Home Notizie Pierdavide Carone e Dear Jack a Blogo: “Sbollita la rabbia per l’esclusione di Caramelle da Sanremo”

Pierdavide Carone e Dear Jack a Blogo: “Sbollita la rabbia per l’esclusione di Caramelle da Sanremo”

Pierdavide Carone e i Dear Jack raccontano a Blogo il pezzo Caramelle e la loro esclusione dal Festival di Sanremo 2019, precisando alcuni punti.

pubblicato 8 Gennaio 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 16:25

Fra gli esclusi eccellenti del Festival di Sanremo 2019, in programma al Teatro Ariston dal 5 al 9 febbraio prossimi, troviamo anche Pierdavide Carone e i Dear Jack, che alla commissione presieduta da Claudio Baglioni avevano presentato il controverso brano Caramelle.

La canzone, scritta proprio da Carone, è un brano che tratta un tema molto delicato come quello della pedofilia. Protagonisti della canzone sono infatti due ragazzini che vengono avvicinati da un individuo e molestati, un argomento decisamente rischioso e da molti punti di vista inedito per la Kermesse ligure.

Il pezzo è stato rilasciato online lo scorso 22 dicembre, a pochissime ore dall’annuncio della lista dei 24 partecipanti ufficiali al Festival di Sanremo 2019. La scelta di pubblicare il pezzo a sorpresa, da parte dei suoi interpreti, è nata proprio dalla necessità di esprimere la delusione di essere rimasti fuori. Non fosse che né Pierdavide Carone, né tantomeno i Dear Jack, si sarebberp aspettati un tale responso da parte del loro pubblico e dei social, dove il pezzo (anche grazie all’endorsement di colleghi come Ermal Meta) è subito diventato virale.

A tre settimane circa di distanza dalla pubblicazione di Caramelle, Blogo ha intervistato Pierdavide Carone e i Dear Jack, che in un certo senso hanno messo in prospettiva la loro esclusione da Sanremo e ridimensionato le dichiarazioni fatte “a caldo” dello scorso dicembre. Ecco la nostra intervista.

Ciao Pierdavide, prima di tutto vorrei sapere cosa ti ha spinto a scrivere Caramelle proprio in questo momento storico e non prima. C’è stato un evento scatenante?

ho una scrittura istintiva e poco intuitiva e questo è sempre stato il mio valore. Posso dire che è stato il tema a scegliere me, e non il contrario. Di certo è nato tutto da una mia frustrazione personale che mi portavo dietro da un po’ di tempo, sentivo di avere il bisogno di scrivere questa storia. Mi sono reso conto piano piano che il pezzo stesso e la sua progressione armonica mi spingeva a sviluppare la storia in modo così “ambiguo”. Non è la prima volta che affronto temi scottanti, anche La canzone dell’ospedale, che parlava di malasanità, trattava di un argomento forte. Eppure penso che tra le forme di violenza e atrocità quella contro i bambini sia la peggiore.

Che cosa hanno dato i Dear Jack al pezzo?

il ruolo dei Dear Jack nel pezzo è più sottile e importante di quanto appaia. Questa canzone deve arrivare a tutti, per fare aprire gli occhi alle persone. I Dear Jack più di me hanno un pubblico giovane, che si potrebbe riconoscere particolarmente nella storia di Marica, la ragazzina più grande.

L’esclusione dal Festival di Sanremo ve l’aspettavate oppure no? Ci siete rimasti davvero così male?

non posso ritrattare quello che ho detto nei giorni scorsi, perché sarebbe sbagliato.  Ma ora la rabbia è un po’ sbollita. Abbiamo utilizzato i giornali per esprimere un dispiacere iniziale, certo è che non posso avere la presunzione di dire che il mio pezzo meritasse di entrare per forza. Va detto che se non fosse successo nulla, ci saremmo messi l’anima in pace. E invece è arrivata una reazione che non ci saremmo mai aspettati, e quindi ci siamo chiesti: “Se il pezzo è piaciuto a così tanti, perché non è piaciuto alla commissione di Sanremo?”. Dal mio punto di vista io avevo già presentato a Sanremo una canzone spinosa come Nanì, che parla di un rapporto fra un ragazzo e una prostituta, ma al tempo avevo avuto il patrocinio di Lucio Dalla, quindi superare quel tabù era stato più facile.

Una domanda a parte. Stai seguendo Amici? C’è qualche cantautore delle ultime edizioni che trovi valido?

Di recente, mi sono trincerato nella musica e non ho avuto molto tempo di seguire. Molte cose le ho sentite dopo. So che ci sono stati artisti come Einar o Irama, mi sembra che siano manifestazione di un’evoluzione interessante della trasmissione che continua a rinnovarsi puntando su cantanti così.

 

Lorenzo Cantarini, il leader dei Dear Jack, ha rispetto a Carone, che conosce ormai da anni, un approccio leggermente più deciso. Il cantante ha infatti utilizzato il termine censura per parlare del rifiuto sanremese.

sicuramente c’è stata una censura da parte del Festival, anche se ci era stato detto fin da subito che sarebbe stato difficile lasciarlo passare. Chiaramente, non credevamo che con questo pezzo avremmo avuto il Festival in mano, non abbiamo questa presunzione, anche in considerazione del fatto che non abbiamo sentito le altre canzoni.

Di norma, una partecipazione al Festival di Sanremo comporta l’uscita di un disco. Riguardo i progetti futuri dei Dear Jack, Cantarini ha dichiarato:

l’artista non deve essere ossessionato dalla voglia di apparire, noi siamo pronti di accettare quello che arriverà. Con Pierdavide, che conosciamo e stimiamo da tempo, abbiamo diversi pezzi in cantiere, che forse un giorno usciranno. Per adesso ci concentriamo sui live, abbiamo tanta voglia di suonare e di stare sul palco. Navighiamo a vista.

Ad oggi, Caramelle può vantare soltanto un lyric video. Lorenzo Cantarini ha precisato:

il video pubblicato è l’unico che vedrete, non ne uscirà un altro. Pensavamo che rappresentare il tema in quel modo, con quel personaggio fosse la maniera più efficace per parlare dell’argomento. In questi casi o hai un grande regista alle spalle e un budget consistente, o rischi di scadere nella banalità.

 

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