Anna Tatangelo, La fortuna sia con me (recensione album)
Anna Tatangelo, La fortuna sia con me: recensione dell’album
Travolta dal gossip che la lega sentimentalmente a Gigi d’Alessio per anni, Anna Tatangelo è tornata al Festival di Sanremo per rimettere attenzione sul suo lato artistico e sul motivo per cui, a inizio carriera, è diventata famosa al grande pubblico: il canto. Sì, dopo un incursione e l’altra nel piccolo schermo, Anna ha finalmente pubblicato il suo nuovo disco, La fortuna sia con me, rimandato a post Sanremo dopo essere entrata nella rosa dei 24 finalisti in gara.
Partiamo da una premessa importante. Anzi, due. Personalmente Anna, a livello artistico, mi sta simpatica. Mi piace. Soprattutto perché è stata spesso accompagnata da critiche feroci (spesso immeritate), partendo dal look. Troppo truccata, troppo adulta. Sempre qualcosa di “troppo”. E, sfortunatamente, questo ha influito togliendo attenzione su un altro lato ben più importante: la voce. Sì, perché Anna -seconda premessa- ha una voce potente.
La fortuna sia con me è il suo nuovo album, anticipato da “Chiedere scusa”, “Ragazza di periferia feat. Achille Lauro” e il brano sanremese “Le nostre anime di notte”.
Il disco si apre proprio con “Chiedere scusa“, il pezzo più immediato e radiofonico, che non avrebbe sfigurato nemmeno in gara al Festival. Segue la versione moderna (e più cupa) di “Ragazza di periferia” insieme ad Achille Lauro, classico della sua carriera modernizzato nel sound e nell’interpretazione.
Terza traccia è la titletrack “La fortuna sia con me“, brano incentrato su un addio, un dolore che fa soffrire ed è costellato da errori, senza abbandonare la dignità e con un commiato altruista (appunto, la fortuna sia con te). La rassegnazione di una fine di una relazione che è vista come un qualcosa di necessario e maturo per entrambi.
Tutto ciò che serve è, invece, l’inizio di un qualcosa di nuovo, di un rapporto sul nascere. Non sarà facile, ci saranno momenti difficili ma è necessario portare con sé le basi per conservare e conservarsi.
Le nostre anime di notte racconta un amore che, forse, non è del tutto finito ma che dipende, dalla volontà di entrambe per ricominciare. Un confronto necessario per capire che fare del legame, una fine o un nuovo inizio, recuperando quello che un tempo univa.
Perdona è incentrata sempre su un possibile ritorno, il farsi male, l’essere fragili di fronte all’altro, il rischio di una delusione (“Un’altra cicatrice che porterà il tuo nome, ma se ritorni per davvero a spezzar via il dolore, da pietra sarò gesso”). Il nemico numero uno è, in questo caso, l’orgoglio e le proprie autodifese.
La vita che vive è un pezzo più ritmato, la vita stessa che si salva e porta a proseguire, a dare risposte e impronte. L’attesa è il momento di pausa, tra un passato che tortura, spaventa, il dubbio di abbandonare un amore potente, salvifico o che annienta (“Non ho scelto di esistere oscurando il sole”).
Astronauti, la nona traccia del disco, è ancora incentrata su un rapporto difficile, vissuto e analizzato nelle possibilità del “Se”. La condanna e la felicità analizza il segreto di vivere il momento, lasciarsi andare, senza eccessi, condanna e felicità di un quotidiano (anche in due).
Amami domani è la canzone che chiude il disco, apre alla speranza, senza illusioni, congelando il presente, a richiedere un amore che sia duraturo. Il canto di un amore che non è finito.
La fortuna sia con me è un album che analizza l’amore in tutte le sue sfumature, soprattutto quello in difficoltà, quello che rischia di essere esaurito o quello che ha ancora speranza di riprendersi e vivere a lungo. Il sentimento è il perno cruciale intorno a cui si muove il disco intero ma che, al suo interno, non contiene, al primo ascolto, più di un paio di tracce sufficientemente potenti, escludendo i tre brani già noti.
Il discorso è sempre quello. Con una voce come quella di Anna, servono brani più immediati, radiofonici, in grado di valorizzare la sua abilità vocale e che le permetta di occupare a pieno un ruolo nel panorama italiano. Se la direzione è quello delle ballad, allora, che ballad POTENTI siano. Così, ha il sapore di un’occasione mancata. Purtroppo.