Jay-Z: accordo (controverso) con la NFL. A Roc Nation la direzione artistica dell’Halftime Show del Super Bowl
Jay-Z sigla un accordo di lungo termine con la NFL per la direzione artistica di una serie di progetti (come l’Halftime Show del Super Bowl): non tutti, purtroppo, sono rimasti particolarmente entusiasti della notizia. Ecco perché.
“I’m not a business man. I’m a business, man“, dichiarava Jay-Z, il rapper più ricco e potente al mondo, ormai diversi anni fa. Da molti punti di vista, Sean Carter aveva tutte le buone ragioni per fare lo smargiasso, considerato come poi è andata a finire.
Jay-Z, da oggi, non è soltanto l’artista rap più influente in circolazione, il fondatore della piattaforma di streaming Tidal, il proprietario dell’agenzia Roc Nation. No, da oggi Jay-Z è anche uno dei firmatari di un contratto di collaborazione multimilionario con la NFL, la lega di football statunitense, la stessa che ogni anno organizza il Super Bowl, l’evento sportivo per eccellenza.
Il progetto è stato presentato lo scorso 14 agosto in occasione di un’importante conferenza stampa (che potete recuperare in forma integrale qui) alla quale ha partecipato anche il responsabile operativo di NFL, Roger Goodell. Due gli obiettivi fondamentali di questa collaborazione a lungo termine: da un lato, Roc Nation prenderà fra le altre cosse in gestione la parte artistica del Super Bowl, con particolare riferimento all’Halftime Show; dall’altro, Roc Nation si impegnerà a promuovere iniziative a sostegno dell’uguaglianza sociale.
In modo particolare, l’accordo fra NFL e Roc Nation di Jay-Z aiuterà a sviluppare i tre punti chiave della piattaforma Inspire Change identificati dai giocatori delle NFL: nello specifico, lo sviluppo dell’istruzione e dell’economia, il miglioramento delle relazioni fra polizia e comunità e la riforma della giustizia criminale. Tutto bellissimo, almeno sulla carta. C’è un però. Un però che risponde al nome di Colin Kaepernick.
Lo sportivo è infatti stato formalmente escluso dalle gare a partire dal 2016, anno in cui Kaeperick ha iniziato la sua silenziosa protesta nei confronti della dilagante violenza delle autorità statunitensi nei confronti della comunità afroamericana. Kaepernick ha infatti deciso di non alzarsi in piedi durante l’inno americano che viene suonato prima di ogni match, scegliendo piuttosto di inginocchiarsi come gesto di sfida nei confronti dell’amministrazione di Donald Trump.
Il problema sollevato dai giornalisti (e, fra gli altri, dalla fidanzata di Kaepernick, Nessa) è che nonostante le buone intenzioni dell’accordo, lo sportivo rimane ad oggi ancora senza lavoro. Ecco le durissime parole della speaker radiofonica su Instagram:
non gireremo mai le spalle a @kaepernick7 perché i vostri idoli hanno deciso di lavorare con la stessa organizzazione che continua a tenere Colin disoccupato perché ha protestato in modo pacifico contro l’ingiustizia sociale nelle comunità afro, in particolare contro la violenza della polizia.
If “it” didn’t work, the NFL wouldn’t have Blackballed him. The President wouldn’t have taken shots at him. “The Owners” wouldn’t have made of The Players Coalition (who by the way has done nothing) and “The Owners” wouldn’t have partnered with Jay-Z to erase Kaepernick. https://t.co/xOr5FoFAsR
— L E F T, PhD (@LeftSentThis) August 16, 2019
Nonostante le polemiche, Jay-Z ha ricevuto il supporto di artisti del calibro di DJ Khaled e Cardi B, due artisti molto influenti che si sono detti convinti che il rapper possa effettivamente giocare un ruolo fondamentale nel reinserimento di Kaepernick nella NFL.
Controversie politiche a parte, starà ora a Jay-Z scegliere quali saranno gli artisti che d’ora in poi saliranno sul palco del chiacchierato (e pirotecnico) live show fra un tempo e l’altro della partita di football più seguita al mondo. Fra i nomi più papabili per il 2020, almeno secondo ET Online, ci potrebbe essere la diva del latin urban Jennifer Lopez.