Mika racconta il nuovo disco My Name is Michael Holbrook a Vanity Fair: “Nasce da una crisi creativa e da una rivelazione”
My Name is Michael Holbrook, il nuovo album di Mika, uscirà il 4 ottobre: ecco come l’artista ha raccontato il percorso che l’ha portato a pubblicarlo in un’intervista fiume a Vanity Fair.
In una lunga intervista concessa al magazine Vanity Fair, Mika ha parlato approfonditamente del processo creativo che l’ha portato a pubblicare il suo quinto disco, intitolato My Name is Michael Holbrook e in uscita il 4 ottobre.
A quattro anni di distanza da No Place in Heaven, Mika si è ritrovato nel bel mezzo di una grossa crisi personale e artistica, dalla quale è uscito proprio grazie alla musica e…ad un cimitero, dove riposano i resti della sua famiglia paterna. Ecco le sue dichiarazioni:
Non sapevo da che parte cominciare, ero in piena crisi creativa, nel senso che non avevo niente da dire. Così, come sempre in queste situazioni, mi sono detto che dovevo buttarmi verso l’ignoto, e per me l’ignoto è la famiglia di mio padre. Vedere il mio nome su tutte quelle tombe mi ha esaltato, è stato bello conoscere quel pezzo della mia identità ancora inesplorato. Ho sentito il bisogno di difendere le mie radici e ho cominciato a scrivere: My Name is Michael Holbrook, I was born in 1983. Mi chiamo Michael Holbrook, sono nato nel 1983.
Nella stessa intervista, Mika ci ha regalato alcune anticipazioni sulla nuova musica: all’interno del disco saranno incluso il singolo Ice Cream, il brano Sanremo e due pezzi intitolati Tiny Love e Tiny Love Reprise. In quest’ultima, in particolare, cantano la madre dell’artista e la sorella Paloma:
È un messaggio verso il futuro: facciamo pace con il passato, anche con la paura. Questa è la vita e noi abbiamo il nostro tiny love, il nostro amore piccolo piccolo. Ho iniziato con l’idea che il personaggio di Mika, la mia musica erano stati presi da me contro la mia volontà. Poi ho capito che non era vero, che non è stata tutta una costruzione di mia madre, l’ho voluto io. Ho fatto pace con gli ultimi 12 anni. Perché l’unico modo che conosco per vivere ed esprimermi è creare musica, scrivere, esibirmi. Senza questo non esisto.
A Vanity Fair, oltre all’aspetto musicale, Mika si è soffermato anche e soprattutto sulle sue difficili vicende familiari. In primis, Mika ha parlato del difficile rapporto con il padre.
Mio padre, consulente finanziario, era stato preso in ostaggio in Kuwait nell’ambasciata americana. È tornato sette mesi dopo, completamente cambiato. Prima era papà, poi era Mike: non riuscivamo più a chiamarlo papà, quell’uomo magro con la barba, che aveva vissuto cose fortissime, noi figli non lo riconoscevamo più.
La sorella Paloma, invece, era rimasta coinvolta in un gravissimo incidente nel quale aveva per poco rischiato di perdere la vita:
Paloma fumava alla finestra, ma siccome non ha molto equilibrio per via della sua semi paralisi, è caduta giù dal quarto piano, e cadendo è rimasta infilzata in una cancellata. Mi hanno chiamato, ero l’unico familiare a Londra. Mi dicono: vada a salutare sua sorella, morirà, non c’è niente da fare. Mi avvicino, era una scena terribile. Le dico: ciao Paloma. E lei: puoi dire a questi stronzi di lasciarmi in pace, visto che devo alzarmi? Così guardo la dottoressa: mi scusi, ma questa non muore. Visto che non potevano semplicemente sfilarla, hanno segato il cancello e l’hanno portata via ancora con le aste che le trafiggevano il corpo.