Celeste Gaia a Blogo: “Vi racconto i miei ultimi sette anni di vita. Io Mi Sento a Disagio è il mio nuovo singolo”
Celeste Gaia è tornata: il 31 maggio uscirà il suo nuovo singolo, Io mi sento a disagio. Intervista.
Signori e signore, diamo il bentornato a Celeste Gaia. La giovane cantautrice di Voghera, dopo aver partecipato a Sanremo 2012 con il tormentone Carlo e dopo aver pubblicato un album decisamente fortunato come Millimetro, aveva fatto perdere le tracce di sé. In tanti, in questi sette anni, hanno provato a cercarla ma nessuno era riuscito a rintracciarla. Ora è tornata: venerdì 31 maggio uscirà Io Mi Sento a Disagio, il nuovo (e attesissimo) singolo.
Celeste, andiamo con ordine. Cosa è successo in questi anni?
“Non è facile riassumere tutti questi anni. Diciamo che sono capitate delle cose di vita, più che di musica, che hanno fatto sì che mi allontanassi dai social. Subito dopo Sanremo ho deciso di concludere il mio percorso universitario, così l’anno successivo mi sono laureata. Tre mesi dopo mio padre ci ha lasciati. E’ successo tutto molto velocemente e per un po’ ho scelto di stare al fianco della mia famiglia, lontano da Milano. C’erano delle priorità. Superato questo scoglio, la strada non è stata facile: quando passa quel treno è difficile risalirci. Ho dovuto ricominciare da zero, o quasi. Non voglio dire bugie: l’ambiente della musica non è per niente facile. Non è stato facile tornare a farsi ascoltare di nuovo”.
Tu ti sei sempre sentita pronta per tornare?
“Non sempre. Più che altro non trovavo le persone giuste con cui lavorare. Non ho mai smesso di scrivere, anche se in questi anni mi sono rimboccata le maniche e sono andata a lavorare nell’azienda dei miei, che si occupa di stampaggio di materie plastiche. Proprio un altro mondo, ho dovuto fare dei corsi di chimica per avvicinarmici. Eppure non ho mai abbandonato l’idea di fare musica. Quando le cose andavano meglio, sono tornata a Milano e ho cominciato a lavorare in alcune agenzie creative legate al marketing. Dentro di me non ho mai smesso di credere al fatto che, prima o poi, sarei tornata anche a cantare”.
Eppure tante persone, in questi anni, ti hanno cercata sui social. L’affetto non è mai mancato.
“Ho ricevuto delle lettere e delle mail bellissime. C’è chi è riuscito comunque a contattarmi, chi mi ha raccontato la sua storia di vita. Non è scontato che l’affetto rimanga così impresso nelle persone: eppure io ho fatto un solo album, anni fa. Ho percepito un grande affetto, nonostante io non mi fossi fatta sentire”.
Significa che sei riuscita a lasciare il segno.
“Quell’album, Millimetro, era frutto di un percorso. Dietro a quelle canzoni c’era uno studio molto curato. Guardava al futuro e ha anticipato alcuni parametri. Forse per quel momento non era un album scontato, mentre oggi lo sarebbe decisamente di più”.
Hai detto che cercavi le persone giuste. Chi sono oggi le persone con cui hai scelto di lavorare?
“E’ nato un po’ tutto per caso. Più di un anno fa, quando ormai mi sentivo pronta, ho realizzato una demo con alcuni brani e ho ideato un progetto più ampio con un’impostazione grafica. Insomma, ho messo a frutto quello che avevo imparato durante le mie esperienze nelle società creative. Ho deciso così di mandare una mail alla Newco Management, la società di Francesco Facchinetti: ho scritto tre righe alla info generica, non aspettandomi una risposta. Invece dopo una settimana mi hanno chiamata e mi hanno chiesto un incontro. Da lì, un anno fa, è iniziato questo percorso. D’altronde quel mio silenzio iniziava a pesarmi: ci sono fasi della vita in cui è giusto non dire niente, anche per rispetto, ma quando si ha qualcosa da dire è giusto esporsi. Loro mi hanno aiutato a buttarmi e mi hanno dato carta bianca, anche per quanto riguarda l’attività sui social: non è per niente scontato”.
Tutto questo per arrivare a Io mi sento a disagio, il nuovo singolo che crea curiosamente l’acronimo I’m Sad.
“Il titolo vuol essere simpatico: non racconta un disagio reale, ma un disagio molto più leggero. Lo sfondo narrativo è comune a tante persone: quello di trovarsi in un locale o a una festa dove non conosci nessuno, dove non sai cosa dire e dove non riesci a essere te stessa fino in fondo. Quando sei dietro a uno schermo è facile scrivere o commentare, poi però capita che dal vivo non riesci nemmeno a dire una parola. Qui canto la voglia di fare qualcosa di vero e di vivere realmente la realtà. Canto il bisogno di avere delle relazioni vere: anche complicate, ma perlomeno concrete”.
La canzone è stata scritta da te?
“Assolutamente, sì! E’ nata due anni fa, mentre lo scorso anno ho iniziato a lavorarci per crearle un vestito nuovo”.
Che influenze hai avuto?
“Anche su questi brani c’è stato un lavoro di ricerca: non è scontato, perché spesso manca il tempo. Noi avevamo tutto il tempo del mondo. Ultimamente mi sono innamorata di Meggie Rogers. Quando ho sentito il suo primo singolo, Alaska, ero sulla 94 a Milano e sono scoppiata a piangere. ‘Oddio, ci sono persone come me’, ho pensato”.
E’ ancora presto parlare di un album?
“E’ ancora presto, ma posso dirti che di materiale ce n’è per sette (ride, ndr). Ho scritto tanto e mi sento cresciuta: ci sono tante cose che non vedo l’ora di farle ascoltare alle persone. Non sai quante volte, in questi anni, mi sono detta: ‘Ma chissenefrega: io ora faccio uscire un album da sola e lo butto online’… Poi però capisco che il mercato ha le sue logiche e le sue regole, che è giusto rispettare”.
Oggi torneresti a Sanremo?
“Non mi precludo nessuna strada. Ho bisogno di un certo tipo di percorso per far sentire le mie canzoni, non basta un’uscita sanremese ‘one shot’: se io fossi andata a Sanremo con Carlo e non fosse uscito un album subito dopo probabilmente le cose sarebbero andate diversamente”.
Com’è stato tornare a esibirsi in pubblico, al Festival di San Nolo?
“E’ stato bellissimo tornare a cantare, soprattutto dopo così tanto tempo. Mi sono sentita felice e ho capito che lì non era cambiato niente. Certo, sono cambiata io rispetto a quando sono andata a Sanremo ed è cambiato anche il panorama musicale. Oggi è tutto ancor più veloce: spesso, quando si ascoltano le nuove canzoni, viene dato un giudizio sommario e veloce. Invece io chiedo di ascoltare con attenzione il mio nuovo progetto, perché c’è un mondo dietro”.