Festival di Sanremo 2019, una categoria unica per big e giovani? Se Baglioni cambia il regolamento
E se scomparisse la categoria Nuove Proposte?
Nell’ultima edizione del Festival di Sanremo il suo direttore artistico Claudio Baglioni aveva deciso di mettere mano al regolamento cambiando la durata massima dele canzone ammesse all’Ariston (da tre minuti e mezzo a quattro), eliminando la serata cover e inserendo al suo posto quella dei duetti sulla canzone in gara e cancellando la parola “eliminazione”.
Per il 2019 il cantautore potrebbe fare ancora qualche ritocchino al regolamento. A pubblicare l’indiscrezione è il sito recensiamomusica.com che rivela alcune modifiche inaspettate alla competizione. In particolare il Festival in programma dal 5 al 9 febbraio prossimo potrebbe dire addio alle Nuove Proposte. La categoria infatti potrebbe scomparire. E i giovani? Loro non scomparirebbero ma sarebbero integrati tra i big (probabilmente in numero inferiore rispetto a quelli che partecipano nella categoria Nuove Proposte). In questo modo la kermesse vedrebbe un’unica grande categoria. Non sarebbe la prima volta, lo aveva già fatto Tony Renis nel 2004. Il Festival allora lo conduceva Simona Ventura e tra i giovani in gara con i big c’erano Dj Francesco e Piotta.
Le Nuove Proposte nacquero nel 1984, allora il direttore artistico era Gianni Ravera, e a vincere la neonata categoria fu un giovane Eros Ramazzotti con la sua Terra Promessa. Da allora la sezione è stata il trampolino di lancio di cantanti come Laura Pausini, Andrea Bocelli, Alex Britti, Marco Masini, Michele Zarrillo. In questi 18 anni la lista di artisti ai quali partecipare tra i giovani del Festival di Sanremo ha portato fortuna è lunga.
C’è da chiedersi quindi se per le voci emergenti sia veramente un privilegio solcare le assi del teatro sanremese al fianco dei big senza rischiare di passare inosservati o di essere totalmente penalizzati in una competizione nella quale valgono anche i voti della giuria demoscopica e del televoto.
Secondo le indiscrezioni scomparendo le Nuove Proposte la categoria dei big, non più solo big, si ripopolerebbe passando dai 20 componenti dell’edizione 2018, a 24 possibili cantanti ammessi.
Certo le protagoniste sono le canzoni, ma non nascondiamo il fatto che spesso anche chi le canta fa la differenza. Vero che negli ultimi anni alcune delle canzoni più belle o comunque più amate del Festival venivano proprio dalle Nuove Proposte. Il ballo delle incertezze del vincitore 2018, Ultimo, ne è la dimostrazione. E guardando al passato chi crede che La solitudine della Pausini sarebbe passata inosservata?
Il rischio a questo punto è cadere nella trappola Jalisse, vincere da sconosciuti o quasi tra i big e scoprire che, forse, era meglio arrivare secondi. Ma quelli erano altri anni. Non c’era ancora la democratizzazione di Spotify. Chissà che questa trasformazione del regolamento non porti anche a una rivoluzione nelle sonorità. Dopo il rap le porte dell’Ariston potrebbero aprirsi alla trap, tanto di moda in questa stagione. E per quanto riguarda quello che abusivamente viene ancora chiamato mondo Indie, diciamo che la sua presenza in riviera ormai non è più così inaspettata, ma estremamente gradita. Basta pensare alla “vecchia che balla” de Lo Stato Sociale per sentir crescere la voglia di arrivare al 5 febbraio.