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La tempesta perfetta di Jovanotti: il racconto di Jova Beach Party a Lignano Sabbiadoro

Ecco com’è andata la prima data di Jova Beach Party di Jovanotti, tenutasi lo scorso 6 luglio a Lignano Sabbiadoro.

pubblicato 7 Luglio 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 12:36

Jovanotti aveva fin da subito le idee molto chiare su quello che sarebbe stato il suo Jova Beach Party. Anzi, su quello che non sarebbe stato. Non sarebbe stato un concerto, né un djset, né un semplice festival. Sarebbe stato qualcosa di diverso, di superiore. Va detto che la sua promessa è stata mantenuta.

Già, perché quello che ieri è successo a Lignano Sabbiadoro, dove hanno preso il via le celebrazioni che andranno avanti fino a fine agosto, è stato qualcosa che in pochi si sarebbero potuti mai immaginare.

Jova Beach Party nasce come una grande festa, prima di tutto, un’occasione per condividere insieme una giornata di sole, di tuffi dal bagnasciuga e di grande musica, anche e soprattutto all’insegna dell’ecosostenibilità. Con il suo party sulla spiaggia Jovanotti ha voluto dar vita a un evento inedito, di stampo internazionale e di altissima qualità che vi invito a non perdervi per nessun motivo al mondo.

In Jova Beach Party c’è spazio per tutto e il contrario di tutto, tranne che per la noia. Lignano inizia a scaldarsi alle ore 16 con la musica dub di Paolo Baldini, fondatore degli Africa Unite, per poi scatenarsi al suon del reggae dei Mellow Mood sul Kontiki Stage e degli AckeeJuice Rockers. Alle 18.00 arrivano i ritmi balcanici e vampireschi del tedesco Shantel mentre dalle 18:30 è la volta di Albert Marzinotto. Qui e là, Jovanotti fa capolino sul palco, per ricordarci che questo è anche e soprattutto un party che lui stesso si vuole godere in mezzo al suo (eterogeno) pubblico.

Crediti: Michele Lugaresi

 

Al calar del sole il main stage si accende prima con Balojii,artista hip hop di origine congolese e, soprattutto, con djset fulminante di Benny Benassi che ci spettina in attesa del grande show e della tempesta (perfetta) in arrivo.

Niente attese, Jova Beach Party (perlomeno a livello musicale, non lo stesso si può dire in termini di file d’attesa) è un flusso senza sosta dove si passa dall’elettronica al reggae in un battito di ciglio. Ecco perchè Cherubini non ci fa aspettare e alle 8:30 in punto, come promesso, raggiunge Benassi sul palco e inizia a pompare nelle casse con Ti porto via con me.

Nella scaletta c’è spazio per la qualunque, ed è senza ombra di dubbio questo il punto di forza di Jova Beach Party. Si comincia con le hit, partono i mashup di Shape of You di Ed Sheeran e Fame, si prosegue con Sicko Mode di Travis Scott e In Da Club di 50 Cent, poi arriva Serenata Rap e una gigantesca e minacciosa nuvola nero pece si abbatte sulla spiaggia.

Fulmini e saette, vento, pioggia, non impauriscono i più di 45.000 ospiti del Jova Beach Party. Al contrario, li caricano. È il momento giusto per perdere le inibizioni, scalzi sotto il diluvio universale. Di lasciarsi trasportare dal crescendo di “ci vuole pioggia, vento e sangue nelle vene” di Tensione Evolutiva e del remix electro di Penso Positivo sulle note di Born Slippy degli Underworld.

Jova Beach Party è magmatico, delirante, imprevidibile. La scaletta c’è, sul finale ricalca quella del tour nei palazzetti dell’inverno 2018 (la doppietta Il più grande spettacolo dopo il Big Bang e Ragazzo Fortunato) ma si arricchisce in base all’estro di Jovanotti, che agli imprevisti e i problemi tecnici alle tastiere passa in acustico e risponde trasformando Baciami ancora in Sapore di Sale di Gino Paoli, mentre la tempesta imperversa alle sue spalle.

In questo senso, possiamo dire che (Tanto)³, suonata a inizio set, sia stata in qualche modo profetica: “Che dice il cielo? Tuona! E la chitarra? Suona!”.

 

crediti immagine di copertina: Michele Lugaresi

 

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