quel rapporto di fiducia che si è creato con quelli che sono miei amici ormai”.
Come si passa dalla cameretta alle classifiche?
“Non so dirtelo. Anche perché io sono stato davvero in camera mia, non è un modo di dire: ci sono stati periodi in cui mi sono interfacciato solo con mia madre, che mi fa pulire i piatti nonostante tutto. Quando cammino per strada sento un’approvazione da parte della gente che è piacevole ma, con il carattere che ho, non la ricerco. Io faccio musica prima di tutto per me stesso, poi se piace agli altri sono la persona più felice del mondo”.
Insomma, non fai musica per raggiungere la fama.
“Non ci sputo sopra, ma ho avuto paura che questo mondo esterno entrasse nel mio micromondo. Quando, due mesi fa, cercavano di corteggiarmi professionalmente in ogni modo… io mi sono chiuso in casa. Ed è stato un mese davvero produttivo”.
Così è nata Wanderlust?
“Porto avanti questo tema da un anno e mezzo ormai. Wanderlust è una malattia che colpisce il 20% delle persone: è una sindrome vera e propria, e si chiama sindrome del viaggiatore. Il soggetto è spinto ad aver paura della routine e soffrire la noia. Questo lo porta a viaggiare, conoscere nuove persone, fare nuove esperienze, pur senza rinnegare casa. Per me Wanderlust è il paese dei Balocchi: quando hai un problema nella realtà, metti le cuffiette per ascoltare una canzone e quando la musica diventa più forte dei pensieri arrivi a Wanderlust. Voglio esprimere questo mondo, che immagino creativo e sereno”.
Arriviamo Cin Cin: è stato un successo clamoroso.
“Questa canzone oggettivamente è stato un passo in più di un percorso che aveva già delle basi. Non posso dire che me lo sarei aspettato”.
Cos’è piaciuto di questa canzone?
“Sto andando ad ipotesi, perché non lo so. Credo che sia piaciuto perché un pezzo un po’ fuori dagli schemi della hit estiva: non è reggaeton e né trap, non ricerca le solite melodie del tormentone. Il video, poi, è stato uno dei primi vertical video in Italia, se non il primo. E poi Cin Cin è stato un successo grazie a un innato tifo da parte delle persone. Vedendomi in classifica, sopra a progetti ben più blasonati, hanno iniziato a gasarsi. La stessa cosa che è successo con il Leicester in Premier League, quando tutti hanno iniziato a tirare per loro. E’ stata una figata inaspettata”.
“Ho vissuto un periodo lungo, triste e complicato ma mi sono rialzato scrivendo testa tra le nuvole pt 1 e questo nuovo pezzo”, hai detto. Ci spieghi meglio?
“Ho avuto un periodo molto difficile a livello d’amore e di famiglia. Ho capito che verso i 16/17 anni ti cambia la concezione della vita, è stato un momento di cambiamento dove ho capito che sarei dovuto diventare adulto. C’è stato un passaggio: da ragazzino che fa musica perché gli piace, sono diventato un ragazzo che fa musica per stare bene”.
Nel brano canti: “Non so se mi ascolterai in radio”. Il brano è stato molto trasmesso, lei ti ha ascoltato? Vi siete sentiti?
“Ci siamo fatti gli auguri per un compleanno. Ma è meglio lasciare andare questa storia”.
Tante persone hanno pensato che la tua ragazza fosse la tiktoker Virginia Montemaggi, che è anche la protagonista del video.
“Virginia è una mia carissima amica, ma non siamo fidanzati. Si è creato questo gossip strano: non so perché tutti hanno iniziato a pensare che ci stessi insieme (ndr, ndr)”.
Cosa puoi dire dell’album?
“Sarà un viaggio dove esprimerò il mio ideale di Wanderlust. Ci sarà un progetto comunicativo molto figo: ci siamo inventati delle cose per cercare di fare arte anche fuori dal disco. Il video stesso è una forma d’arte”.
Ogni volta cerchi di fare cose originali.
“Io sono pazzo. Probabilmente morirò durante un video musicale”.
Quasi sempre si tende a categorizzare la musica: come definiresti la tua?
“Non mi piacciono i generi. Forse si può definire urban-pop, o pop-indie-rap? Io vengo dal freestyle, anche se ho un cuore indie con sfumature pop”.
I social hanno avuto un ruolo nella tua consacrazione?
“Gioco molto con i social, li uso come mezzo di comunicazione perché sono veloci e immediati. Mi piace rompere gli schemi, ma sempre in modo creativo. Mi rendo conto che molte major si affidano ai social perché oggi sono importanti, ma utilizzano un metodo molto televisivo e standard. Invece a me piace giocarci. Ma non mi sento di dirti che devo tutto ai social. C’è chi mi ha detto che sono solo un fenomeno social. Starà a me dimostrare con la mia musica che non è così”.
Non sono più riuscito a trovare la canzone che avevi dedicato a Chiara Ferragni, come mai?
“L’ho eliminata. Quello è il passato, che ora non mi rappresenta più. E’ stato divertente, abbiamo fatto un po’ di casino sui social, anche la stessa Ferragni l’ha condivisa. Ma ora il mio progetto va in una direzione diversa e non voglio che qualcuno trovi quel video (ride, ndr)”.
X Factor ti ha bocciato ai casting: ti è dispiaciuto?
“E’ successo un anno e mezzo. Sono andato a caso. Prima di fare musica ho avuto il complesso di mettermi in gioco. Non avevo mai trovato il coraggio. Invece adare a un provino davanti a gente che non ti conosce, e a dei giudici che ti danno l’impressione che non hanno tempo da perdere, mi ha insegnato il valore del mettersi in gioco”.
Se ti nomino Sanremo?
“Mi piacerebbe tanto. Sarebbe figo, si vedrà. Ma ancora devo dimostrare di non essere un fenomeno social… (ride, ndr)”.
Sognavi di fare il medico. Lo sogni ancora?
“Non so cosa voglio fare nella vita (ride, ndr). Intanto mi sono trasferito a Milano per l’Università, faccio Economia alla Bocconi. Domani chissà. Magari smetterò di fare musica e andrò a vendere aspirapolveri. Se dovessero chiedermi ‘Come ti vedi tra 10 anni?’, risponderei ‘Felice'”.
Photo credits | Gabriele Di Martino